Sunday, October 30, 2016

Alcune notizie utili sulla talpa.

La talpa s'è montata la testa.
Naturalmente non c'è nulla di increscioso in questo, le teste si montano e si smontano che è una bellezza. Ma è opportuno che il montaggio avvenga su qualcosa. Ad esempio un'automobile si costruisce sulle ruote, una casa sulle fondamenta, un soufflé si monta...beh non lo so su cosa si monti un soufflé e non so neppure se dentro sia vuoto o pieno, ma suppongo che perfino lui abbia un valido motivo per montarsi. Quindi io non posso paragonarmi neppure a lui, ma sono certa che in capo a questa giornata possa trovare qualcosa di simile a me. Al momento basterà dire che in seguito allo sconsiderato montaggio della mia testa mi sono lanciata in un acquisto incauto. Incautissimo direi. Anche lui, di per sé non avrebbe niente di sbagliato. L'errore comincia a manifestarsi non appena si evidenzia il legame con la talpa.
Non contenta di talpanet, seppure nella versione base, non contenta neppure di essere entrata a far parte delle vpn airlines e di essere divenuta proprietaria di un aeroplanino rosso e blu completo di hangar e specifica copertina, non contenta di aver perfino comprato uno sgabello da lavoro per aver lavorato due volte in un anno (ulteriore dimostrazione di montaggio di testa ingiustificato), ora si è comprata un proiettore.
A farla riflettere non è bastato pensare che di film in casa ne guarderà due all'anno, forse uno, che vive più al cinema che in casa, no, lei ha deciso che una talpa talpanet munita non poteva farne a meno.
Ecco.
L'oggettino a vedersi è meraviglioso e rosso. E lucido. E fiammante. E se fosse un soprammobile sarebbe perfetto (beh, è molto probabile che lo diventi). Ma bisogna almeno provarci a farlo funzionare.
La talpa, non volendo ammettere con se stessa né con altri, di non essere all'avanguardia come lei pretende di essere, ne ha voluto uno wifi. Perché lei, che a malapena conosce il significato di tale dicitura, vuole tutto wifi e forse pensa di potersi connettere direttamente col cervello, ma invece perché quella sigletta funzioni vanno fatte una serie di operazioni che richiedono una laurea in ingegneria, che la talpa non ha.
Quindi da circa una settimana sta cercando di far funzionare il suo proiettore rosso e bellissimo, senza grossi risultati. Certo, alla fine si è procurata un vecchio cavo, perché fino a quando esisteranno loro il mondo talposo sarà salvo, se non fosse che la talpa non lo vuole. Lei si sente wifi anche se non ci capisce niente.
Ecco il problema della montatura inconsistente. Che vuole qualcosa per cui non è pronta, vuole qualcosa che non sa usare e non si accontenta dei mezzi semplici e efficaci che lei però chiama rudimentali.
In poche parole l'incauto acquisto ha portato alla luce la tendenza talposa di sentirsi quello che non è e di voler andare oltre le proprie possibilità.
Il risultato è che chiude ogni giornata più imbizzita che mai, e anche se non è una grossa novità, anzi è la cosa più familiare del mondo, non bisogna dimenticare che stava cercando di coltivare l'arte della pazienza.
Ecco, il proiettore la sta mettendo a durissima prova.
Intanto oggi andrà al cinema, dove un proiettore lo userà qualcuno che è in grado di farlo.
Inoltre, non ha voglia di lavorare, per niente e questo minaccia un rientro tempestivo di quella scocciatrice di TT. Come si può vedere la talpa al momento ha un mucchio di problemucci da risolvere.
Che la fanno cadere in un altro strano comportamento. 
Perché io la sto studiando in questo periodo e non posso dire che non si tratti di uno studio di un certo interesse.
Quando non riesce a fare qualcosa, oltre a imbizzirsi oltre la ragionevole misura (che sorpassa molto facilmente) non si cimenta in attività calmanti, tipo prendere un tè, fare una passeggiata, leggere un libro, no, si incaponisce con un'attività diversa e altrettanto difficoltosa. Che vuol dire che quasi sempre, dopo aver riposto, sconfitta, il proiettore nella sua custodia, si accanisce contro Gimp e pen, che altri non sono che la sua tavoletta grafica e relativo programma. Il rapporto con loro credo meriti un post a parte, ma è giusto che io analizzi la forma di cocciutaggine che la porta di difficoltà in difficoltà, come se volesse combattere con l'intero mondo delle sue incapacità ammazzandole in un colpo solo.
Certo, si tratta di cocciutaggine. Di una forma perversa di cocciutaggine.
È necessario dire che non esistono manuali zen che indichino la strada per superare simili insidie, perché i Dalai Lama e simili non sono molto interessati alle questioni wifi, né ai proiettori né ai gimp e pen e neppure alle vpn airlines. Loro non sono interessati a nessuna di queste cose, ecco perché stanno tanto bene. Ma lasciatemelo dire, così siamo buoni tutti.
Come si può vedere, sono imbizzita perfino con il Dalai Lama.
Quindi è tempo che chiuda, prima che il post degeneri e i gendarmi suonino alla mia porta.

