Ieri sera mi sono persa nella lettura di Dracula e quale lettura migliore per la notte di Halloween, che la storia di quelli che vengono chiamati nel libro non-morti.
Naturalmente sono andata a dormire piuttosto turbata da tutto quel buio, nero, lato oscuro della vita.
Ma poi viene il sole e i vampiri vengono spazzati via.
Perché oggi non è ieri e non è neppure domani. È oggi.
Una sorpresa, o come dice Jodo un regalito.
Quindi nella luce del sole sono andata a provare una lezione di Yoga in un edificio diverso da quello dove rotolo in alcune albe delle mie giornate.
Perché questi da cui vado si stanno impossessando della città e hanno varie sedi.
Quella che ho visto oggi mi ha incantato.
È il più bel palazzo, a parte quelli in cui si trovano musei e le residenze regali, che abbia visto. Perché in questo abitano le persone normali e vi si può trovare perfino un centro yoga.
Ma appena entri ti stupisci del fatto che dietro grossi portoni marroni (notare, marroni) si possa celare cotanta bellezza. Anditi talmente grandi da poterci fare una diagonale di danza, luce anziché il buio che generalmente li contraddistingue, e anche qui l'anti dracula era evidentemente al lavoro per me e un cortile interno al primo piano di una tale bellezza che forse sarei disposta a non avere più una casa chiusa per poter vivere in quel cortile lì, con tanto di volte, panchine e un tavolo con libri impilati, dove forse il pomeriggio prendono il tè e va da sé che credo si tratti di una parte accessoria per quelli che ci abitano.
La sala dello yoga ha un soffitto di legno intagliato di una tale bellezza che sarei disposta ad andare lì di notte chiedendo aiuto perfino al conte Dracula per tagliarne un pezzetto della misura di uno dei miei soffitti.
Beh, mi sento un po' ingrata, perché io in realtà amo molto la mia casina, ma stamattina ho avuto una prova tangibile del fatto che non c'è fine alla bellezza.
Poi.
Ogni tanto suonava qualcuno, tutte donne e mi sono stupita del numero di persone che in un sabato mattina di festa decide di fare yoga piuttosto che ciondolare in pigiama per casa. Inoltre, è accaduto un fatto strano. Tutte quelle che entravano mi sembravano uguali. Non riuscivo a distinguere l'una dall'altra. Ero molto stupita di questo, che mi ha portato anche a realizzare che anch'io probabilmente ero uguale a loro. Certo non posso pensare che fossi l'unico elemento diverso, in mezzo a tanta similitudine. A cosa sia dovuta tale sensazione, forte al punto da non poter esser ignorata non lo so. Che tutti quelli che fanno yoga sono uguali? Che in quel magnifico palazzo c'è un effetto magico per cui tutti quelli che vi mettono piede assumono le stesse sembianze? Che io non riesco più a distinguere, insomma meno del solito, una persona da un'altra? Che Dracula sta avendo sul mio sistema cognitivo un effetto deleterio? Che oggi mi rifiutassi di vedere le differenze? Che quando la cornice è così bella tutto quel che contiene si uniforma, perché possa risaltare meglio? Che il sole illumina ma anche acceca? O semplicemente, che sono una talpa?
Poi.
Mentre ero accanto alla scrivania, mi sono voltata e attaccato alla parete c'era un annuncio. Surf + yoga, 1-8 dicembre, fuerte ventura.
Mi illumino e dico, ma io faccio surf.
Mi mostrano foto magnifiche di loro che fanno yoga sulla spiaggia, ma poi mi dicono che si tratta di surf da onda. Il tutto non basta a scoraggiarmi.
Quindi manderò una mail e la cosa sta già assumendo lo stesso sapore che mi ha poi portato a conoscere le tartarughe.
Sono ancora a uno stadio preliminare, quindi osservo e non penso, anche se mi sembra proprio un regalito, ma so che fra un po' le domande che mi farò, quelle che mi servono per decidere saranno due.
Perché no?
Questa è una domanda che ho scoperto essere fantastica, perché mentre mi pongo tanti dubbi, questa domanda spazza via tutto e mi lascia quasi sempre inebetita. Già perché no? Perché a questa domanda non c'è quasi mai una risposta valida.
E la seconda.
Quando avrò centocinquanta anni e mi guarderò indietro, che può voler dire anche un mese, se quella sarà la data finale della mia vita, in tal caso però non arriverei al primo dicembre e tutti questi discorsi sarebbero inutili, ma questo ora mi porterebbe ad aprire un altro dibattito sull'inutilità di pensare al futuro anche più prossimo.
Però, in un futuro qualunque, sarei più felice di averla fatta questa esperienza o no?
Perché credo che uno degli scopi della vita sia di cercare vivere senza avere rimpianti.
E anche se questa è una cosa piccina, prima di dire di no e crearsi ostacoli o problemi, bisogna pensare che siamo qui per vivere.
