Non sto lavorando per niente e pensavo che dirmelo, guardare in faccia questa triste verità mi aiutasse a risolverla e invece più la guardo e più rimane lì, beffarda e mi dice anche 'e allora, cosa vuoi da me, brutta talpaccia?'
No, tanto non serve neppure insultarmi, le ho provate tutte.
Ho letto su qualche manuale, di quelli ne leggo moltissimi, che qualche scrittore di quelli super, tipo Hemingway che ne sapeva una più del diavolo, diceva 'scrivere? Allora subito ti metti a pulire il frigorifero'.
Io non faccio neppure quello, perché preferirei perfino mettermi a scrivere, ma purtroppo si può spaziare fra mille attività alternative e se ne possono perfino inventare di mai esistite, pur di non lavorare. Roba che se si usasse la stessa fantasia per mettere una parola dietro all'altra forse verrebbe fuori un capolavoro.
Ad esempio, ora sono qui, ma il computer l'avevo acceso mica per scrivere post, che non scrivo da mesi e oggi mi ero già espressa abbastanza, ma scommetto che potrebbero venirmi in mente centinaia di post pur di non aprire il file.
Come fare? Non lo so.
Forse non sono portata per questo tipo di lavori in cui non c'è nessuno che ti frusta.
Ora potrei anche andare a provare qualche verticale, perché mi potrei dire che un afflusso di sangue nella chiorbina potrebbe farmi venire idee fantastiche e poi ci sarebbe un tipo che fa yoga con me che oggi dà spettacolo in una gelateria creando dolci nuovi e anche se di dolci non me ne importa assolutamente niente, di fronte alla prospettiva del lavoro potrei improvvisamente trovarli interessanti.
Il punto è che se anche riuscirò a scrivere una manciate di pagine oggi, cosa che credo, (con cauto ottimismo) riuscirò a fare, domani chissà. Quel che mi manca è non solo l'applicazione, ma anche la continuità.
Mi sento un disastro e me ne catafotto.
Questa è la situazione, drammatica mica non lo riconosco, ma se solo tutti potessero vedere coi miei occhi questo sole e questa temperatura che entrano dalle finestre allora si potrebbe capire la mia decisione in direzione di una bella passeggiata con cappuccino, piuttosto che stare a questo tavolo. Umpf!
Comunque ora scrivo i propositi per il prossimo anno.
Lavorare (non so perché appena ho scritto questa parola imovie, mai usato, si è messo a saltellare. Che voglia suggerirmi di andare al cinema?)
Dicevo: lavorare e non pulire il frigo, perché vanno scritti anche quei pochi vantaggi che porta il lavoro. L'unico, probabilmente.
Non parlare mai più del meteo. Quella roba sul tempo che si dice quando non si sa cosa dire, inutile, perché il meteo rimane lo stesso sia che se ne parli, sia che non lo si faccia e se uno non ha niente da dire allora è giusto che stia zitto invece di mettersi a parlare di quante magliette ci si debba infilare con questa temperatura né fredda né calda.
Imparare la verticale e poi smettere di andare a yoga prima di diventare un'omicida. (solo che i tempi di apprendimento lunghi non garantiscono che riesca a scampare a tale destino).
Cercare di non fare morire ogni pianta con cui entro in contatto.
Acquisire l'equilibrio proprio del mio segno, che è la bilancia e di cui io invece sono priva, non so perché.
Bere più acqua perché dicono che faccia bene al cervello e allora forse mi metterei a lavorare di più, chissà.
Mangiare meno panini con affettati perché sono piena di bolle.
Togliere le pile di oggetti che si accumulano sulle sedie per potermi sedere (e eventualmente lavorare).
Non scocciarmi terribilmente quando devo fare la punta alle matite.
Smettere di scrivere biglietti di buoni propositi, che tanto poi non li leggo.
Indossare solo gonne, quasi solo. Diciamo qualche volta indossare qualche gonna. No, indossare quasi sempre gonne e qualche volta pantaloni, per invertire la solita tendenza.
Invertire ogni tendenza solita, così ci sta dentro tutto e non ci si pensa più.
Cucinare a volte delle verdure anche se sono verdi. Basterebbe anche una volta al mese.
Smettere di comprare materiale da disegno senza avere prima consumato il precedente, se no devo lasciare la casa perché ci stia tutto e dormire sulle scale.
Ballare di più e pensare di meno.
Ridere moltissimo, almeno quattro volte al giorno.
Sentirmi fichissima.
E forse ora devo andare, perché questo giochino dei propositi potrebbe durare tutto il giorno e tutta la notte, non a caso la mia parte fannullona, quasi tutta me quindi, lo ha scelto come argomento per questo post di allontanamento dal lavoro.
