Sei una sbruffoncella.
(È tornata, uffa).
Vacci piano con gli insulti, bella. Io non ti ho mai detto che sei una stupida prepotente anche se lo penso.
Sei una sbruffoncella.
Ritonfa! Cosa vuoi?
Non avevi detto che ti sembrava di tradire i personaggi e che non potevi fare a meno di scrivere e tutte quelle cose patetiche?
Può darsi, si dicono tante cose nel corso di una giornata, ora scusa ma preferisco ascoltare i talpacolari che te.
Ci mancavano solo loro.
Che fastidio ti danno?
A me nessuno, ma ne danno a te.
A me danno solo gioia.
Se solo potessi vedere la tua espressione inebetita capiresti.
Sei bellina tu.
Quando intendi lavorare?
Ho già lavorato un po' stamattina.
Lo chiami lavoro quello?
Certo, come dovrei chiamarlo?
Non basta scrivere dieci righe per sentirsi a posto con la coscienza.
Ho più di un'ora davanti a me, sai quante righe posso scrivere ancora. Il tempo non è un problema.
Ho sentito passarti nella testa che vorresti prendere un tè.
Mi devo consolare dal fatto che vorrei uscire ma non posso.
Non ti stai già consolando con la musica?
Quella nutre lo spirito, devo nutrire anche il buzzino, devo agire su più fronti contemporaneamente. Ma cosa vuoi capire tu...
Come sei messa coi programmi?
Televisivi intendi? Lo sai che non ho la TV.
Intendo di lavoro.
Ah quelli... mah direi che sono messa benino...
Cosa intendi per benino?
Che più o meno è tutto a posto, ma bisogna parlare per forza di questo, non ce li hai tu degli altri argomenti?
No.
Che monotonia, non vorrei mai essere nei tuoi panni.
Purtroppo io devo essere nei tuoi.
Non te l'ha chiesto nessuno, anzi se vuoi uscire e non tornare più ti do una mano.
No, voglio stare qui.
Non ce l'hai un'altra casa?
No.
Che sfiga, proprio qui dovevi finire.
Sei tu che mi hai chiamata.
Tu sei tutta scema.
Sei a corto di argomenti eh?
Io non sono mai a corto di argomenti, solo che ora sono stufa di starti a sentire, quindi se non ti dispiace, me ne vado.
Bene, andiamo.
Non ti ho invitato.
Lo so, ma vengo con te.
Riuscirò mai a scollarmela di dosso?
(È tornata, uffa).
Vacci piano con gli insulti, bella. Io non ti ho mai detto che sei una stupida prepotente anche se lo penso.
Sei una sbruffoncella.
Ritonfa! Cosa vuoi?
Non avevi detto che ti sembrava di tradire i personaggi e che non potevi fare a meno di scrivere e tutte quelle cose patetiche?
Può darsi, si dicono tante cose nel corso di una giornata, ora scusa ma preferisco ascoltare i talpacolari che te.
Ci mancavano solo loro.
Che fastidio ti danno?
A me nessuno, ma ne danno a te.
A me danno solo gioia.
Se solo potessi vedere la tua espressione inebetita capiresti.
Sei bellina tu.
Quando intendi lavorare?
Ho già lavorato un po' stamattina.
Lo chiami lavoro quello?
Certo, come dovrei chiamarlo?
Non basta scrivere dieci righe per sentirsi a posto con la coscienza.
Ho più di un'ora davanti a me, sai quante righe posso scrivere ancora. Il tempo non è un problema.
Ho sentito passarti nella testa che vorresti prendere un tè.
Mi devo consolare dal fatto che vorrei uscire ma non posso.
Non ti stai già consolando con la musica?
Quella nutre lo spirito, devo nutrire anche il buzzino, devo agire su più fronti contemporaneamente. Ma cosa vuoi capire tu...
Come sei messa coi programmi?
Televisivi intendi? Lo sai che non ho la TV.
Intendo di lavoro.
Ah quelli... mah direi che sono messa benino...
Cosa intendi per benino?
Che più o meno è tutto a posto, ma bisogna parlare per forza di questo, non ce li hai tu degli altri argomenti?
No.
Che monotonia, non vorrei mai essere nei tuoi panni.
Purtroppo io devo essere nei tuoi.
Non te l'ha chiesto nessuno, anzi se vuoi uscire e non tornare più ti do una mano.
No, voglio stare qui.
Non ce l'hai un'altra casa?
No.
Che sfiga, proprio qui dovevi finire.
Sei tu che mi hai chiamata.
Tu sei tutta scema.
Sei a corto di argomenti eh?
Io non sono mai a corto di argomenti, solo che ora sono stufa di starti a sentire, quindi se non ti dispiace, me ne vado.
Bene, andiamo.
Non ti ho invitato.
Lo so, ma vengo con te.
Riuscirò mai a scollarmela di dosso?
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