Intanto, scrivo una mail.
Che è il primo passo.
Poi la strada si traccerà.
Naturalmente sono andata a dormire piuttosto turbata da tutto quel buio, nero, lato oscuro della vita.
Ma poi viene il sole e i vampiri vengono spazzati via.
Perché oggi non è ieri e non è neppure domani. È oggi.
Una sorpresa, o come dice Jodo un regalito.
Quindi nella luce del sole sono andata a provare una lezione di Yoga in un edificio diverso da quello dove rotolo in alcune albe delle mie giornate.
Perché questi da cui vado si stanno impossessando della città e hanno varie sedi.
Quella che ho visto oggi mi ha incantato.
È il più bel palazzo, a parte quelli in cui si trovano musei e le residenze regali, che abbia visto. Perché in questo abitano le persone normali e vi si può trovare perfino un centro yoga.
Ma appena entri ti stupisci del fatto che dietro grossi portoni marroni (notare, marroni) si possa celare cotanta bellezza. Anditi talmente grandi da poterci fare una diagonale di danza, luce anziché il buio che generalmente li contraddistingue, e anche qui l'anti dracula era evidentemente al lavoro per me e un cortile interno al primo piano di una tale bellezza che forse sarei disposta a non avere più una casa chiusa per poter vivere in quel cortile lì, con tanto di volte, panchine e un tavolo con libri impilati, dove forse il pomeriggio prendono il tè e va da sé che credo si tratti di una parte accessoria per quelli che ci abitano.
La sala dello yoga ha un soffitto di legno intagliato di una tale bellezza che sarei disposta ad andare lì di notte chiedendo aiuto perfino al conte Dracula per tagliarne un pezzetto della misura di uno dei miei soffitti.
Beh, mi sento un po' ingrata, perché io in realtà amo molto la mia casina, ma stamattina ho avuto una prova tangibile del fatto che non c'è fine alla bellezza.
Poi.
Ogni tanto suonava qualcuno, tutte donne e mi sono stupita del numero di persone che in un sabato mattina di festa decide di fare yoga piuttosto che ciondolare in pigiama per casa. Inoltre, è accaduto un fatto strano. Tutte quelle che entravano mi sembravano uguali. Non riuscivo a distinguere l'una dall'altra. Ero molto stupita di questo, che mi ha portato anche a realizzare che anch'io probabilmente ero uguale a loro. Certo non posso pensare che fossi l'unico elemento diverso, in mezzo a tanta similitudine. A cosa sia dovuta tale sensazione, forte al punto da non poter esser ignorata non lo so. Che tutti quelli che fanno yoga sono uguali? Che in quel magnifico palazzo c'è un effetto magico per cui tutti quelli che vi mettono piede assumono le stesse sembianze? Che io non riesco più a distinguere, insomma meno del solito, una persona da un'altra? Che Dracula sta avendo sul mio sistema cognitivo un effetto deleterio? Che oggi mi rifiutassi di vedere le differenze? Che quando la cornice è così bella tutto quel che contiene si uniforma, perché possa risaltare meglio? Che il sole illumina ma anche acceca? O semplicemente, che sono una talpa?
Poi.
Mentre ero accanto alla scrivania, mi sono voltata e attaccato alla parete c'era un annuncio. Surf + yoga, 1-8 dicembre, fuerte ventura.
Mi illumino e dico, ma io faccio surf.
Mi mostrano foto magnifiche di loro che fanno yoga sulla spiaggia, ma poi mi dicono che si tratta di surf da onda. Il tutto non basta a scoraggiarmi.
Quindi manderò una mail e la cosa sta già assumendo lo stesso sapore che mi ha poi portato a conoscere le tartarughe.
Sono ancora a uno stadio preliminare, quindi osservo e non penso, anche se mi sembra proprio un regalito, ma so che fra un po' le domande che mi farò, quelle che mi servono per decidere saranno due.
Perché no?
Questa è una domanda che ho scoperto essere fantastica, perché mentre mi pongo tanti dubbi, questa domanda spazza via tutto e mi lascia quasi sempre inebetita. Già perché no? Perché a questa domanda non c'è quasi mai una risposta valida.
E la seconda.
Quando avrò centocinquanta anni e mi guarderò indietro, che può voler dire anche un mese, se quella sarà la data finale della mia vita, in tal caso però non arriverei al primo dicembre e tutti questi discorsi sarebbero inutili, ma questo ora mi porterebbe ad aprire un altro dibattito sull'inutilità di pensare al futuro anche più prossimo.
Però, in un futuro qualunque, sarei più felice di averla fatta questa esperienza o no?
Perché credo che uno degli scopi della vita sia di cercare vivere senza avere rimpianti.
E anche se questa è una cosa piccina, prima di dire di no e crearsi ostacoli o problemi, bisogna pensare che siamo qui per vivere.
Intanto, scrivo una mail.
Che è il primo passo.
Poi la strada si traccerà.
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