Parlo piano, perché se mi sente quella lì mi taglia la gola.
Stavolta lo fa.
La talpa tiranna, TT da non confondere con DD.
Ieri ero seduta al mio computer, questo, con tutte le buone intenzioni, perché quelle, le intenzioni, ce le ho sempre buone e mi pare già tanto.
C'era il sole, il cielo azzurro e neanche una nuvola in cielo. Il mio cervello non ha dovuto pensare. Ho sentito il richiamo dell'olio. Non quello per friggere, i colori a olio.
Come in trance mi sono alzata, ho piazzato tutto il necessario e mi sono messa a dipingere.
La luce incantava, ma non era solo una questione di sole, c'era qualcos'altro, ma non saprei dire cosa.
Ho dipinto per cinque ore, quasi sei, nel silenzio, senza musica, perché il mio stereo è dal dottore e le cuffie col filo mi impacciano quando dipingo.
Ho smesso solo perché il sole quasi tramontava.
I risultati non si vedono perché l'olio è così, dopo giornate di lavoro non vedi quasi niente. È per questo che mi piace, perché è lento come me.
Dunque, credo fosse quasi un anno che non usavo i colori a olio. Quanto mi sono mancati, mi sono mancati a tal punto che da ieri mi sto inebriando del loro odore intossicante e non mi sogno neppure di aprire una finestra. Sì, voglio essere intossicata da loro, perché è un odore buonissimo.
Oltre a un risultato quasi nullo, ho le zampine anteriori martoriate.
I tubetti non si aprivano, lo fanno quando stanno lì per un po'. Avevo già imparato in un'altra occasione che l'unico modo per riuscirci senza danneggiarli è metterli sotto l'acqua bollente. Prima ho provato ad aprirli tutti senza e, ironia della sorte, si sono aperti solo i verdi e i marroni (umpf), poi mi sono diretta in bagno. Il punto è che sotto l'acqua bollente non ci vanno solo loro ma anche le mie mani. Ora, il pollice e l'indice della destra non li posso neanche sfiorare senza procurarmi del dolore.
Poi mi sono procurata, ma non so come, un taglio nel pollice sinistro. Nel taglio, durante la sessione di pittura è entrato di tutto, compresi i vari colori e l'acqua ragia che in una ferita, posso assicurarlo, fa un male cane, non la consiglio a nessuno.
Ieri sera sulla ferita c'erano due strane bolle bianche. Perché il mio ditone non finisca in un letto di ospedale con le copertine tirate su fino all'apice dell'unghia, provvedo a spruzzarlo di disinfettante ogni mezz'ora e ogni tanto gli do tre o quattro bacini. Credo che questo intervento preventivo lo salverà da ogni complicazione.
La mia bravata ha un prezzo e lo si può già valutare dal fatto che è domenica mattina e alle otto sono già al mio computer, colazionata.
Oggi devo recuperare anche quello che non ho fatto ieri, che vuol dire che mi toccherà stare su questa sedia fino a stasera.
Spero che non esca il sole e che altra luce non mi incanti.
Spero anche che non si svegli lei, perché credo che ora dorma, visto che non l'ho ancora sentita.
Le sue minacce non le potrei sopportare.
Che dire, buona domenica.
Sob!
Stavolta lo fa.
La talpa tiranna, TT da non confondere con DD.
Ieri ero seduta al mio computer, questo, con tutte le buone intenzioni, perché quelle, le intenzioni, ce le ho sempre buone e mi pare già tanto.
C'era il sole, il cielo azzurro e neanche una nuvola in cielo. Il mio cervello non ha dovuto pensare. Ho sentito il richiamo dell'olio. Non quello per friggere, i colori a olio.
Come in trance mi sono alzata, ho piazzato tutto il necessario e mi sono messa a dipingere.
La luce incantava, ma non era solo una questione di sole, c'era qualcos'altro, ma non saprei dire cosa.
Ho dipinto per cinque ore, quasi sei, nel silenzio, senza musica, perché il mio stereo è dal dottore e le cuffie col filo mi impacciano quando dipingo.
Ho smesso solo perché il sole quasi tramontava.
I risultati non si vedono perché l'olio è così, dopo giornate di lavoro non vedi quasi niente. È per questo che mi piace, perché è lento come me.
Dunque, credo fosse quasi un anno che non usavo i colori a olio. Quanto mi sono mancati, mi sono mancati a tal punto che da ieri mi sto inebriando del loro odore intossicante e non mi sogno neppure di aprire una finestra. Sì, voglio essere intossicata da loro, perché è un odore buonissimo.
Oltre a un risultato quasi nullo, ho le zampine anteriori martoriate.
I tubetti non si aprivano, lo fanno quando stanno lì per un po'. Avevo già imparato in un'altra occasione che l'unico modo per riuscirci senza danneggiarli è metterli sotto l'acqua bollente. Prima ho provato ad aprirli tutti senza e, ironia della sorte, si sono aperti solo i verdi e i marroni (umpf), poi mi sono diretta in bagno. Il punto è che sotto l'acqua bollente non ci vanno solo loro ma anche le mie mani. Ora, il pollice e l'indice della destra non li posso neanche sfiorare senza procurarmi del dolore.
Poi mi sono procurata, ma non so come, un taglio nel pollice sinistro. Nel taglio, durante la sessione di pittura è entrato di tutto, compresi i vari colori e l'acqua ragia che in una ferita, posso assicurarlo, fa un male cane, non la consiglio a nessuno.
Ieri sera sulla ferita c'erano due strane bolle bianche. Perché il mio ditone non finisca in un letto di ospedale con le copertine tirate su fino all'apice dell'unghia, provvedo a spruzzarlo di disinfettante ogni mezz'ora e ogni tanto gli do tre o quattro bacini. Credo che questo intervento preventivo lo salverà da ogni complicazione.
La mia bravata ha un prezzo e lo si può già valutare dal fatto che è domenica mattina e alle otto sono già al mio computer, colazionata.
Oggi devo recuperare anche quello che non ho fatto ieri, che vuol dire che mi toccherà stare su questa sedia fino a stasera.
Spero che non esca il sole e che altra luce non mi incanti.
Spero anche che non si svegli lei, perché credo che ora dorma, visto che non l'ho ancora sentita.
Le sue minacce non le potrei sopportare.
Che dire, buona domenica.
Sob!
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