Ore 8.00
E sto già sbizzellando con me stessa.
Scrivo.
No, leggi.
Ho detto che scrivo.
Invece devi leggere.
Odio la parola devi.
Tanto piacere. Prendi il libro.
Non so più dove l'ho messo.
Te lo dico io, sul divano.
Ah. Non ho la matitona rossa e blu.
Puoi farne a meno.
Questo lo dici tu.
Prendi la matita rosa.
È spuntata e la gommina tutta nera sulla testa mi disturba.
Rifai la punta.
Non ho il temperino.
Ne hai dieci.
Davvero? Non lo sapevo.
Prendi una matita con la punta già fatta.
No e poi no, un'altra matita no.
Allora leggi senza matita.
Impossibile. Cosa leggo a fare senza una matita fra le zampe?
Se non prendi subito quel libro ti lego a questa sedia.
Gulp!
Prendilo e spegni la musica.
NO, NO e poi ancora NO!
Non puoi leggere con la musica.
Sì che posso.
Non puoi.
Non posso cantare a squarciagola Irene per almeno dieci volte a questa ora di domenica, i vicini, i pochi rimasti, si ribellerebbero e senza quella dose iniziale non ce la posso fare. Ho bisogno di qualcuno che mi tenga la manina.
Allora tienila, ma bassa e senza cuffie.
Senza cuffie? Non mi piace così, la voglio forte e nelle orecchie.
Bassa e senza cuffie è la mia ultima parola.
Sob. Ma è domenica.
Appunto, leggi.
Sigh. Dove hai detto che era il libro?
Sul divano.
Allora vado a leggerlo lì.
Scordatelo. Prendilo e portalo qui.
Questa sedia è scomoda.
Metti un cuscino.
Sempre scomoda rimane.
Meglio così.
Perché?
Così non sonnecchi, ma stai all'erta.
Sembra più il servizio militare che una normale domenica mattina.
Ecco il libro. Apri e leggi. E zut!
Odio quella parola!!!!
Zut!!!!
La mia vita sta diventando durissima.
E sto già sbizzellando con me stessa.
Scrivo.
No, leggi.
Ho detto che scrivo.
Invece devi leggere.
Odio la parola devi.
Tanto piacere. Prendi il libro.
Non so più dove l'ho messo.
Te lo dico io, sul divano.
Ah. Non ho la matitona rossa e blu.
Puoi farne a meno.
Questo lo dici tu.
Prendi la matita rosa.
È spuntata e la gommina tutta nera sulla testa mi disturba.
Rifai la punta.
Non ho il temperino.
Ne hai dieci.
Davvero? Non lo sapevo.
Prendi una matita con la punta già fatta.
No e poi no, un'altra matita no.
Allora leggi senza matita.
Impossibile. Cosa leggo a fare senza una matita fra le zampe?
Se non prendi subito quel libro ti lego a questa sedia.
Gulp!
Prendilo e spegni la musica.
NO, NO e poi ancora NO!
Non puoi leggere con la musica.
Sì che posso.
Non puoi.
Non posso cantare a squarciagola Irene per almeno dieci volte a questa ora di domenica, i vicini, i pochi rimasti, si ribellerebbero e senza quella dose iniziale non ce la posso fare. Ho bisogno di qualcuno che mi tenga la manina.
Allora tienila, ma bassa e senza cuffie.
Senza cuffie? Non mi piace così, la voglio forte e nelle orecchie.
Bassa e senza cuffie è la mia ultima parola.
Sob. Ma è domenica.
Appunto, leggi.
Sigh. Dove hai detto che era il libro?
Sul divano.
Allora vado a leggerlo lì.
Scordatelo. Prendilo e portalo qui.
Questa sedia è scomoda.
Metti un cuscino.
Sempre scomoda rimane.
Meglio così.
Perché?
Così non sonnecchi, ma stai all'erta.
Sembra più il servizio militare che una normale domenica mattina.
Ecco il libro. Apri e leggi. E zut!
Odio quella parola!!!!
Zut!!!!
La mia vita sta diventando durissima.
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