Saturday, December 31, 2016

Piccoli slittamenti.

Ieri avevo appena formulato il mio proposito di lavoro fino al sei gennaio, mi ero già arrampicata sullo sgabello e ero in procinto di aprire il file. Su quelli ho l'imbarazzo della scelta, che può essere bene, perché poter scegliere è sempre una gran cosa e può essere anche un male, perché vuol dire che il lavoro da fare non mi manca. Comunque prima di accingermi a tale impresa ho pensato bene di dare un'occhiatina al cellulare.
Sono tante le attività che mi saltano nel cervello quando sto per aprire i file di lavoro.
Il cellulare credo si piazzi in testa alla classifica.
Poi abbiamo.
Impellente bisogno di lavare qualunque cosa risieda nel lavello.
Andare in bagno a guardarmi nello specchio, come se la mia immagine riflessa potesse rivelarmi chissà quali cose.
Fare il letto.
Fare un girello per la casa indugiando intorno ai miei vestiti per valutare eventuali carenze.
Meditare, che vuol dire crearmi un alibi lungo dieci minuti di dolce far niente.
Riflettere su eventuali acquisti (la meditazione è un momento perfetto per questo). L'amaca si conferma al primo posto tra i miei interessi.
Confondermi la testa pensando che invece di aprire il file dovrei disegnare, o dipingere, o leggere o comunque fare altro.
A volte, da tali attività torno al file. Altre invece prendo deviazioni che durano l'intera giornata. Il più delle volte mi portano fuori dalla tana, per evitare il pericolo che mi metta a lavorare sul serio.
Ieri, dicevo, ho preso il cellulare e ci ho trovato qualche messaggio di una mia amica che proponeva un girello in centro. Il dubbio che potessi rifiutare per uno stupido file non ha sfiorato neppure una parte del mio cervellino, per fortuna.
Ho comunicato che ero in pigiama e che avevo bisogno di un po' di tempo per lavarmi, ho spento tutto senza il minimo turbamento e sono andata sotto la doccia.
Una mezz'oretta più tardi ero fuori e il lavoro era solo un lontano ricordo. Non sono rientrata prima delle otto della sera.
E eccomi qui. Oggi è un nuovo giorno e i nuovi giorni hanno la fastidiosa caratteristica di rimetterti sul piatto i propositi rimasti incompiuti dal giorno prima.
So bene che il momento più pericoloso è quello dell'apertura del file, infatti ho già pensato che devo andare a fare la spesa e poi devo andare a ritirare dei pantaloni e se mi ci metto a pensare bene troverò altre cento cose da fare.
Devo spegnere il cervello e andare avanti col file?
Non saprei.
Il mio dilemma in realtà è un altro. Visto che ieri non ho lavorato, devo prolungare il periodo di attività fino al sette gennaio o lascio il sei e mi faccio lo sconto di un giorno?
Perché se devo prolungarlo rischio di arrivare a lavorare tutto l'anno slittando di giorno in giorno, perché anche solo pensare di lavorare è lavoro, che io lo faccia davvero oppure no.
Non credo vada bene entrare nel nuovo anno con dilemmi così grandi.
Però, slitto o non slitto?

Friday, December 30, 2016

Vediamo se ci cavo le zampine.

