Monday, October 6, 2014

Perdersi.

E poi ci sono giorni in cui mi perdo.
Giorni in cui non so cosa fare, cosa pensare, cosa credere, dove andare.
Vuol dire che perdo la bussola, che perdo il nord, il sud, l'est e l'ovest, beh forse questi in realtà non li ho mai avuti, probabilmente non ho mai saputo dove fossero rispetto a me o dove fossi io rispetto a loro, che non credo sia la stessa cosa.
Che procedo, ma come in una nebbia.
E allora so che devo solo smettere di pensare, di fare, di credere e di andare.
Che devo stare.
Sono i momenti in cui l'unica cosa che mi riconduce a me stessa sono i piccoli particolari.
Il laccio di una scarpa. 
Non so perché, ma vedere le mie scarpe mi fa sentire bene, mi dà un senso di sicurezza e familiarità. L'ho scoperto durante un viaggio. 
La forma di un calzino.
Un foglio poggiato con noncuranza su un tavolo.
Un libro chiuso che può essere aperto.
Uno dei miei giocattolini.
Un sospiro.
Una sedia scostata dal tavolo.
L'angolo di un tappeto reciso dal sole.
Una nuvola solitaria.
Un quaderno.
Uno dei miei fogli scritti.
Le mie mani.
Un piccolo rumore che rompe un silenzio.
Un cuscino.
Un odore.
Una goccia che cade nel lavello.
Stare.
Quando mi perdo per ritrovarmi devo stare, annullare ogni pensiero e guardare alle piccole cose.
È qui che devo ancorarmi per poter risollevare lo sguardo verso l'orizzonte.

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