Saturday, October 24, 2015

Le pulizie sono pericolose.

Stamattina ho deciso di pulire una delle due stanze che ho.
Perché non tutte e due?
Perché per pulirne una impiego, quando tutto va bene, dalle tre alle quattro ore, che vuol dire che per pulirne due ne impiegherei otto. Una vita.
Perché ci metta così tanto non lo so, anche se me lo sono chiesta tante volte. Comunque questo è il tempo che mi ci vuole.
Ma oggi non è filato tutto liscio, quindi anche le quattro ore non sono bastate e ho anche perso il conto.
Agitando un piccolo foulard fuori dalla finestra per rimuovere eventuali granelli di polvere è volato via anche un sassolino che è finito sul tetto di sotto. Non si trattava di un sassolino qualunque, ma del resto nulla di ciò che è contenuto nella mia tana si può definire 'qualunque'.
Il tetto sotto non era distante, quindi ho pensato di calarmi giù dalla finestra per recuperarlo, ma siccome non sono molto coraggiosa quando ho visto che non ci arrivavo coi piedi e che per raggiungerlo avrei dovuto fare un piccolo balzo, che la pendenza mi faceva un po' paura, che la parte di tetto su cui sarei atterrata non era abbastanza grande da compensare eventuali miei rotolamenti post atterraggio e che non avrei saputo molto bene come rientrare nella stanza dopo, ammesso che fossi sopravvissuta, ho deciso di riportare dentro le gambe e costruire un attrezzo per recuperarlo. Ho legato con del nastro adesivo un cucchiaio all'estremità della scopa, ma non ci arrivava, anche sporgendomi moltissimo, allora ho legato tale scopa attrezzata a un'altra scopa e così ci arrivava, ma il sassolino non ne voleva sapere di risalire saltellando le tegole e il cucchiaio non ne voleva sapere di raccoglierlo e quindi, per dimostrarmi la loro intenzione a non collaborare, il sassolino è rotolato sul tetto sottostante, irraggiungibile con qualunque mezzo, a meno che non decidessi di calarmi con una fune, delle lenzuola legate come fanno i Bassotti per fuggire dalle prigioni o un paracadute. Sono stata molto saggia e ho deciso di abbandonare, ma il mio cuore è rimasto triste. Non sono stata capace di prendermi cura del mio sassolino.
Come non fosse abbastanza, un altro oggetto mi si è ribellato. Una palla da contact. Per pulire la stanza ho portato tutte le cose nell'altra e ho poggiato la palla su un cuscino. Dopo un po', ripassando di lì per caso, ho sentito grande puzza di bruciato, grande non piccola, ho visto del fumo e una fiamma. La palla aveva fatto da lente, bruciato il cuscino e tentato di bruciare i miei peluche e il mio robot. Li avevo messi tutti vicini. Mi era già capitato una volta, ma io non c'ero, la bruciatura era stata piccola e non avevo subito il trauma perché me ne ero accorta molto tempo dopo. 
Ho soffiato sul cuscino, l'ho messo sotto l'acqua, l'ho infilato tutto gocciolante nella spazzatura e ho messo sotto l'acqua anche la palla perché si rinfrescasse le idee e sto valutando l'idea di tenerla bene al chiuso.
Il cuscino era quello che usavo per lavorare, lo mettevo sulla sedia e rendevo così morbida la mia postazione, giù dura nella sua essenza.
Ora non ce l'ho più.
In una sola sessione di pulizie ho perso un sassolino e un cuscino e rischiato di fare una finaccia. Inoltre la casa anziché profumare di detersivo come accade quando si pulisce, puzza di bruciaticcio.
Credo che i messaggi siano questi:
Non devo pulire.
Devo uscire subito perché la casa oggi mi è nemica.
E non devo più lavorare, perché altrimenti non mi avrebbe bruciato proprio quel cuscino.
Credo che andrò anche a vedere il film del mio amico Philippe, Walk, così la prossima volta che dovesse capitarmi qualcosa del genere forse sarò in grado di tendere un filo d'acciaio e andare a riprendermi il sassolino.
Inutile dire che mi dispiace molto di più per lui che per il cuscino. 
Uffa.

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