Saturday, February 6, 2016

Il mostro.

Ore 11.02
Afferro una matita qualunque, cioè non proprio qualunque, è rosa con la gommina sulla testa e apro il libro. Leggo le prime due righe e vado nel panico. Lo chiudo.

Ore 11.04
Accendo il computer e decido di mettere altro tempo fra me e la rilettura, dedicandomi al libro che sto scrivendo ora. 

Ore 13.34
Scopro di avere avuto la sessione di scrittura più lunga della mia vita e che avere un mostro che mi aspetta probabilmente è un ottimo sistema per scrivere, che in confronto al mostro diventa una passeggiata in riva al mare.

Ore 13.45
Ho fame e decido di prepararmi un bel pranzetto e chissà che non mi appassioni alla deliziosa arte della cucina.

Ore 14.45
Non mi sono affezionata, cucinare mi fa schifo né più né meno di prima e non c'è minaccia che possa cambiare questa realtà, però ho mangiato perché di fame non si muore mai, il che dimostra che cucinare non serve a niente.

Ore 15.00
Ho ripreso il libro in mano, ma mi è venuto in mente che la lettura è l'unica attività che non si può fare con la musica e allora ho deciso di ascoltare almeno una decina di volte il brano che più mi piace in questi giorni, Un vento senza nome, di Irene Grandi e di cantarlo a squarciagola. Me lo merito.

Ore 15.40
Faccende di adsl mi assorbono per un paio d'ore, perché in questo periodo sono in lite con tutti gli operatori e a breve non avrò più nessuno che vorrà fornirmi un servizio di adsl né di telefonia e dovrò cambiare stato. In tal caso il libro da rileggere, però, lo lascerò qui in Italia.

Ore 17.40
Sono costretta ad uscire per inviare un fax. Naturalmente non potevo aspettare lunedì, certe faccende vanno risolte subito.

Ore 18.20
Scrivo ancora un po'. Non esisterà un altro giorno nella mia vita in cui avrò scritto così tanto.

Ore 19.00
Decido di dedicarmi alla lettura che avevo programmato, in altre parole di dedicarmi al mostro, tanto sono le sette, considerando che mi verrà di nuovo fame e che, non potendo digiunare, dovrò sottrarre un'oretta per la cena, e che a una certa ora mi verrà anche sonno, il tempo a disposizione sarà talmente poco che il mostro non potrà nuocermi più di tanto.

Ore 20.00
Ho letto il primo capitolo e sono stremata. Avevo sottovalutato la mostruosità del mostro.

Ore 20.25
Decido di scrivere nel mio blog e mi domando perché lo stia facendo, di rileggerlo, perché non me lo ricordo più. Mentre mi accingo a cenare analizzo la possibilità di cambiare idea, di rimettere il libro nel mucchio e dimenticarmi di lui.

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