Monday, April 24, 2017

Comportamenti sbagliati.

Mentre mi dedicavo a una delle pulizie semestrali della tana, una certa debolezza negli arti mi ha suggerito che era giunta l'ora di mettere qualcosa sotto i denti.
Poiché durante le operazioni di pulizia la cucina è chiusa, sono andata nel bar vicino alla tana, quello delle situazioni di emergenza, raggiungibile in pochi passi.
Tale bar, come tutti del resto, offre spesso ottimi spunti di riflessione. A offrirli sono gli avventori come me, il che mi fa domandare che tipo di spunti offrirò io agli altri. Ma che ci pensino gli altri a questo, appunto.
Per quanto mi riguarda, oggi mi sono dedicata a un ragazzo entrato proprio mentre sgranocchiavo il mio panino e bevevo un ottimo cappuccino.
Il motivo per cui ha attirato la mia attenzione non era il modo in cui era vestito, degno di nota anche quello, ma il dramma che pare avesse rovinato la sua giornata al risveglio.
La mia giornata è cominciata malissimo, ha detto al barista forse amico suo. Mi hanno rovinato una padella da trecento euro. Di primo mattino. Al ristorante? Ha chiesto il barista. No, macché, a casa, una padella mia. Da trecento euro, ha ripetuto il ragazzo affranto.
Una padella da trecento euro? Come diavolo si fa a spendere trecento euro per una stupida padella?
Shhh, non giudicare.
(È necessario che io dica che dopo essermi liberata di quella rompiscatole di TT, la sua fastidiosa presenza è stata prontamente rimpiazzata da una zen talpa, che quindi chiameremo ZT, la quale intenderebbe guidarmi lungo i sentieri del buon comportamento).
Ma sono trecento euro, non ho capito male, l'ha anche ripetuto.
Non si ascoltano le conversazioni altrui.
Era bollente e l'hanno messa sotto l'acqua ghiacciata, ha aggiunto il ragazzo.
Quindi nessuno l'ha presa a martellate. E che succede, si è buscata un raffreddore?
Non fare dell'ironia sulle disgrazie altrui.
La disgrazia consiste nell'avere una testa che ti porta a spendere trecento euro per una padella, oh, ma dico, trecento.
Tu le spenderesti per uno stupido cappottino.
Mica è lo stesso.
Si vedono le pagliuzze e non si vede la trave nel proprio occhio.
Vabbè.
Il ragazzo era vestito con dei pantaloni grigi, larghi, sformati e anche un po' rotti.
Ma che è uscito col pigiama questo?
Non si guarda come è vestita la gente, l'abito non fa il monaco.
Mica posso vedere tutti nudi, ovvio che guardo come sono vestiti gli altri.
Sopra il pigiama, perché nessuno me lo leva dalla testa che quello era un pigiama e che era uscito così per la disperazione della padella. Ci credo, trecento euro. Così ora ci penserà  venti volte prima di spendere così tanto per una padella. Oh, dico, una padella.
Una padella sì, fatti gli affari tuoi.
(ZT pur essendo zen ogni tanto, al mio cospetto, perde la pazienza e usa toni che non le sarebbero consoni).
Il ragazzo, furbo quando non si tratta di padelle, sopra al pigiama aveva indossato una elegante giacca blu doppio petto, di un tessuto pigiamoso anche quella. Che dorma con quella giacca? In ogni caso l'idea di corredare un deformato pigiama con un doppiopetto è una mossa che gli vorrei copiare, perché anch'io a volte esco con indumenti pigiama-simili. L'errore che commetto però, è di peggiorare la situazione infilandomi giubbotti deformati anch'essi. Invece basta coprirsi di eleganza per rimuovere la sciatteria che sta sotto. Se lui non si fosse fregato con quella padella avrebbe avuto tutta la mia ammirazione.
Oh, trecento euro una padella.
Rovinata con l'acqua fredda.
Oggi voglio proprio andare in un negozio e chiedere 'scusi, mi farebbe vedere una padella da trecento euro? Voglio solo vedere com'è, si scordi che io possa mai comprare una cosa simile'.


No comments:

Post a Comment