Sob.
No, tanto non serve neppure insultarmi, le ho provate tutte.
Ho letto su qualche manuale, di quelli ne leggo moltissimi, che qualche scrittore di quelli super, tipo Hemingway che ne sapeva una più del diavolo, diceva 'scrivere? Allora subito ti metti a pulire il frigorifero'.
Io non faccio neppure quello, perché preferirei perfino mettermi a scrivere, ma purtroppo si può spaziare fra mille attività alternative e se ne possono perfino inventare di mai esistite, pur di non lavorare. Roba che se si usasse la stessa fantasia per mettere una parola dietro all'altra forse verrebbe fuori un capolavoro.
Ad esempio, ora sono qui, ma il computer l'avevo acceso mica per scrivere post, che non scrivo da mesi e oggi mi ero già espressa abbastanza, ma scommetto che potrebbero venirmi in mente centinaia di post pur di non aprire il file.
Come fare? Non lo so.
Forse non sono portata per questo tipo di lavori in cui non c'è nessuno che ti frusta.
Ora potrei anche andare a provare qualche verticale, perché mi potrei dire che un afflusso di sangue nella chiorbina potrebbe farmi venire idee fantastiche e poi ci sarebbe un tipo che fa yoga con me che oggi dà spettacolo in una gelateria creando dolci nuovi e anche se di dolci non me ne importa assolutamente niente, di fronte alla prospettiva del lavoro potrei improvvisamente trovarli interessanti.
Il punto è che se anche riuscirò a scrivere una manciate di pagine oggi, cosa che credo, (con cauto ottimismo) riuscirò a fare, domani chissà. Quel che mi manca è non solo l'applicazione, ma anche la continuità.
Mi sento un disastro e me ne catafotto.
Questa è la situazione, drammatica mica non lo riconosco, ma se solo tutti potessero vedere coi miei occhi questo sole e questa temperatura che entrano dalle finestre allora si potrebbe capire la mia decisione in direzione di una bella passeggiata con cappuccino, piuttosto che stare a questo tavolo. Umpf!
Comunque ora scrivo i propositi per il prossimo anno.
Lavorare (non so perché appena ho scritto questa parola imovie, mai usato, si è messo a saltellare. Che voglia suggerirmi di andare al cinema?)
Dicevo: lavorare e non pulire il frigo, perché vanno scritti anche quei pochi vantaggi che porta il lavoro. L'unico, probabilmente.
Non parlare mai più del meteo. Quella roba sul tempo che si dice quando non si sa cosa dire, inutile, perché il meteo rimane lo stesso sia che se ne parli, sia che non lo si faccia e se uno non ha niente da dire allora è giusto che stia zitto invece di mettersi a parlare di quante magliette ci si debba infilare con questa temperatura né fredda né calda.
Imparare la verticale e poi smettere di andare a yoga prima di diventare un'omicida. (solo che i tempi di apprendimento lunghi non garantiscono che riesca a scampare a tale destino).
Cercare di non fare morire ogni pianta con cui entro in contatto.
Acquisire l'equilibrio proprio del mio segno, che è la bilancia e di cui io invece sono priva, non so perché.
Bere più acqua perché dicono che faccia bene al cervello e allora forse mi metterei a lavorare di più, chissà.
Mangiare meno panini con affettati perché sono piena di bolle.
Togliere le pile di oggetti che si accumulano sulle sedie per potermi sedere (e eventualmente lavorare).
Non scocciarmi terribilmente quando devo fare la punta alle matite.
Smettere di scrivere biglietti di buoni propositi, che tanto poi non li leggo.
Indossare solo gonne, quasi solo. Diciamo qualche volta indossare qualche gonna. No, indossare quasi sempre gonne e qualche volta pantaloni, per invertire la solita tendenza.
Invertire ogni tendenza solita, così ci sta dentro tutto e non ci si pensa più.
Cucinare a volte delle verdure anche se sono verdi. Basterebbe anche una volta al mese.
Smettere di comprare materiale da disegno senza avere prima consumato il precedente, se no devo lasciare la casa perché ci stia tutto e dormire sulle scale.
Ballare di più e pensare di meno.
Ridere moltissimo, almeno quattro volte al giorno.
Sentirmi fichissima.
E forse ora devo andare, perché questo giochino dei propositi potrebbe durare tutto il giorno e tutta la notte, non a caso la mia parte fannullona, quasi tutta me quindi, lo ha scelto come argomento per questo post di allontanamento dal lavoro.
Sob.
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