Al mio arrivo nella tana cittadina lo sgabello (da lavoro) mi aspettava beffardo.
Il suo non avere una collocazione lo rende più molesto del dovuto. Come entri nella stanza te lo trovi tra i piedi e ci inciampi.
Non è escluso che decida di rivenderlo.
In barba alla sua beffardaggine, mi sono ben guardata dall'usarlo, fino a questo momento. Anzi, forse proprio grazie a lui ho trascorso giorni di totale panciolle. E così sempre grazie a lui, il signor sgabello, ho rivalutato il mio adorato panciolle, quindi se il buongiorno si vede dal mattino, si fa presto a capire come sarà il mio nuovo anno.
Per paura di lavorare, non ho neppure goduto della connessione e mi sono guardata bene (fino ad ora) dall'accendere il computer.
L'unica cosa su cui ho sfruttato la connessione è stato spotify e è stato così bello che non smettevo di saltellare per la casa. Ho saltellato per ventiquattro ore. Sì, saltellare può fare parte del panciolle, ho consultato il manuale del perfetto panciolle.
Perché proprio ora, di domenica mattina, ho deciso di ripoggiare il mio culino sullo sgabello e accendere il computer? La risposta è facile, perché fra poche ore riprendo il treno e quindi non c'era pericolo che potessi lavorare.
La questione che mi turba al momento è questa. Come posso ricominciare un anno cittadino se non ho imparato a surfare? Perché per la mia filosofia bisogna fare una cosa per volta, quindi sempre per lei, prima imparo a surfare e poi viene il resto, anche se non so cosa sia questo resto. Però questa mia filosofia rischia di farmi passare la vita su una cosa sola, tanto sono lenta. Quindi che faccio? Passo la vita sulla tavola e mollo tutto il resto, compreso questo sgabello?
Non è tutto, perché le contraddizioni sono già entrate in campo, guidate da quella scocciatrice di TT con tanto di elmo con cimiero in testa e lancia alla mano. Sì, si è vestita così quella scellerata, l'ho vista scintillare nel sole. Con questo caldo, giusto lei poteva fare una cosa del genere.
Grazie al suo intervento non ho fatto in tempo a entrare in libreria che già mi ero procurata un manualetto.
Si intitola organizza al meglio la tua vita e ha una copertina morbida e paffuta, fatta apposta per gli allocchi come me.
Appena lo apri l'autore ti dice: la piaga di oggi è l'iperattività, sapersi destreggiare fra migliaia di mail, decine di riunioni al giorno, impegni che si sovrappongono senza che tu sappia come fare e senza che tu possa dire di no etc etc e poi dice, sempre l'autore, e se tu, caro lettore, hai comprato questo manualetto vuol dire che sei fra questi.
Ehm...
Perché diavolo ho comprato questo libro io?
Il suo non avere una collocazione lo rende più molesto del dovuto. Come entri nella stanza te lo trovi tra i piedi e ci inciampi.
Non è escluso che decida di rivenderlo.
In barba alla sua beffardaggine, mi sono ben guardata dall'usarlo, fino a questo momento. Anzi, forse proprio grazie a lui ho trascorso giorni di totale panciolle. E così sempre grazie a lui, il signor sgabello, ho rivalutato il mio adorato panciolle, quindi se il buongiorno si vede dal mattino, si fa presto a capire come sarà il mio nuovo anno.
Per paura di lavorare, non ho neppure goduto della connessione e mi sono guardata bene (fino ad ora) dall'accendere il computer.
L'unica cosa su cui ho sfruttato la connessione è stato spotify e è stato così bello che non smettevo di saltellare per la casa. Ho saltellato per ventiquattro ore. Sì, saltellare può fare parte del panciolle, ho consultato il manuale del perfetto panciolle.
Perché proprio ora, di domenica mattina, ho deciso di ripoggiare il mio culino sullo sgabello e accendere il computer? La risposta è facile, perché fra poche ore riprendo il treno e quindi non c'era pericolo che potessi lavorare.
La questione che mi turba al momento è questa. Come posso ricominciare un anno cittadino se non ho imparato a surfare? Perché per la mia filosofia bisogna fare una cosa per volta, quindi sempre per lei, prima imparo a surfare e poi viene il resto, anche se non so cosa sia questo resto. Però questa mia filosofia rischia di farmi passare la vita su una cosa sola, tanto sono lenta. Quindi che faccio? Passo la vita sulla tavola e mollo tutto il resto, compreso questo sgabello?
Non è tutto, perché le contraddizioni sono già entrate in campo, guidate da quella scocciatrice di TT con tanto di elmo con cimiero in testa e lancia alla mano. Sì, si è vestita così quella scellerata, l'ho vista scintillare nel sole. Con questo caldo, giusto lei poteva fare una cosa del genere.
Grazie al suo intervento non ho fatto in tempo a entrare in libreria che già mi ero procurata un manualetto.
Si intitola organizza al meglio la tua vita e ha una copertina morbida e paffuta, fatta apposta per gli allocchi come me.
Appena lo apri l'autore ti dice: la piaga di oggi è l'iperattività, sapersi destreggiare fra migliaia di mail, decine di riunioni al giorno, impegni che si sovrappongono senza che tu sappia come fare e senza che tu possa dire di no etc etc e poi dice, sempre l'autore, e se tu, caro lettore, hai comprato questo manualetto vuol dire che sei fra questi.
Ehm...
Perché diavolo ho comprato questo libro io?