Presa dall'euforia di poter percorrere
svariati chilometri su due ruote ho voluto esagerare e mi sono
procurata una mountain bike, bellissima.
Naturalmente ho dimenticato di
considerare che in elletì tutte le stradine percorse erano asfaltate
e a parte pezzi in cui le radici avevano deciso di sfasciare tutto
per liberarsi o inconvenienti simili, io andavo liscia come l'olio.
Nel percorso che ho voluto fare qui di
liscio come l'olio non c'era proprio nulla.
Il ciclista che mi ha venduto la
bici me l'aveva detto e di lui mi ero anche fidata,
perché degli esperti bisogna fidarsi ma insomma, dovevo provarci. E
poi avevo comunque le mie argomentazioni, che erano: sono una
ciclista della domenica, quando non ce la faccio scendo senza
problemi, della velocità me ne catafotto, mi interessa il fremito
della natura e non i tempi e tutte queste cose qui.
Lui diceva che forse avrei avuto
bisogno di una guida e mi ha ripetuto numerose volte di comprare il
casco. Ma siccome il casco spiaccica i capelli
mi sono guardata bene dal fare un simile acquisto.
Allora qualche sera fa, verso le sette,
mi sono diretta verso il percorso considerato difficile, ma anche
l'unico fattibile per me.
Dunque.
Credo di aver percorso circa due
chilometri o forse erano solo 500 metri, in ogni caso di tutto il
percorso avrò pedalato, intendo con tutti e due i piedi sui pedali,
per non più di duecento metri e forse la mia stima, essendo rivolta
a me, è generosa.
Il resto l'ho fatto con la bici in mano
o con uno dei due piedi in terra cercando ora di tenermi in
equilibrio e ora di darmi un po' di spinta.
Io credevo che il ciclista esperto
parlasse della durezza delle salite e delle discese.
No, qui si tratta proprio di stare in
piedi.
Inoltre indossavo dei pantaloncini blu
che in condizioni normali hanno una lunghezza di tutto rispetto, ma
su quella bici diventano inguinali. La maglietta gialla, tutte le
volte che cercavo di risalire, mi si agganciava nella
sella a punta e naturalmente non c'è un cestino o che so io e non
volevo portare lo zaino, quindi ho appeso una borsina rosa al
manubrio.
Mi preoccupavo più di un graffietto
che vedevo sulla vernice nera che dei sassi. Anche il fatto che i
manici del manubrio, bianchi, potessero diventare neri con le mani
sudate e con la polvere mi preoccupava abbastanza.
Ogni sasso mi pareva potesse
fracassarla in due, quindi scendevo.
Dopo duecento metri ero sudata fradicia
e polverosa.
Nei pezzi più incresciosi non ho avuto
testimoni. Nonostante questo tutti quelli che passavano sorridevano
moltissimo. Troppo.
I ciclisti che ho incontrato e che
erano sulla via del ritorno, avevano velocità che avrebbero potuto
ridurmi in polpette. Anche loro mi guardavano mentre correvano e
sorridevano troppo e nonostante volassero quasi, non avevano bisogno
di studiare ogni sasso.
Mi era stato detto, dal mastro
biciclettaio, che i freni erano potenti quindi andavano appena
toccati, se no rischiavo di ribaltarmi. Le mie dita ci stavano
incollate sopra e frenavo anche in salita. Credo che già dopo un
giorno di vita dovrò cambiarli.
Lati positivi. Non so neppure perché
ma mi sono divertita un sacco. Mi sono messa a ridere come una matta
e il cielo mi ha regalato un tramonto mitico perché gli ho fatto un
po' pena.
Dei percorsi che dovrebbero portare
alle spiagge che cercavo non ne ho trovato neppure uno e se esistono
non vengono solcati da secoli e per farli ci vorrebbe il machete. Ma
può anche darsi che io abbia visto qualcosa di diverso e che fossi
in un posto diverso da quello in cui credevo di essere.
Ma nonostante queste
difficoltà, ci riproverò più volte, ma non intendo diventare una
ciclista professional, con tanto di pantaloncini magliette e velocità
che impolverano quelli come me.
La bicicletta, che sia mountain o city
o quel che vuoi per me è un gioco e forse la massima espressione
della gioia pura del gioco e tale voglio che rimanga. Inoltre voglio
andare piano, fermarmi e respirare e guardare, perché voglio sentire
il fremito della natura e se pensi a che velocità devi fare le curve
dubito che tu possa guardare tutto il resto.
Ad ogni modo, non credo questo sia un
problema di cui mi debba preoccupare. Probabilmente se mi mettessi in
testa di fare sul serio minimo finirei appesa su un albero.
Per concludere, mi domando perché
questi percorsi non vengano asfaltati anche qui. Io non ci troverei
niente di male e credo che anche la mia bici sarebbe molto d'accordo.
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