Sunday, June 26, 2016

Pensavo di essere avanti.

Le delusione è maggiore quando si pensa addirittura di aver spiccato un bel balzo in avanti come una pantera che si lancia dal ramo di un albero, ammesso che ci salgano le pantere sugli alberi.
Nelle mie visite quasi quotidiane al signor Thaddeus arrancavo, sudavo, mi imbizzivo, mi contorcevo sulla mia chitarrina in quel modo che lui aveva indicato come sbagliato senza possibilità di appello, ma insomma, gli stavo dietro, non mollavo.
Un giorno poi, credevo di essere stata ripagata di tutti i miei sforzi.
Perché una delle frasine che mi racconto spesso (la mia testa ultimamente è fatta di stupide frasine) è che non c'è risultato che non si ottenga con il lavoro. Questa la applico soprattutto alle pirouettes, perché più o meno ho una frasina per ogni occasione (se questo computer non smette di scrivermi fratina anziché frasina lo faccio volare dalla finestra, a proposito di pazienza). Dicevo che per le pirouettes mi racconto quella, anche se il lavoro non mi sta portando da nessuna parte e farei meglio a starmene in panciolle, ma sono cocciuta o forse la frasina me l'ha lasciata TT per fregarmi. Capacissima quella lì.
Insomma, un giorno il signor Thaddeus dice che era tempo di passare a una major scale, come fosse stato un salto di qualità notevole. Quale la mia sorpresa e la mia gioia nello scoprire che non solo la conoscevo e la eseguivo, ma ne facevo perfino una versione più ampliata della sua. È mancato poco che gli scrivessi se voleva che lo sostituissi ogni tanto nel suo ruolo di insegnante, che so, quando voleva prendersi qualche giorno di riposo. Mi sono anche detta che era stato inutile perdere tempo dietro a tutte quelle cosucce precedenti e se avessi saputo prima che non le conoscevo solo perché ero avanti anni luce, col cavolo che mi ci sarei fatta venire i calletti sui polpastrelli.
E poi, la disastrosa ricaduta.
Quello lì (non riesco più a chiamarlo signor Thaddeus) si è messo a fare le scale saltando delle note e per quanto questo mi turbi con un po' di pazienza (sempre lei) lo seguo. Da tale sottrazione pare vengano fuori, miracolosamente, degli accordi. Gli accordi sono quelle cose antitalpa in cui i ditini devono stare su più corde contemporaneamente e con l'altra fai una bella strimpellata, che si chiama strimming e viene fuori quello che deve venire. Che dovrebbe, nel mio caso, perché le mie dita su più corde contemporaneamente non ci vogliono stare e su questo sono state molto chiare.
Su alcuni ero riuscita però a venire a patti con loro, finché non ne è giunto uno impossibile. Una delle mie frasine è che il modo di affrontare l'impossibile è pensarlo possibile, anzi la frase è di Alice, ma grazie al signor Thaddeus, ovvero quello lì, mi sono dovuta scontrare con un impossibile che non può diventare possibile nemmeno se mi trasferisco in un altro corpo.
Trattasi di un accordo di cui ho dimenticato il nome, perché rimosso, in cui il terzo dito sta sulla sesta corda e il mignolino sulla prima. La distanza fra queste due corde è maggiore di quella fra queste mie due dita. Ci ho provato in tutti i modi, ho rischiato anche di fratturarlo con l'altra mano mentre cercavo di piazzarlo, ma non c'è stato verso. Ho pensato che solo tagliando il tendine nel mezzo forse potrei farcela, ma non ne sono sicura.
Allora mi sono accasciata sulla chitarrina, ho chiuso la porta in faccia a quello lì, non prima di inviare alle sue mani ondate di odio e anche a tutta la sua persona che sparge disperazione nel mondo senza rendersene conto.
A computer spento, da sola con la mia chitarrina fra le mani mi sono detta che l'unico modo è cercare canzoncine che non contengano l'accordo infernale, e soprattutto che non ne esistano altri simili, perché forse posso vivere evitandone uno, ma se il loro numero crescesse, il campo delle canzoncini suonabili da me potrebbe restringersi in modo pauroso.
Il punto è che io non li voglio gli accordi, io voglio quegli spartitucci in cui si suona una nota per volta, proprio come la mia canzoncina adorata.
Ma perché mi devono sempre complicare tutto?
E come faccio a coltivare la pazienza se il mondo intero si comporta così?

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