Ieri sera sono andata a una lezione con
una mia amica.
Iniziava alle otto. Noi ci siamo
trovate alle otto meno cinque e ci siamo salutate circa dieci minuti
dopo la fine. Durante la lezione ognuna se ne stava concentrata a
fare quel che c'era da fare. Io e lei non ci vedevamo da diversi mesi
e è probabile che ne ripassino altrettanti prima che succeda di
nuovo, perché i nostri incontri sono piuttosto sporadici.
Stamattina mi è arrivato un messaggio
su whatsapp, che è il luogo in cui si dà libero sfogo alle parole,
forse perché è gratis e dove i convenevoli sono aboliti, perché generalmente si chatta con venti persone contemporaneamente e non c'è tempo per simili smancerie. E poi forse si è portati a fare conversazioni più o meno simili, così se ci si confonde tra una persona e l'altra, fa lo stesso. Ha il suo
fascino, perfino io lo uso, anche se moderatamente.
Il messaggio diceva 'Ieri mi hai fatto
morire dal ridere', seguito da faccine varie e da un altro messaggio
'spero di rivederci presto'.
Quelle parole dapprima hanno disegnato un sorriso
sul mio viso, e poi una domanda nella mia testa, che ho formulato
anche a lei 'ma quando è che ti ho fatto ridere?'.
Anche se la domanda potrebbe sembrare polemica, la mia era autentica curiosità, perché durante i pochi
minuti in cui avevamo avuto modo di scambiare delle chiacchiere non
erano intercorse punte risate, né da un lato né dell'altro.
E considerando che una manciata di
questi pochi minuti erano stati dedicati anche ad altre persone,
proprio non capivo quale pezzo del nostro incontro mi fossi persa.
La sua risposta è stata 'così, in
generale. Lo dico nel senso che certe volte sembri in un'altra
dimensione'.
Ecco, detta così credo sia quanto di
più vicino a sentirsi dare della tonta, un po' quel che quasi tutti pensavano di
Luna Lovegood in Harry Potter.
Fortuna vuole che Luna fosse uno dei
miei personaggi preferiti e che ho moltissima simpatia per le 'altre
dimensioni' quindi, come ho detto a lei, quando subito dopo mi ha
chiesto di non prendermela (il che confermerebbe il sottotesto che
avevo intuito), lo ritengo un complimento.
Certo è che mi chiedo perché abbia
trasmesso un simile messaggio, mentre le uniche cose che ho fatto
sono.
Prendere un cappuccino mentre la
attendevo, perché prevedevo di saltare la cena.
Chiedere svariate volte la strada a lei
e la sua amica, essendo in una zona che conosco poco.
Rispondere a un tale che non appena mi
ha visto mi ha detto 'io ti conosco', ''io invece no'.
Fare qualche sorriso.
Seguire la lezione in silenzio e con
diligenza, come mio solito.
Prendere un autobus per tornare verso
casa, dato che la bici è fuori uso.
Quale esattamente di queste azioni mi
trasporta in un'altra dimensione?
Apparentemente, per me, nessuna.
E il punto è proprio questo.
Che io stia scomparendo da questo mondo
a poco a poco senza rendermene conto? Tipo quei film in cui le
persone si dileguano, prima gli arti, poi il busto e ultima la testa.
Cosa di me, esattamente, è già
scomparso?
No comments:
Post a Comment