Monday, December 14, 2015

Esplosione creativa.

Siccome siamo sempre alla ricerca di problemi, ne troviamo a bizzeffe.
Il mio ora è costituito dall'avere troppe idee.
Naturalmente se ne avessi avute poche sarebbe stato un problema lo stesso e infatti l'introduzione parla chiaro. Non esiste situazione immune dal problema. Assodato questo, perché fare il punto, anche se non piacevole, tranquillizza, troppe idee non aiutano.
Innanzitutto mi fanno venire molta ansia, perché la mia mezz'oretta di lavoro al giorno è decisamente insufficiente a sostenerle. Inoltre ho la consapevolezza che anche se lavorassi cento ore non basterebbero. Questa è una consapevolezza che mi fa comodo, certo, ma è così, perché niente basta mai. Più alzi l'asticella, più rimani insoddisfatto, ecco perché mi impegno ogni giorno a tenerla bassa e anche questo compito richiede uno sforzo non da poco.
Tornando alle idee numerose, mi affollano il computer e la casa. Affidandole a questo strumento con cui sto scrivendo e alle mura della mia dimora, spero di liberare spazio dal mio cervello e in un certo senso è così, però il sapere che zampettano in tutti gli altri luoghi, anche se non è propriamente la mia testa da cui le ho buttate fuori, non mi fa sentire tranquilla, quindi è come se un po' rimanessero anche lì. Insomma, è difficile liberarsene.
Cosa comporta tutto ciò. 
Occorre precisare che io sono una talpa un po' dispersiva e poco organizzata, ecco perché passo le giornate a cercare metodi che mi aiutino in questo, senza trovarli. Perché forse il disordine è in me e se in una camera non rifai il letto è inutile che apri le finestre per fare entrare aria, il letto rimane disfatto. Questo è un po' quel che accade a me.
Le idee dicevo, perché mi disperdo anche qui, come si può vedere.
Grazie al loro numero cospicuo ho cartelle piene di idee per libri e racconti, blocchi da disegno pieni di schizzi, due libri e quattro quadri iniziati.
Se tutto si fermasse qui, forse potrei pensare di poterlo affrontare, ma non accade così, perché le idee non capiscono quando è il momento di fermarsi e appena ne arriva una nuova io le corro dietro. È come una lepre nel bosco che mi corre davanti e io sono una talpa, non posso che seguirla quella lepre che saltella libera. La talpa è curiosa, contrariamente a quanto si possa pensare e adora saltellare dietro alle novità, rischiando talvolta di perdere la strada del ritorno, cosa molto facile per lei.
Il punto è che l'idea la devi acchiappare quando arriva, quindi questo mi porta a mollare tutto, prendere la tela, ad esempio e fissarci sopra l'impronta di quella lepre. 
E così i lavori iniziati aumentano e anche la confusione.
Non c'è fine a questo processo, e il solo modo per affrontarlo è imparare a muoversi in mezzo a tutto questo, starci tranquilla insomma. 
E questo richiede una grande pratica zen, che io amo, ma non so afferrare e il fatto che con lo zen usi il termine afferrare la dice lunga su quanto sia lontana dall'essenza di quella pratica.
Un tempo pensavo che per acquisirla o avvicinarmici avrei dovuto ritirarmi in un eremo, in alto su una montagna irraggiungibile. Ora penso che lo zen vada cercato qui dove sono e anche questa naturalmente è una scusa per stare dove sono esattamente come sono.
Le mie naturalmente non sono idee speciali e fino a un po' di tempo fa pensavo che si trattasse di roba abbastanza inutile, ma ora non lo penso più, perché sono idee, nient'altro che idee che mi piace seguire, come un leprotto nel bosco.
Però forse devo trasferirmi in un bosco in cui ce ne siano meno.
Ma mi divertirei, poi?

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