Ogni volta che apro il rubinetto dico 'wow', perché tanta acqua così, nella mia tana quassù in cima, non l'ho mai avuta. Quindi dopo una settimana di carenze idriche è tornata più baldanzosa che mai. Un saggio zen non ci vedrebbe niente di strano in questo andamento. Io dico solo wow e non riesco a non stupirmene tutte le volte.
Ma non passo la giornata solo ad aprire i rubinetti per verificare che l'abbondanza sia sempre immutata (e lo è), faccio anche altro.
Ad esempio continuo a frequentare il signor Thaddeus. Se faccio progressi? Ehm... non saprei. A giudicare dalla dimostrazione degli errori che mi ha dato ieri forse dovrei dire di no, ma tendo a sorvolare su questi stupidi cavilli. Anche se non credo di poter avere dubbi sul significato della parola contortionist, inglese o no mi pare abbastanza chiaro che quei contorsionismi non andrebbero eseguiti. Io non faccio altro che quelli.
Il signor Thaddeus ha speso svariati minuti del suo video a mostrare ciò che non si dovrebbe fare. Inutile dire che avrei preferito li occupasse in altro modo. Niente contorsionismi, niente rigidità nella mano, nelle dita, nel braccio, da nessuna parte insomma. La chitarrina va suonata belli rilassati, con una manina verticale e allegra. Io gli errori che ha mostrato li faccio tutti. In pratica, grazie alla sua dimostrazione, ho scoperto che sto tutta nell'area 'ciò che non andrebbe mai fatto suonando una chitarra'.
Ma c'è anche una buona notizia, ed è che non mi sono scoraggiata per niente. Non che abbia corretto le mie attitudini sbagliate, no, ho continuato semplicemente a suonare come mi pare. Non perché voglia essere cocciuta, no, stavolta non si tratta di cocciutaggine, ma è l'unico modo in cui mi riesce per ora e allora la differenza per me non sta nel contorsionismo o non contorsionismo, ma tra il fare o non fare, tra il perseverare e il mollare e io ho scelto il primo e se questo comporta che mi ritrovi con una manina tutta anchilosata, chi se ne importa, il gioco vale la candela. E chissà che un giorno non riesca anche a usarla come si deve, ma certo se smettessi ora non arriverei mai al punto di scoprirlo.
Ho fatto anche delle chromatic scale insieme a mister Thaddeus che a un certo punto prende il suo handy-dandy metronome, così lo chiama lui il mio incubo e lo accende a una nice slow speedy che mi manda in pappa il cervello, ma provo ugualmente ad arrancargli dietro. Quelle poche (pochissime) volte che riesco a seguirlo nelle scale, lui e il suo dandy dandy friend, è bello. Se perdo una sola nota vado così nel pallone che mi ritrovo contorsionista non solo nella mano, ma tutto mi si contorce attorno al manico della chitarra.
Poi lui, tanto per fare un po' il ganzino, fa tutto a una velocità che le dita neanche le vedo muoversi, le sue corde suonano appena le sfiora e non mi pare ci debba mettere la forza che ci devo mettere io, quindi è ovvio che la domanda che mi faccio tutte le volte è se non sia la mia chitarrina classica sbagliata piuttosto che io e confesso che una risposta a sfavore della prima mi farebbe parecchio comodo.
Il signor Thaddeus però dice che se ogni giorno aumento la velocità del mio handy dandy metronome di un little inch, a un certo punto neanche io vedrò più le mie dita. E non si può dubitare di quel che dice il signor Thaddeus.
Però accade una cosa un po' spiacevole; che ogni volta che spengo il computer e esco dal video, non mi ricordo più niente di quello che faceva lui e delle posizioni delle dita, contorte o no e questo è un problemuccio perché non posso continuare a suonare appiccicata al monitor di un computer.
Ma c'è qualcosa di molto più preoccupante che sta accadendo. Sui polpastrelli delle dita della mia zampa sinistra stanno comparendo piccoli indurimenti che prima spuntano, fanno una piccola montagnella, invisibile a occhio nudo, ma sufficientemente percepibile al mio tatto da generarmi tutte le volte sconcerto e grande preoccupazione. Come se non bastasse dopo un po' iniziano a sbucciarsi. Io non faccio altro, durante il giorno, che toccarmi i polpastrelli danneggiati.
È vero che sto imparando la mia canzoncina preferita, è vero che le scale sono importanti, è vero che un piccolo inch al giorno toglie ogni problema di torno, è vero che mi sento Ben Harper, ma è altrettanto vero che possono bastare dei piccoli calletti sulle dita a farmi smettere alla velocità della luce, infilare la mia chitarrina classica nel suo fodero e fare come se non fosse mai esistita.
