Saturday, November 22, 2014

Comunicazioni importanti.

Ci tengo a comunicare al mondo intero che sto navigando dalla mia dimora.
Ci tengo inoltre a comunicare che per risolvere il problema ho dovuto attivare i miei neuroni, il che apre una consapevolezza sul fatto che a qualcosa servono e che qualcuno ne ho e può funzionare e dare molta soddisfazione e sull'inefficienza dell'assistenza Tiscali, che dopo il laconico messaggio 'verifichiamo' mi ha abbandonato al mio destino.
Durante la mia colazione, momento sacro per me, confermato anche dal fatto che mi accende idee geniali nella testa, mi è tornato in mente un piccolo particolare che una volta aveva stonato davanti ai miei occhi, ma che avevo lasciato correre. Come un buchino nella parete a cui non si dà importanza finché non inizia a fare acqua.
Il nome a cui si connetteva il router non era il mio, ma di una mia precedente coinquilina.
Ma un nome vale l'altro, mi ero detta e tutto funzionava e quando tutto funziona meglio non toccare.
Ma ora quel che vedevo io, loro non riuscivano a vederlo e allora ho pensato che l'inghippo potesse essere proprio in quel particolare apparentemente insignificante. Il nome.
Mi è tornato in mente anche un cavo di colore giallo a cui potevo appendermi e chiedere aiuto, di cui mi ero dimenticata e che ora invece venererò per il resto della mia vita. Del resto forse non è un caso che gli abbiano dato il colore del sole.
Tramite lui e l'apposito cd sono entrata nella grotta dei dati, buia e misteriosa.
Dopo alcuni tentativi in cui è crollato l'intero mondo della mia configurazione e attimi di paura hanno invaso il mio corpo 'ecco, ora ho cancellato tutto, non funziona e non ho neppure idea di come tornare a come ero prima, che era meglio di niente', ho cambiato una finestrella a caso e il mondo, sia quello giallo che wifi si è riacceso, aprendomi le pagine come se nulla fosse mai accaduto e riportandomi sulle onde della navigazione. Col mio nome stavolta. 
A quanto pare la navigazione richiedeva una linearità di cui non mi ero preoccupata.
Tu navighi, aveva detto e tuo deve essere il nome scritto lì.
Non fa una grinza.
Però c'è un altro fatto.
Che loro, gli inefficienti, non vedevano quel che vedevo io.
E va bene che pare che la realtà non sia libera dall'osservatore, ma anzi ne sia fortemente influenzata, ma che succede se ognuno inizia a vedere quel che gli pare?
Io vedevo cose che loro non vedevano e neppure hanno risposto all'invio dello screenshot, imparato lì per lì. Perché forse non vedevano neppure quello.
Era una faccenda tra me e me. Tra me e il mio nome.
Che succede se dove io vedo una sedia un altro vede un tavolino e io mi siedo, convinta di fare qualcosa di naturalissimo e l'altro osservatore mi vede seduta su un tavolino, ad esempio in un bar?
Che succede se entro in un autobus e invece è una carrozza tirata da cavalli o viceversa?
Che succede se ognuno davvero inizia a vedere quel che vuole?
Se una realtà comune non esiste più?
Può la sostituzione di un nome riunire tutto questo?

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