Ecco, ammesso pure che non lo fossi, e non è questo il caso, lo sarei diventata all'istante, strong enough, solo a sentirmi porre tale domanda e avrei accumulato anche una certa riserva per non avere limiti.
Un po' l'effetto spinaci su braccio di ferro.
Tutto questo è accaduto perché da ieri sera stavo cercando il sentiero per un parco e non riuscivo a trovarlo e quindi ho deciso di ricorrere al vecchio, infallibile metodo: chiedere.
Nella mattina ho chiesto a un certo numero di persone e tutte mi hanno dapprima guardata come se fossi pazza e poi fornito risposte troppo vaghe per le mie capacità.
La cosa strabiliante è che la perplessità di tutte le ragazze a cui mi sono rivolta era situata nel fatto che io volessi percorrere circa sei o sette chilometri per andare e altrettanti per tornare.
Pronunciavano sei chilometri con lo stesso tono con cui avrebbero potuto dire seicento.
Ora, non per essere sbruffoni, ma non mi pare che sei o sette chilometri in bici possano essere fonte di tale sgomento.
Quindi io sorvolavo su tali inezie e focalizzavo la mia attenzione sul percorso, su quale strada prendere, appunto.
Mi sono persa sei volte.
Perché tra i tanti che mi erano stati detti, uno lo avevo anche azzeccato, ma era sulla strada, in una ciclabile in compagnia delle automobili. E io volevo andare in the forest, come mi ha detto inorridita una ragazza.
Quindi non ho esitato a lasciare la strada maestra per infilarmi nella forest, dove però, grazie a due incontri casuali (e fortunati, dato che per ore puoi incontrare solo le foglie degli alberi) ho scoperto che stavo andando giusto giusto nella direzione opposta.
Ma io ormai mi sono convinta di trovare aiuti ovunque, quindi continuo ad andare e infatti a un certo punto ho incrociato un signore in bici che mi ha detto anche lui che ero dalla parte opposta. Allora io ho girato la bici e mi sono messa a seguirlo. Lui ogni tanto guardava un po' dietro, non ho capito se perché cercava di liberarsi di me o se aveva deciso di aiutarmi.
Alla fine si è arreso, ha evidentemente rallentato, mi ha parlato di sua moglie, forse perché ha pensato che volessi molestarlo, ma il mio unico intento era raggiungere il mio parco e dopo svariati chilometri mi ha mollato su una strada indicandomi la mia meta.
Il ritorno è stato un gioco da ragazzi.
Un po' l'effetto spinaci su braccio di ferro.
Tutto questo è accaduto perché da ieri sera stavo cercando il sentiero per un parco e non riuscivo a trovarlo e quindi ho deciso di ricorrere al vecchio, infallibile metodo: chiedere.
Nella mattina ho chiesto a un certo numero di persone e tutte mi hanno dapprima guardata come se fossi pazza e poi fornito risposte troppo vaghe per le mie capacità.
La cosa strabiliante è che la perplessità di tutte le ragazze a cui mi sono rivolta era situata nel fatto che io volessi percorrere circa sei o sette chilometri per andare e altrettanti per tornare.
Pronunciavano sei chilometri con lo stesso tono con cui avrebbero potuto dire seicento.
Ora, non per essere sbruffoni, ma non mi pare che sei o sette chilometri in bici possano essere fonte di tale sgomento.
Quindi io sorvolavo su tali inezie e focalizzavo la mia attenzione sul percorso, su quale strada prendere, appunto.
Mi sono persa sei volte.
Perché tra i tanti che mi erano stati detti, uno lo avevo anche azzeccato, ma era sulla strada, in una ciclabile in compagnia delle automobili. E io volevo andare in the forest, come mi ha detto inorridita una ragazza.
Quindi non ho esitato a lasciare la strada maestra per infilarmi nella forest, dove però, grazie a due incontri casuali (e fortunati, dato che per ore puoi incontrare solo le foglie degli alberi) ho scoperto che stavo andando giusto giusto nella direzione opposta.
Ma io ormai mi sono convinta di trovare aiuti ovunque, quindi continuo ad andare e infatti a un certo punto ho incrociato un signore in bici che mi ha detto anche lui che ero dalla parte opposta. Allora io ho girato la bici e mi sono messa a seguirlo. Lui ogni tanto guardava un po' dietro, non ho capito se perché cercava di liberarsi di me o se aveva deciso di aiutarmi.
Alla fine si è arreso, ha evidentemente rallentato, mi ha parlato di sua moglie, forse perché ha pensato che volessi molestarlo, ma il mio unico intento era raggiungere il mio parco e dopo svariati chilometri mi ha mollato su una strada indicandomi la mia meta.
Il ritorno è stato un gioco da ragazzi.
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