Sunday, December 6, 2015

Sono felice per.

La colazione.
C'è chi si sveglia spinto dal desiderio di salvare il mondo, chi per mettere insieme una squadra di hockey, chi per fare il giro del mondo, chi per fare volontariato, chi per governare un grande paese, chi per fare il panettiere, chi per correre per almeno trenta chilometri, chi per guardare dieci film in un giorno, chi per piantare una piantagione di banane, chi per costruire almeno due grattacieli, chi per fare l'amore tutto il giorno, chi per preparare la torta più buona del creato, chi per fare una scoperta che gli cambi la vita, chi per andare a trovare un amico lontano, chi per arrampicarsi su un albero e stare lì tutto il giorno, chi per lanciarsi col deltaplano, chi per camminare tutto il giorno sulle mani, chi per non fare niente, chi per buttare all'aria tutto, chi per stendersi su un prato e molte altre cose comuni. Io mi sveglio per la colazione. In mancanza di motivazioni più forti, la tazza di caffellatte sospesa davanti ai miei occhi è il primo motore delle mie giornate. Non voglio dire l'unico per non sembrare sfigata, però devo dire che se mi sforzo non è che me ne vengano in mente molti altri. Ma la tazza ha un potere forte, che è quello di rimanere immutato nel corso dei secoli. Non cala di un micron, semmai cresce.

Il tesoro.
Anni fa un po' inconsapevolmente comprai una serie di fascicoli, che, a parte guardarli un po' lì per lì, riponevo nei contenitori per non farne più di niente. Ma ero molto felice quando arrivavano. Non è molto che ho riaperto il baule in cui li avevo riposti per farne ciò per cui li avevo comprati: usarli e trarne degli insegnamenti preziosi. E così ho scoperto che lì dentro c'era un mondo che mi stava aspettando. Voglio dire che avevo un tesoro in casa e non lo sapevo. Scoprirlo è stato fantastico. Ma siccome usarli comporta fatica, a volte mi sfavollo anche di questa scoperta che non mi lascia più libera e anche questo mi rende felice, perché vuol dire che la mia natura talposa è intatta.

La musica.
Grazie a Spotify potrei smettere di uscire di casa, quindi forse non è un bene che io l'abbia scoperto. Se la mattina, dopo la colazione, mi infilo le cuffie e prendo in mano una matita, accade che mi dimentichi di uscire e degli impegni che avevo. È come un salto in un altro mondo che fa saltare le connessioni con questo. È bello.

Il tramonto.
Perché avviene davanti ai miei occhi e soprattutto perché grazie alle mie tendine furbe, mia nuova e ottima invenzione, posso fare fuori il sole mentre lavoro e questo mi dà un'enorme soddisfazione, perché per un paio d'anni l'ha avuta vinta lui. Prima lo copro, poi tramonta e tutto funziona.

Il cinema.
Non tutti, solo alcuni. Ma ci sono delle sale che hanno un'attrazione pazzesca su di me e grazie a questo potere ho visto molti film brutti, solo per andare a sedermi lì, perché la mia capacità di discernimento di fronte a quelle sale lì, sparisce. Anche questo è bello.

I piedi.
Perché i piedi sono pazzeschi. Grazie a loro posso camminare, posso danzare e posso andare in bicicletta. Lo so, lo so bene, anche con le mani faccio tante cose, con gli occhi e tutto il resto, sì lo so che tutto serve, tutto è importante eccetera, ma secondo me i piedi sono pazzeschi, li uso moltissimo. Anche se ultimamente sono un po' arrabbiata con loro perché non mi aiutano come dovrebbero con le pirouettes e anche se so che non è del tutto colpa loro, anzi lo è in minima parte, se li metto al primo posto devono anche essere disposti a prendersi colpe che non sono loro. Credo sia colpa loro anche il mio non riuscire a fare la verticale, perché avendoli messi al primo posto vogliono stare in basso, dove sono sempre stati. Perché a furia di trattarli così, sono diventati prepotenti. Ma sono loro i primi, non c'è dubbio.

La libertà.
Che è meravigliosa, e lo è talmente tanto che diventa tiranna. Non è facile averci a che fare, è davvero una strana amica, però è sacra. Può dare le vertigini e far venire voglia di rinchiudersi in una scatola, tanto può fare spavento, eppure se lei non ci fosse nulla avrebbe senso. Ogni giorno la convivenza con lei è diversa. È un essere guizzante che si trasforma, la prova più difficile delle mie giornate,  ma è qui, e se imparo a trattare con lei, insieme possiamo fare grandi cose. Forse è anche per questo che non ho vinto, perché come ho detto è tiranna e trovare il giusto punto di tensione è uno degli scopi della sua esistenza nella mia vita.

Tutto.
Perché mi piace tutto quello che faccio e se dovessi inventare, scrivere, disegnare, dipingere, danzare le mie giornate, credo che le creerei proprio così. E credo che anche me stessa non mi creerei molto diversa da come sono. Del resto questo è quel che ho e mi ci sono affezionata e piano piano ho trovato diversi strumenti sul cammino per mettere a punto quel che non funziona. Non vorrei cambiare squadra, ecco, sarebbe un gran casino se lo facessi.

La vita è una roba strana e se ci si tira su le maniche anche quando fa freddo allora vuol dire che va tutto bene.

No comments:

Post a Comment