Sunday, August 31, 2014

Però.

La mattina, negli attimi che precedono l'attività, seduta su una seggiolina rossa, sotto un ombrellone, con i piedi che frugano fra la sabbia fresca e morbida, 'non esiste al mondo persona più felice di me', per usare un'espressione di Kim.
A proposito, sto leggendo, anzi l'ho quasi finito, Kim di Kipling. È un libro incantevole, anzi di più, lo definirei un libro sacro. Non l'avevo mai letto e il ragazzo e il santo che girellano per l'India mi fanno venire voglia di partire così come loro, fermandomi a dormire sotto le stelle, in qualunque luogo, in compagnia di niente altro che me stessa.
Ma c'è un però, ed è che non sto scrivendo.
Se sapessi che non è importante e che la mia felicità non può essere intaccata da una simile mancanza, andrei avanti senza problemi. Voglio dire, non è una questione di doveri.
È che so che questo è il mio compito, almeno in questo momento della mia vita e che voglio portarlo avanti.
E qui sta il punto. Sostituire il devo con il voglio.
Una certa Julia Cameron, che per certi versi mi ha illuminata, ma credo ci voglia poco, perché tutti i libri mi illuminano un po', chi più chi meno, ma insomma lei dice che non esiste la pigrizia, o meglio che è stupido chiamarla così. E questo era anche un po' quello che diceva il mio guru-insegnante.
Insomma il punto forse non è, essere o non essere pigra, ma perché sono pigra? E poi io non credo affatto di essere una pigra. Quindi?
Esiste un metodo, che è quello di forzarsi a fare le cose. Ti leghi sulla sedia e lo fai. E funziona. Ma io voglio di più.
Io voglio rimuovere i blocchi e lavorare in armonia. Voglio lavorare con e non contro.
E torniamo lì. Si tratta di volere e non di dovere, anche perché nel mio specifico caso, nessuno mi obbliga, ma sento che devo lavorare su questa cosa qui.
Come faccio a imboccare la strada in cui fluisco con la mia volontà felice invece di andare avanti a frustate?
Da qualche parte dentro di me esiste l'entrata.
Io devo, anzi voglio trovarla
Perché il senso è questo.
Non, fare quello che amo, ma amare quello che faccio.
Poi, sono disposta anche a scoprire che scrivere non è quello che amo, ma non sono ancora al punto di poterlo sapere. 
Devo prima imboccare quella strada.
E allora davvero, su quella seggiolina, non esisterà al mondo persona più felice di me.
Che forse è anche la differenza che c'è tra rientrare mentre il vento ti gonfia la vela e rientrare trainata da un pedalò.
Alla fine tutti gli insegnamenti conducono nella stessa direzione.

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