Dunque, qualche giorno fa, sette per la precisione, ho fatto una cosa che volevo fare da un bel po', cioè pubblicare il mio secondo libro sul sito del primo.
Perché fosse insieme a quell'altro, che saperli separati non mi piaceva e per vedere il risultato di questa versione cartacea, dato che l'altra mi aveva soddisfatto nella copertina ma non nella stampa del testo, che è come dire l'aspetto superficiale è ok, ma il cuore lascia un po' a desiderare.
Oggi, cioè ora, cioè pochi minuti fa, è giunto.
E c'è qualcosa di meraviglioso nel sentire il proprio libro che bussa alla porta.
Talmente grandioso che ora, mentre scrivo qui, mi tremano le zampine.
E forse è per questo che scrivo, perché vedere l'opera finita che può salire su per le scale e giungere fino a me da un luogo che non sono più io, o la mia testa, o le mie mani, ma altro, che neppure conosco, che me la rimanda come qualcosa che non è più mio, che appartiene ad altri luoghi, ma che conserva qualcosa di mio. E quel qualcosa di mio è questa emozione che provo ricevendola, ormai indipendente da me.
La vita della creazione. La sua libertà. La sua propria strada.
Beh, non riesco neppure a spiegarlo quel che provo.
In ogni caso la copia che ha bussato alla mia porta è complementare all'altra, nel senso che il cuore è decisamente migliorato, ma la copertina forse è inferiore.
Nel complesso però è migliore e nel complesso decisamente mi piace.
Devo aumentare la dimensione del font perché è scritto piccino, spostare un po' più su il nome, e vedere cosa viene fuori dopo questi ritocchini.
Ma intanto è qui, sul mio divano.
E mi ha reso felice.
E oggi, che è lunedì, e è un gran giorno.
E forse so un po' meglio perché faccio tutto quello che faccio, anche se lì per lì, a volte, mi sembra privo di senso.
Invece non lo è mai.
Perché fosse insieme a quell'altro, che saperli separati non mi piaceva e per vedere il risultato di questa versione cartacea, dato che l'altra mi aveva soddisfatto nella copertina ma non nella stampa del testo, che è come dire l'aspetto superficiale è ok, ma il cuore lascia un po' a desiderare.
Oggi, cioè ora, cioè pochi minuti fa, è giunto.
E c'è qualcosa di meraviglioso nel sentire il proprio libro che bussa alla porta.
Talmente grandioso che ora, mentre scrivo qui, mi tremano le zampine.
E forse è per questo che scrivo, perché vedere l'opera finita che può salire su per le scale e giungere fino a me da un luogo che non sono più io, o la mia testa, o le mie mani, ma altro, che neppure conosco, che me la rimanda come qualcosa che non è più mio, che appartiene ad altri luoghi, ma che conserva qualcosa di mio. E quel qualcosa di mio è questa emozione che provo ricevendola, ormai indipendente da me.
La vita della creazione. La sua libertà. La sua propria strada.
Beh, non riesco neppure a spiegarlo quel che provo.
In ogni caso la copia che ha bussato alla mia porta è complementare all'altra, nel senso che il cuore è decisamente migliorato, ma la copertina forse è inferiore.
Nel complesso però è migliore e nel complesso decisamente mi piace.
Devo aumentare la dimensione del font perché è scritto piccino, spostare un po' più su il nome, e vedere cosa viene fuori dopo questi ritocchini.
Ma intanto è qui, sul mio divano.
E mi ha reso felice.
E oggi, che è lunedì, e è un gran giorno.
E forse so un po' meglio perché faccio tutto quello che faccio, anche se lì per lì, a volte, mi sembra privo di senso.
Invece non lo è mai.
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