Perché il signor Thaddeus invece di spendere minuti del suo video a imitare talpe maldestre, non parla invece di questo problema e di come risolverlo? L'avrà avuto anche lui. O no?
Ma non passo la giornata solo ad aprire i rubinetti per verificare che l'abbondanza sia sempre immutata (e lo è), faccio anche altro.
Ad esempio continuo a frequentare il signor Thaddeus. Se faccio progressi? Ehm... non saprei. A giudicare dalla dimostrazione degli errori che mi ha dato ieri forse dovrei dire di no, ma tendo a sorvolare su questi stupidi cavilli. Anche se non credo di poter avere dubbi sul significato della parola contortionist, inglese o no mi pare abbastanza chiaro che quei contorsionismi non andrebbero eseguiti. Io non faccio altro che quelli.
Il signor Thaddeus ha speso svariati minuti del suo video a mostrare ciò che non si dovrebbe fare. Inutile dire che avrei preferito li occupasse in altro modo. Niente contorsionismi, niente rigidità nella mano, nelle dita, nel braccio, da nessuna parte insomma. La chitarrina va suonata belli rilassati, con una manina verticale e allegra. Io gli errori che ha mostrato li faccio tutti. In pratica, grazie alla sua dimostrazione, ho scoperto che sto tutta nell'area 'ciò che non andrebbe mai fatto suonando una chitarra'.
Ma c'è anche una buona notizia, ed è che non mi sono scoraggiata per niente. Non che abbia corretto le mie attitudini sbagliate, no, ho continuato semplicemente a suonare come mi pare. Non perché voglia essere cocciuta, no, stavolta non si tratta di cocciutaggine, ma è l'unico modo in cui mi riesce per ora e allora la differenza per me non sta nel contorsionismo o non contorsionismo, ma tra il fare o non fare, tra il perseverare e il mollare e io ho scelto il primo e se questo comporta che mi ritrovi con una manina tutta anchilosata, chi se ne importa, il gioco vale la candela. E chissà che un giorno non riesca anche a usarla come si deve, ma certo se smettessi ora non arriverei mai al punto di scoprirlo.
Ho fatto anche delle chromatic scale insieme a mister Thaddeus che a un certo punto prende il suo handy-dandy metronome, così lo chiama lui il mio incubo e lo accende a una nice slow speedy che mi manda in pappa il cervello, ma provo ugualmente ad arrancargli dietro. Quelle poche (pochissime) volte che riesco a seguirlo nelle scale, lui e il suo dandy dandy friend, è bello. Se perdo una sola nota vado così nel pallone che mi ritrovo contorsionista non solo nella mano, ma tutto mi si contorce attorno al manico della chitarra.
Poi lui, tanto per fare un po' il ganzino, fa tutto a una velocità che le dita neanche le vedo muoversi, le sue corde suonano appena le sfiora e non mi pare ci debba mettere la forza che ci devo mettere io, quindi è ovvio che la domanda che mi faccio tutte le volte è se non sia la mia chitarrina classica sbagliata piuttosto che io e confesso che una risposta a sfavore della prima mi farebbe parecchio comodo.
Il signor Thaddeus però dice che se ogni giorno aumento la velocità del mio handy dandy metronome di un little inch, a un certo punto neanche io vedrò più le mie dita. E non si può dubitare di quel che dice il signor Thaddeus.
Però accade una cosa un po' spiacevole; che ogni volta che spengo il computer e esco dal video, non mi ricordo più niente di quello che faceva lui e delle posizioni delle dita, contorte o no e questo è un problemuccio perché non posso continuare a suonare appiccicata al monitor di un computer.
Ma c'è qualcosa di molto più preoccupante che sta accadendo. Sui polpastrelli delle dita della mia zampa sinistra stanno comparendo piccoli indurimenti che prima spuntano, fanno una piccola montagnella, invisibile a occhio nudo, ma sufficientemente percepibile al mio tatto da generarmi tutte le volte sconcerto e grande preoccupazione. Come se non bastasse dopo un po' iniziano a sbucciarsi. Io non faccio altro, durante il giorno, che toccarmi i polpastrelli danneggiati.
È vero che sto imparando la mia canzoncina preferita, è vero che le scale sono importanti, è vero che un piccolo inch al giorno toglie ogni problema di torno, è vero che mi sento Ben Harper, ma è altrettanto vero che possono bastare dei piccoli calletti sulle dita a farmi smettere alla velocità della luce, infilare la mia chitarrina classica nel suo fodero e fare come se non fosse mai esistita.
Perché il signor Thaddeus invece di spendere minuti del suo video a imitare talpe maldestre, non parla invece di questo problema e di come risolverlo? L'avrà avuto anche lui. O no?
No comments:
Post a Comment