Dopo più di un mese di quasi cecità (non che fosse una grossa novità) sono stata colta da stranguglione febbroso. Una febbre così ostinata che non riuscivo a mandarla sotto i 38 nemmeno a martellate.
La mia forma di ribellione a tale nuova forma di attacco alla mia deliziosa personcina è stata alzarmi dal letto a intervalli regolari e uscire anche, provando a me stessa che potevo deambulare e perfino sentire una certa quantità di energia. Non era magra come consolazione. La febbre ora, di fronte a cotanta ostinazione, pare essersi ritirata definitivamente. 
A questo punto ho deciso di mettermi a lavorare e credo che questa sia una nuova forma di malattia, probabilmente ben più grave delle altre.
Però c'è un che di ribelle anche in questa forma di lavoro mentre il resto del mondo è a godersela da qualche parte. La cosa mi fa pensare che smetterò il sei gennaio per trascorrere l'intero nuovo anno in panciolle e non è male come prospettiva.
Certo, devo fare i conti con TT, che nell'udire queste parole starà già preparando la sua stupida valigia per piazzarsi di nuovo in casa mia. 
Ora. Amelia si combatte con l'aglio. Come si combatte TT? Ecco, questa è l'unica cosa utile da sapere.
Usa, alle porte del nuovo anno, stilare un elenco di buoni propositi. O meglio, di propositi, se siano buoni o cattivi forse solo il tempo ce lo dirà ma per saperlo bisognerebbe che diventassero realtà. Circa una settimana fa ho riguardato quelli del 2016 e se dovessi dire che ce n'è uno che sia andato oltre una semplice riga scritta a penna su un foglio, direi una grandissima bugia. Che debba scriverli in altro modo? Tipo col sangue e roba così? Non potrei mai, la vista del sangue mi spedisce dritta sul pavimento e preferisco vivere alla giornata piuttosto che sottopormi a una simile barbarie.
Nella mia dimora però è presente un digitalizzatore di appunti nuovo di zecca e ora che ci penso potrebbe essere un ottimo modo per scrivere una listina in modo non convenzionale.
Del resto, come si fa a usare ancora le penne normali nel 2017? Premesso che a me piacciono molto, le bic, nuovi mondi si aprono davanti a noi e bisogna parlare nel loro linguaggio altrimenti i propositi non vengono capiti e restano irrealizzati.
Facile tutto sommato, basta capire il linguaggio e poi è fatta.
Del resto se non fosse per quei cibi vegani e simili, io e i nuovi mondi ci intenderemmo a perfezione. 
Però sulla prima pagina del mio digitalizzatore di appunti avevo pensato di dover disegnare un paperino, quindi sono già nel dilemma e io non so uscire facilmente dai dilemmi. Riesco a risolverli solo se smetto di pensarci.
Ma come faccio a non pensarci se mi resta un solo giorno per decidere?
Però io credo che con un bel paperino non si sbaglia mai.
Ora mi sa che mi metto a lavorare, perché non è ancora il sei di gennaio.
In un film ho visto una tipa che aveva una bellissima amaca, di quelle con le frange, in casa, davanti alle finestre. Da allora non faccio che aggirarmi per la tana col muso in su pensando a dove potrei appenderla io. Quella lì aveva una casa molto più grande della mia, però l'idea continua a solleticarmi e mi sa che non sarò contenta finché non l'avrò appesa alle travi. Sperando che non crollino ammaccandomi il culino. Inoltre immagino già TT che arriva e mi dà una pedata per ribaltarmi, ma nonostante le insidie, il mio ostinato pensiero non desiste. Però ne vorrei una bellissima. Dove si comprano amache bellissime?
Bene, questo mi pare già un bellissimo proposito per il nuovo anno, uno dei migliori che abbia mai avuto.
Cosa potrei desiderare di più?

Wednesday, December 21, 2016

Panciolle cronico.

Un blog non dovrebbe essere usato così, che ci vengo solo quando non ho voglia di fare niente e stare qui a scrivere delle ciance mi dà l'impressione di fare qualcosa. Ma tant'è, meglio questo che stendermi sul divano con paperino e schiacciare un pisolino dopo aver letto una storiella, che è esattamente quello che farei.
Ma bisognerebbe fare sempre quello che si desidera? Non lo so, perché i numerosi manuali che leggo hanno opinioni discordanti e non so quale di loro sia da seguire e quale no, anche perché mentre li leggo mi sembrano tutti geniali e istruttivi, ma appena li finisco mi dimentico di tutto e torno esattamente come ero prima di leggerli.
Il tao, che mi pare più amico di tutti, dice che non bisogna sforzarsi per niente, che se si sta in panciolle lui ti aiuta e ti porta dove ti deve portare che non si sa dove è, ma il tao dice che non importa. Un po' come i laghi, i fiumi, il vento, le montagne. Ce l'ha questo vizio di paragonare tutto a questa roba qui, ma in fondo il fiume mica deve andare a lavorare e neppure la montagna ci deve andare, quindi come fa a essere uguale? Però lui dice così, o forse sono io che capisco tutto come mi fa comodo. Se poi consulto i manuali dell'organizzazione invece bisogna essere ferrei, altri però dicono che troppa ferritudine fa male. Insomma, non ci si capisce niente. Però io sto tornando al mio stato naturale, che è quello del panciolle cronico, perché essendo quello del lavoro uno stato non naturale, è ovvio che se non mi sforzo non mi muovo più dall'amaca che dondola, da dove osservo le farfalline. Sono molto belle le farfalline comunque, e sono certa che non ci sia niente di male nell'osservarle, e sono altrettanto sicura che il tao sarebbe molto d'accordo con me.
Deve essere anche che dopo aver passato un mese fra un collirio e l'altro nell'impossibilità di lavorare ora mi stia prendendo la mia rivincita. Se non devo lavorare, voglio deciderlo io. Fatto sta che se continuo così prima della fine di questo anno quella torturatrice di TT mi si ripiazza in casa e stavolta non me ne libero più. Ma a niente vale che io mi dica che la cosa andrebbe assolutamente evitata.
Intanto vado a schiacciare un pisolino che è un ottimo modo per riflettere. Anche se il tao non lo dice, ma sono sicura che sarebbe molto d'accordo. Il tao è sempre d'accordo su tutto.