Monday, August 25, 2014

Percorsi difficili.

Presa dall'euforia di poter percorrere svariati chilometri su due ruote ho voluto esagerare e mi sono procurata una mountain bike, bellissima.
Naturalmente ho dimenticato di considerare che in elletì tutte le stradine percorse erano asfaltate e a parte pezzi in cui le radici avevano deciso di sfasciare tutto per liberarsi o inconvenienti simili, io andavo liscia come l'olio.
Nel percorso che ho voluto fare qui di liscio come l'olio non c'era proprio nulla. 
Il ciclista che mi ha venduto la bici me l'aveva detto e di lui mi ero anche fidata, perché degli esperti bisogna fidarsi ma insomma, dovevo provarci. E poi avevo comunque le mie argomentazioni, che erano: sono una ciclista della domenica, quando non ce la faccio scendo senza problemi, della velocità me ne catafotto, mi interessa il fremito della natura e non i tempi e tutte queste cose qui.
Lui diceva che forse avrei avuto bisogno di una guida e mi ha ripetuto numerose volte di comprare il casco. Ma siccome il casco spiaccica i capelli mi sono guardata bene dal fare un simile acquisto.
Allora qualche sera fa, verso le sette, mi sono diretta verso il percorso considerato difficile, ma anche l'unico fattibile per me.
Dunque.
Credo di aver percorso circa due chilometri o forse erano solo 500 metri, in ogni caso di tutto il percorso avrò pedalato, intendo con tutti e due i piedi sui pedali, per non più di duecento metri e forse la mia stima, essendo rivolta a me, è generosa.
Il resto l'ho fatto con la bici in mano o con uno dei due piedi in terra cercando ora di tenermi in equilibrio e ora di darmi un po' di spinta.
Io credevo che il ciclista esperto parlasse della durezza delle salite e delle discese.
No, qui si tratta proprio di stare in piedi.
Inoltre indossavo dei pantaloncini blu che in condizioni normali hanno una lunghezza di tutto rispetto, ma su quella bici diventano inguinali. La maglietta gialla, tutte le volte che cercavo di risalire, mi si agganciava nella sella a punta e naturalmente non c'è un cestino o che so io e non volevo portare lo zaino, quindi ho appeso una borsina rosa al manubrio.
Mi preoccupavo più di un graffietto che vedevo sulla vernice nera che dei sassi. Anche il fatto che i manici del manubrio, bianchi, potessero diventare neri con le mani sudate e con la polvere mi preoccupava abbastanza.
Ogni sasso mi pareva potesse fracassarla in due, quindi scendevo.
Dopo duecento metri ero sudata fradicia e polverosa.
Nei pezzi più incresciosi non ho avuto testimoni. Nonostante questo tutti quelli che passavano sorridevano moltissimo. Troppo.
I ciclisti che ho incontrato e che erano sulla via del ritorno, avevano velocità che avrebbero potuto ridurmi in polpette. Anche loro mi guardavano mentre correvano e sorridevano troppo e nonostante volassero quasi, non avevano bisogno di studiare ogni sasso.
Mi era stato detto, dal mastro biciclettaio, che i freni erano potenti quindi andavano appena toccati, se no rischiavo di ribaltarmi. Le mie dita ci stavano incollate sopra e frenavo anche in salita. Credo che già dopo un giorno di vita dovrò cambiarli.
Lati positivi. Non so neppure perché ma mi sono divertita un sacco. Mi sono messa a ridere come una matta e il cielo mi ha regalato un tramonto mitico perché gli ho fatto un po' pena.
Dei percorsi che dovrebbero portare alle spiagge che cercavo non ne ho trovato neppure uno e se esistono non vengono solcati da secoli e per farli ci vorrebbe il machete. Ma può anche darsi che io abbia visto qualcosa di diverso e che fossi in un posto diverso da quello in cui credevo di essere.
Ma nonostante queste difficoltà, ci riproverò più volte, ma non intendo diventare una ciclista professional, con tanto di pantaloncini magliette e velocità che impolverano quelli come me.
La bicicletta, che sia mountain o city o quel che vuoi per me è un gioco e forse la massima espressione della gioia pura del gioco e tale voglio che rimanga. Inoltre voglio andare piano, fermarmi e respirare e guardare, perché voglio sentire il fremito della natura e se pensi a che velocità devi fare le curve dubito che tu possa guardare tutto il resto.
Ad ogni modo, non credo questo sia un problema di cui mi debba preoccupare. Probabilmente se mi mettessi in testa di fare sul serio minimo finirei appesa su un albero.
Per concludere, mi domando perché questi percorsi non vengano asfaltati anche qui. Io non ci troverei niente di male e credo che anche la mia bici sarebbe molto d'accordo.

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