Friday, October 14, 2016

Una talpa cieca.

La talpa s'è accecata.
Quale novità c'è nella cecità di una talpa, potrebbe chiedersi il mondo?
Nessuna, certo, ma la talpa non passa il tempo a strofinarsi gli occhi con le zampine, non ci vede e basta. Io, oltre a non vederci come sempre, me li stropiccio parecchio.
Ma ora la talpa è anche stufa e ha deciso che il tempo da dedicare a questo piccolo disagio è terminato, perché i malesseri sono come gli scocciatori, più spazio gli dai e più se ne prendono. A un certo punto vanno ricacciati indietro a pedate.
Risolto questo problemuccio a modo mio, la giornata di oggi la passerò più fuori che dentro, nonostante violenti scrosci di pioggia si riversino sulla talpa city a intervalli piuttosto regolari, ogni venti minuti circa.
Ma io sono munita di uno splendido impermeabilino blu e di anfibi e quale migliore situazione per testarli nel nuovo autunno?
Perché che lo si voglia o no questo è, autunno. E per quanto io non abbia mai sentito nessuno cantare le lodi di questa stagione, lui non fa che ripresentarsi come se niente fosse. 
Lo scorso anno più o meno di questi tempi avevo dichiarato che avrei smesso di indossare sempre le stesse cose e che mi sarei dedicata al mio look e alla mia eleganza con spasmodica attenzione. Il proposito naufragò e io continuai ad afferrare giorno dopo giorno le stesse cose che mi capitavano a tiro e che 'mi facevano sentire a mio agio e nei miei panni'.
Ecco, non c'è niente di più sbagliato che sentirsi a proprio agio e nei propri panni. Quindi questo è un inno al disagio, una guerra al senso di sicurezza, una lotta contro le abitudini e un proposito di disconoscere me stessa.
Ma è carino fare una cosa del genere?
Probabilmente no, e la me stessa che voglio disintegrare si vendicherà. Anzi lo sta già facendo rendendomi cieca,  e non oso pensare a cosa si inventerà pur di rimanermi appiccicata, ma non mi lascerò scalfire dai suoi stupidi attacchi.
Ma per cambiare se stessi basta uscire dai soliti panni e cambiarsi un paio di scarpe? Mi sa di no, ma da qualche parte bisogna pur cominciare.
Sul lavoro, grazie a quella guastafeste di TT, che si era insediata per molti mesi nella mia tana per controllarmi a vista, ho fatto notevoli progressi. Ma chi dice che siano progressi? Perché io mi piacevo di più prima, quando non facevo niente e per farmi fare qualcosa quella lì mi doveva infilzare con degli spilloni o legarmi alla sedia. Che gusto c'è quando non si deve più lottare?
Gli scansafatiche sono decisamente sottovalutati e nessuno capisce che i veri eroi sono loro.
Quindi oltre a uscire dai miei panni, non devo fare altro che smettere di lavorare e tornare a essere un'eroina che si gode il suo panciolle.
Le idee ce le ho chiare, non devo fare altro che metterle in pratica.
Ora, intanto, vado a uscire dai miei panni, nello specifico un pigiama di Paperino.