Monday, January 19, 2015

Il bio mondo.

In genere si dice.
Un brutto raffreddore mi costringe in casa.
Una brutta influenza mi costringe a letto e di uscire non se ne parla neanche.
Accidenti, ho una frattura alla tibia destra, portatemi qualcosa.
E così via.
Io dico.
Spotify mi costringe a casa.
Che certo è meglio di una malattia, ma forse è una specie di malattia anche quella.
Andavo a scrivere a destra e a manca e non riuscivo a stare in casa per più di mezz'ora. Dopo un po' di girelli per le due stanze dovevo mettere il naso fuori.
Ora ogni mia uscita con conseguente switch off del mio produci-musica si accompagna a un moto di sofferenza di intensità tutt'altro che trascurabile. 
Tanto che spesso tento di sabotare lezioni di danza o yoga o quelle minime uscite necessarie alla sopravvivenza, tipo fare la spesa e solo un residuo di buon senso non mi fa rinunciare a tutto per rinchiudermi e identificarmi fino in fondo con quell'esserino che domina nel titolo del blog. Una talpa.
E quando poi ce la faccio e  mi ritrovo fuori, a volte mi dico che ho fatto bene, altre invece trovo ogni scusa possibile per dirmi che avrei fatto meglio a stare a casa.
Perché c'è dell'altro.
L'altro giorno ero a lezione di yoga, dove arrivo sempre con un certo anticipo, perché in ogni genere di lezione arrivo in anticipo. Ho bisogno di un tempo fisiologico per prepararmi agli eventi.
Inoltre generalmente taccio distesa sul tappetino, sia prima che dopo. Per un tempo di introduzione, prima e di ripristino lento, dopo.
In questi spazi silenti talvolta si inseriscono conversazioni vaganti nell'aria, alle quali in genere non presto attenzione.
Quel giorno due tipe parlavano di cibo e ci feci caso perché è un tema che mi tocca, ultimamente. Non perché ne sia personalmente interessata, ma per l'esatto opposto. Trovo che il cibo sia diventato l'argomento più ricorrente in tutti gli ambienti, a tutti i tavoli, tra tutti i generi, in tutte le situazioni non si fa altro che parlare di cibo. Il perché di questo incremento non lo capisco. A meno che non sia sempre stato così e io non me ne sia accorta.
Come se non bastasse, i cibi di cui spesso si parla sono antitalpa.
Le due tipe ad esempio si passavano una ricetta. Eccola.
Tu prendi del tofu, con un battutino d'aglio, ci metti del ginger, che è miracoloso per qualunque cosa, pare ripari anche i computer, e aggiungi della salsa... ecco il nome della salsa non l'ho capito, iniziava con la sc di scivolo ma il resto mi è sfuggito perché era troppo difficile. Delizioso, concludevano.
Uno può dire, ma cosa te ne importa se gli altri parlano di cibo e se le ricette per te sono strambe, mica le devi cucinare tu.
No davvero, non ci penso neanche. Ma questo non è uno scherzo, questa è un'epidemia. Del cibo in generale e del cibo strano in particolare. Nella talpa city fioriscono posti vegani e vegetariani e bio. Tutto è bio.
Argomenti, oggetti, ambienti, persone, mestieri, viaggi, hobby, giocattoli, strumenti, musicali e non, automobili, abiti, e tutto quel che esiste se non avrà il prefisso bio fra un po' sarà fuori uso.
Le conseguenze per me sono drammatiche e non perché più si va avanti più trovare un panino al salame e un cappuccino sarà difficile, cosa già drammatica, ma perché sarò io stessa una specie in via di estinzione.
Si sa che per l'evoluzione della specie il requisito più importante è la capacità di adattamento. Se ti adatti al cambiamento, sopravvivi, se no sei spacciato.
Io non ce la posso fare, io sono già spacciata.
Io non sono bio.
Quindi se quando riesco a distaccarmi dalla mia ormai adorata connessione e il mio spotify e il mio mondo musicale che crea una dipendenza pazzesca ma chi se ne importa, esco e mi scontro con un tipo di evoluzione che mi ha già tagliato fuori, chi me lo fa fare di uscire?
Questa potrebbe essere la fine della talpa, ma l'unico grande pericolo che sento veramente è che il bio si insinui nel mio computer, nella mia connessione e nel mio spotify.
Un mondo bioteconologico e un biospotify non potrei sopportarli.
Ma le epidemie non sono fatte forse per invadere qualunque cosa?
Temo sia solo questione di tempo.
Altro motivo per perdere meno note possibile in un mondo non ancora contaminato.

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