Monday, June 6, 2016

Programmi molesti.

Prima di entrare nel vivo di questo post voglio divagare e l'argomento della divagazione è la mia bici, o più precisamente i suoi problemucci.
Da un po' di tempo a questa parte non ha più il cavalletto, il perché non lo so, il giorno prima ce l'aveva e il giorno dopo se n'era liberata. Io me ne sono accorta quando il mio piade ha fatto per azionarlo e non l'ha trovato. 
Ora non frena più. Una gran frenatrice non è mai stata, ma oggi ho potuto notare che per lei avere quelle due levette davanti alle maniglie del manubrio o non averle, è la stessa cosa.
Come si può notare a mancare sono tutti gli elementi di staticità. Non vuole stare ferma e appoggiata e non si vuole fermare quando si sta muovendo. 
Però io talvolta avrei bisogno che lei potesse contare su se stessa per stare in piedi, specie quando non ci sono muri liberi. 
E avrei anche bisogno che si fermasse quando ce n'è bisogno, perché in questa città in cui vige la più selvaggia anarchia, in queste condizioni è molto probabile che atterri un pedone. Qualora dovesse accadere, il candidato numero uno per tale evento è un turista giapponese, il genere non importa, può essere ugualmente maschio o femmina. La reazione di tale soggetto all'investimento sarebbe quella di rialzarsi, scrollarsi la polvere di dosso, fare un inchino e poi scusarsi, sia con me che con la bici non frenante. Ecco, io non ce la potrei fare a fronteggiare un giapponese che si scusa perché l'ho atterrato, capace che mi ci imbizzisco pure. Quindi l'unica soluzione è che la bici si metta in testa che deve frenare e che ogni tanto deve fare lo sforzo di stare in piedi da sola. Credo che sarà necessario l'intervento di un professionista.
Detto questo, possiamo passare all'analisi del risultato della missione impossibile. Perché l'avevo chiamata impossibile? È stato quello l'errore. Ho avuto degli inghippucci. 
La rilettura per la quale mi ero concessa ben due giorni non l'ho finita neanche in tre. Però mancano solo una trentina di pagine. Forse la posso considerare anche finita, non importa essere così pignoli.
E i fiocchini e le limature finali di quell'altro, mi hanno giocato un brutto scherzo. L'impresa più ardua era dare un titolo ai capitoli, come forse avevo detto e cosa è successo? Che alcuni capitoli si sono moltiplicati per due e anche per tre. 
Ecco, io ce la metto tutta a rispettare i programmi, però se il gioco si fa sporco allora non rispondo più degli impegni presi, sia chiaro.
C'è dell'altro. Questi programmi fanno malissimo alla salute della talpa.
Nella notte fra sabato e domenica mi sono svegliata alle due e quaranta, perché una specie di idea per il libro che sto scrivendo aveva deciso di presentarsi mentre stavo dormendo. Io l'ho guardata, le ho detto di sparire all'istante, di farmi dormire e di non farsi più venire in mente di presentarsi a quelle ore. E lei si è vendicata facendomi sognare che perdevo lo zaino e dentro c'era il mio computer con tutti i miei scritti e allora smuovevo mari e monti per ritrovarlo. Per fortuna, al risveglio il mio zaino era dove l'avevo lasciato e il computer anche.
Però tutto questo mi suggerisce che forse la dovrei smettere di fare programmi.

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