Friday, October 10, 2014

Talpa multitasking.

Io non sono mai stata multitasking, forse nemmeno monotasking e forse neppure semplicemente tasking, quindi forse il termine non è adatto per me, ma insomma è per rendere l'idea della confusione in cui navigo.
Ecco forse il termine giusto sarebbe multiconfusion.
Però, in questa multiconfusion ci sguazzo e anche se il libro dice che devo tornare in panciolle, ho delle cose da fare.
Il punto è che non finiscono.
I libri che stavo leggendo e che erano otto, nonostante alcuni li abbia terminati, ora sono diventati nove. Con la Recherche a fare da sottofondo, e con la quale vado talmente a rilento che temo non basteranno anni per finirla. Quanto non lo so, anche perché oggi ascoltavo un video di uno che diceva che bisogna leggere 'SLOWLY'.
Quindi, proprio quando penso di cambiare ritmo in qualcosa, arriva un libro o un video a dirmi il contrario.
Sto seguendo tre Mooc, e sono sempre in ritardo e per quanto ci provi non riesco a mettermi in pari e credo faccia parte del rapporto fra me e loro.
Sto scrivendo due libri contemporaneamente e un racconto, perché forse se una ne legge nove insieme, è ovvio che poi non possa scriverne uno solo e tre mi pare il minimo, quindi non è escluso che ne aggiunga altri (in realtà di incipit e paginette di roba iniziata potrei contarne una ventina nel mio talpabook).
Per quanto riguarda il disegno non sono messa meglio, nel senso che ho l'imbarazzo della scelta e per di più sto cambiando orientamento.
Mi sono fissata con le forme, le forme che vanno al di là del significato, del contenuto. 
Anni fa avevo fatto un corso di danza che si basava esclusivamente sulla forma, mi era piaciuto, ma non gli avevo dato molta importanza, se non come esperienza in più.
Ora ci ripenso a quel corso, perché mi sta accadendo, da un punto di vista grafico, quel che lì accadeva con il corpo.
Le innumerevoli foto che faccio mi aiutano e scopro che non mi interessa più guardarle nel particolare, ma solo come portatrici di forme, tanto che spesso trovo più interessante guardarle quando sono piccine, nella libreria e neppure si capisce bene cosa ci sia impresso, ma le forme vengono fuori nitide. E forse mi interessano ancora di più gli spazi negativi.
L'ho scoperto quest'estate, quando ho iniziato a fotografare gocce d'acqua, macchie, qualunque forma avesse qualcosa di interessante da dirmi, che come ripeto, non è un contenuto, un significato, ma il modo in cui quel qualcosa si incide nel mondo, puro e semplice.
Per disegnare tutto quel che ho sparso nei miei dispositivi, anzi dipingere, perché questa roba richiede una pittura a olio, non so quanto tempo mi ci vorrebbe. Ma certo, se non inizio neppure finisco. In realtà per ora le ho solo raccolte, ma non ho iniziato a farne delle opere. Non so neanche che effetto potrebbe farmi. 
Potrei anche scoprire che disegnarle e poi dipingerle le priverebbe del loro fascino e quindi del mio interesse per loro. Fatto sta che per ora mi acchiappano moltissimo.
Anche le forme che il caffellatte lascia in tracce sul cucchiaio.
Tutto.
Se non è confusione questa...
Sperando che non ne giunga altra, ma qualcosa mi dice che la confusione è appena all'inizio.

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