Sunday, December 14, 2014

La magia nell'aria.

Ci sono giorni in cui la respiri, la magia nell'aria, quella che già c'è, perché c'è e quella che qualcuno riesce a creare e allora ti si appiccica addosso. Almeno un po'.
Ieri sono andata a un concerto.
Avevo cercato i biglietti giorni addietro.
Anzi non è andata neppure così. 
Ero andata in biglietteria per ben due volte per un altro spettacolo, ma tutto mi diceva che non dovevo vederlo e poi mi hanno anche detto che era brutto, e allora meglio così. Uscendo dalla biglietteria avevo però visto di questo concerto e avevo deciso che dovevo vederlo. E così ero rientrata, convinta che trovare il biglietto per quello fosse cosa semplice.
Macché.
È tutto esaurito da mesi, mi avevano risposto.
Ieri sera però ho deciso ugualmente di recarmi a teatro, nella speranza che qualcuno rivendesse il proprio perché avesse trovato di meglio da fare.
Arrivo davanti alla biglietteria, mi guardo intorno e non vedo nessuno con un biglietto in mano, allora entro con sguardo speranzoso e chiedo al ragazzo 'C'è niente per me? Me ne serve solo uno!'
Il suo sguardo diventa un po' furbo e malizioso. Si rivolge alla sua collega e le chiede 'L'hai sbloccato?' e lei risponde di sì.
«Allora - dice lui, rivolto a me - se ne è sbloccato uno in questo momento, quarta fila posto 22. Che ne dici?»
Beh, non costava proprio pochissimo, ma si può essere taccagni con la fortuna? Assolutamente no.
«Lo prendo».
E da lì, mentre i miei vicini mormoravano di biglietti acquistati a settembre e io tacevo, ho assistito a una delle meraviglie più grandi della mia vita.
A parte il mio idolo, l'uomo che sprizza note dalle mani e dagli occhi e che mi incanta tutte le volte che lo vedo, a parte un'orchestra che adoro perché riesce a fare miracoli sotto la guida di lui e anche di altri. Ma poi c'era lei.
Alcuni dicono che gli artisti non siano altro che canali fra gli dei e l'opera che viene fuori. Lei non è solo un canale, lei è una Dea scesa in terra per creare musica.
Le hanno preparato una pedana di legno, con un tappeto persiano sopra, hanno acceso incenso che si è sparso per tutto il teatro, hanno messo un cuscino rosso e portato il suo strumento che solo a guardarlo incute timore e sacro rispetto.
Poi lei è entrata, vestita di un abito rosso e oro, a piedi nudi, facendo scomparire tutte le nostre orchestrali vestite di nero, perché a volte il colore e la rottura delle convenzioni mangia tutto il resto, e perché un'aura la accompagnava. 
Seduta in terra, con una gamba tutta ripiegata per tutto il tempo senza dare segni di scomodità, ha dominato tutto il palcoscenico, producendo luce e musica divina. Intorno a lei c'era un cerchio magico.
Ecco, dice che bisognerebbe sempre ispirarsi a qualcuno. Io è proprio a lei che vorrei ispirarmi. Lei, che se ne stava con gli occhi chiusi, rapita dalla musica sua e di tutti gli altri, il suo sitar parte di lei e l'armonia fra tutti, che sono sicura, non si sarebbe creata senza la sua energia.
Lo ridico, poche volte ho assistito a qualcosa di così grandioso.
Non so cosa si provi a sentirsi così parte della propria arte, riuscire a creare tanta bellezza seduti su un cuscino a gambe incrociate sprizzando oro, ma penso sia una sensazione meravigliosa.
E ho capito il motivo per cui ero lì e per cui alla fine ero riuscita a trovarlo, quel biglietto.
E allora oggi ho finito il mio quadro, quello del braccio e è il quadro più bello che abbia fatto fino ad ora.
Perché, appunto, la magia è contagiosa, e un po' ci rimane dentro.
Ci sono persone nel mondo a cui non si può fare altro che dire 'Grazie di esistere'.

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