Ieri sono andata a scrivere in un bar, cosa che faccio piuttosto spesso, anzi ormai potrei dire sempre. Ho rivalutato anche la biblioteca, quella vera, dove tutti stanno zitti e leggono, studiano o dormono.
Insomma, ho dei luoghi preferiti, ma qualunque posto sembra essere meglio che a casa. Chissà perché.
Però ieri è successa una cosa strana.
Ho scritto per un po' sorseggiando un cappuccino e poi sono andata al cine. Nulla di strano e avevo più o meno programmato di fare così.
Un filmino leggero, di quelli che ti siedi sulla poltrona, sorridi tutto il tempo e non hai bisogno di pensare a niente, perché è tutto molto facile e molto piacevole. In pratica, una situazione che adoro. Forse dovrei vedere solo commedie e cartoni animati.
Comunque a un certo punto si crea, nel film, una scena e io penso 'guarda un po', sembra quella che stavo scrivendo nel mio libro'. Non finisco di formulare questo pensiero che l'attore dice una frase del mio personaggio, che non è una frase tipo 'ok, andiamo a fare la spesa' che ci sta, ma una frase molto particolare.
Beh, lo confesso, mi ha fatto sobbalzare sulla sedia.
Poi. Da un po' di tempo penso (ma non sono ancora sicura che poi farò davvero così) che i prossimi libri non li manderò più alle case editrici, li pubblicherò e basta.
Non perché con gli altri sia andata male, ma perché c'è qualcosa che non mi convince più nelle case editrici o forse nulla di loro mi convince più. E non mi interessa più che mi dicano è bello, è brutto, che mi approvino, che mi pubblichino. Non mi interessa.
Il che mi porta anche a domandarmi perché scrivo.
Ma non lo so.
Scrivo perché ne ho bisogno, perché mi piace, perché quando lo faccio mi sento molto bene, perché voglio farlo.
Ma che il mondo legga i miei libri oppure no mi è indifferente.
Che piacciano o no, mi è indifferente.
Che io sia brava o no, mi è indifferente. Beh, forse questo non è vero.
Lo faccio. Punto.
Può darsi che in tutto questo ci sia qualcosa di sbagliato, ma ammesso che sia così, anche questo, mi è indifferente.
Il punto è che riguardo alla scrittura, mi trovo nella condizione, estremamente privilegiata, di non dover rendere conto a nessuno, di poter fare come mi pare e di potere anche dire che il punto non è essere pubblicata, ma scrivere, semplicemente. Fare il mio percorso, migliorare se riesco e andare dove mi porta la penna o la tastiera.
Quel che mi interessa è proprio questo.
Seguire i miei passi sul filo della scrittura.
Ma per tornare al film, che è sulla musica e non sui libri, alla fine la protagonista decide di non firmare un contratto con la casa discografica e di mettere online il suo cd al prezzo di un dollaro.
Si può dire quindi, che fossi abbastanza in linea con questo film.
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