Friday, December 4, 2015

La fine improvvisa.

Oggi, anzi ora, pochi minuti fa, è accaduta una cosa strana.
Forse ho terminato il mio quarto libro.
La fine mi ha colto di sorpresa e nonostante non sia la prima volta che la fine mi sorprenda lungo il cammino, tutte le volte non solo me ne stupisco, ma la cosa mi lascia costernata e con un senso di tristezza che mi porta quasi alle lacrime.
Non ci vorrebbe molto ora a lasciarmi andare al pianto, ma vorrei evitare perché ho le lenti a contatto nuove e quando piango mi si impiastricciano tutte e così oltre alla tristezza di un libro forse finito a tradimento, otterrei anche di vedere tutto appannato. Non è il caso che aggiunga disagio al disagio.
Il quarto libro nel giorno quattro. Questo dovrebbe consolarmi, ma non lo fa.
È successo troppo all'improvviso.
E ora?
E poi, come è potuto accadere visto che non faccio mai niente?
Il mio oroscopista personale un po' di tempo fa diceva che non dovevo strafare, che potevo vivere di rendita del lavoro svolto in passato e anche se io non conservavo ricordo di questo lavoro già svolto, l'ho preso in parola, perché è il mio oroscopista di fiducia.
Così come adesso mi dice che se uno si affanna e fa molti zig zag, che vuol dire fare i pazzi per arrivare prima, non arriva affatto prima, ma impiega lo stesso tempo di chi si mette nella sua corsia e va alla sua velocità.
Fatto sta che applicando queste regolette contrarie all'affanno evidentemente sono arrivata al punto senza rendermene conto, il che rende il mio oroscopista ancora più geniale e me triste, ma è un prezzo che forse bisogna pagare.
L'unica consolazione che riesco a vedere in tutto questo, è che ora posso spegnere il computer e uscire, che so, a prendere un cappuccino o a comprarmi un altro cappottino, forse ancora rosso o giallo.
Ma non ne ho voglia, perché non l'ho deciso io e soprattutto perché il fatto di poterlo fare lo rende immediatamente poco interessante, quindi mi sa che non uscirò per i prossimi quattro giorni, proprio perché potrei farlo liberamente.
Quando le cose vanno storte del resto non ci si può fare niente.
A questo punto credo che mi farò un tè, perché sono le cinque.
E poi non lo so, proprio non lo so cosa farò. 
Forse mi toglierò le lenti e mi lascerò andare alle lacrime.
Sì, credo che farò così.

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