Io non mi occupo di cose serie, non me ne sono mai occupata e non so neppure bene di cosa mi occupi e spesso questo genere di pensieri mi ha turbato e credo che continuerà a farlo di tanto in tanto. Ecco perché in momenti come questi me lo domando ancora di più, mi domando il senso della mia vita, il senso della vita un po' di tutti, cosa dovremmo fare, cosa potremmo fare e soprattutto se sia giusto continuare a fare quello che stavamo facendo, che io, ad esempio, stavo facendo, che certo a volte bisogna fermarsi un attimo. E non per il solito motivo che non ho voglia di fare niente e ogni scusa è buona per fermarmi anche più di un attimo, ma per capire, anche se poi vedo che anche se mi fermo non capisco, non capisco niente.
Questa roba qui di non capire, e sentire ancora di più vacillare il senso, mi successe anche un'altra sera, in cui mi trovai per caso attorniata da persone, persone come me, che vivevano esperienze terribili o le avevano vissute e che facevano molte cose per cercare di risolverle, per rendere il loro pezzo di mondo un po' migliore, un po' più facile e anche se il risultato importa eccome, la cosa più importante era che loro ci provassero. Ci sono persone che sono chiamate a farlo, altre che sono costrette, ma qualunque sia il punto di origine, il fatto è che loro ci sono, nel mondo, in alcuni punti del mondo queste persone ci sono e sono tante.
E io cosa faccio, mi domandai quella sera e per quale motivo sono così fortunata, ma non la trovai la risposta, come non trovai altro da fare che essere quella che sono, che anche se non mi è molto chiaro, so che sono sempre stata nella parte più leggera del mondo, che la leggerezza è la condizione in cui mi trovo bene, e credo sia anche l'unica in cui so stare. E in momenti come questi mi chiedo quale sia lo spazio per la leggerezza e se abbia un senso che io continui a stare lì, anche se non c'è altro posto in cui sappia stare.
Ha senso, in un momento così, prendere una scatola di matite e guardarle e dirmi che preferisco quelle tonde, piuttosto che quelle esagonali, perché tenerle in mano è tutta un'altra cosa e allora prenderle e sentire il piacere di rigirarle fra le mani per poi fermarmi e domandarmi perché una cosa così futile sia così importante per me e che senso abbia che proprio oggi o ieri io apprezzi una matita tonda.
Qual è il senso?
Io non lo trovo ma non posso smettere di prendere una matita in mano e sentirne il piacere e poi mettermi le cuffie sulle orecchie e usarle queste matite e poi posarle anche perché mi viene voglia di fare qualcos'altro e poi leggere un fumetto, perché paperino è una delle mie dimensioni preferite e il domandarmi perché non cambia le cose.
Che vivo la leggerezza in un mondo che leggero non è e non sembra avere voglia di esserlo e il senso di quel che sono si perde, ma anche di tutto il resto.
Perché non mi occupo di cose serie.
Questa roba qui di non capire, e sentire ancora di più vacillare il senso, mi successe anche un'altra sera, in cui mi trovai per caso attorniata da persone, persone come me, che vivevano esperienze terribili o le avevano vissute e che facevano molte cose per cercare di risolverle, per rendere il loro pezzo di mondo un po' migliore, un po' più facile e anche se il risultato importa eccome, la cosa più importante era che loro ci provassero. Ci sono persone che sono chiamate a farlo, altre che sono costrette, ma qualunque sia il punto di origine, il fatto è che loro ci sono, nel mondo, in alcuni punti del mondo queste persone ci sono e sono tante.
E io cosa faccio, mi domandai quella sera e per quale motivo sono così fortunata, ma non la trovai la risposta, come non trovai altro da fare che essere quella che sono, che anche se non mi è molto chiaro, so che sono sempre stata nella parte più leggera del mondo, che la leggerezza è la condizione in cui mi trovo bene, e credo sia anche l'unica in cui so stare. E in momenti come questi mi chiedo quale sia lo spazio per la leggerezza e se abbia un senso che io continui a stare lì, anche se non c'è altro posto in cui sappia stare.
Ha senso, in un momento così, prendere una scatola di matite e guardarle e dirmi che preferisco quelle tonde, piuttosto che quelle esagonali, perché tenerle in mano è tutta un'altra cosa e allora prenderle e sentire il piacere di rigirarle fra le mani per poi fermarmi e domandarmi perché una cosa così futile sia così importante per me e che senso abbia che proprio oggi o ieri io apprezzi una matita tonda.
Qual è il senso?
Io non lo trovo ma non posso smettere di prendere una matita in mano e sentirne il piacere e poi mettermi le cuffie sulle orecchie e usarle queste matite e poi posarle anche perché mi viene voglia di fare qualcos'altro e poi leggere un fumetto, perché paperino è una delle mie dimensioni preferite e il domandarmi perché non cambia le cose.
Che vivo la leggerezza in un mondo che leggero non è e non sembra avere voglia di esserlo e il senso di quel che sono si perde, ma anche di tutto il resto.
Perché non mi occupo di cose serie.
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