Ieri una mia amica mi ha detto 'si va a scrivere in biblio?'
L'ultima volta e anche unica che avevo tentato la scrittura come atto comunitario non avevo scritto una sola parola e avevo finito per aprire il mio libro e mettermi a leggere, che non guasta mai.
Ieri invece, non sentendo altri segnali, l'ho perfino richiamata.
'Senti io vado, te che fai, vieni?'
'Io ci avevo ripensato, mi ero impigrita, ma se vai tu vengo anch'io'
'Sì sì, io vado'.
E così dopo un po' di ciondolamento ulteriore, un po' di fotelle a un arcobaleno bellissimo che dalla casina il cielo aveva disegnato per me in un arco perfetto, e un tramonto altrettanto fantastico, sono andata.
Lei era già lì, laptop aperto.
Le chiacchiere sono iniziate e una parte del mio cervello pensava 'col cavolo che si fa qualcosa'.
Ma poi, un'altra parte di me, che non so davvero da dove sia spuntata, ha detto 'comunque noi siamo qui per lavorare'.
Non c'è stato bisogno di altro, ognuna si è immersa nella sua scrittura e la cosa ancora più bella è che io non ho idea della cosa su cui sta lavorando lei e viceversa. Ognuna si chiude nel suo mondo e l'unico filo che ci unisce è l'essere lì con un computer aperto allo stesso tavolo.
Poi abbiamo smesso, rimesso tutto nei nostri zainetti e il suo saluto mi ha lasciato stralunata.
'Ciao allora e grazie per avermi fatto lavorare oggi, fosse stato per me non avrei fatto niente'.
Ecco, questo è un film che non si era mai visto e che mai avrei pensato di vedere. Qualcuno che mi ringrazia perché io, la talpa, l'ho spinta a lavorare.
Vuol dire che il mondo sta andando sottosopra e può darsi che c'entrino tutte quelle verticali che sto cercando di fare.
Non c'è altra spiegazione.
Comunque, sono piuttosto preoccupata.
L'ultima volta e anche unica che avevo tentato la scrittura come atto comunitario non avevo scritto una sola parola e avevo finito per aprire il mio libro e mettermi a leggere, che non guasta mai.
Ieri invece, non sentendo altri segnali, l'ho perfino richiamata.
'Senti io vado, te che fai, vieni?'
'Io ci avevo ripensato, mi ero impigrita, ma se vai tu vengo anch'io'
'Sì sì, io vado'.
E così dopo un po' di ciondolamento ulteriore, un po' di fotelle a un arcobaleno bellissimo che dalla casina il cielo aveva disegnato per me in un arco perfetto, e un tramonto altrettanto fantastico, sono andata.
Lei era già lì, laptop aperto.
Le chiacchiere sono iniziate e una parte del mio cervello pensava 'col cavolo che si fa qualcosa'.
Ma poi, un'altra parte di me, che non so davvero da dove sia spuntata, ha detto 'comunque noi siamo qui per lavorare'.
Non c'è stato bisogno di altro, ognuna si è immersa nella sua scrittura e la cosa ancora più bella è che io non ho idea della cosa su cui sta lavorando lei e viceversa. Ognuna si chiude nel suo mondo e l'unico filo che ci unisce è l'essere lì con un computer aperto allo stesso tavolo.
Poi abbiamo smesso, rimesso tutto nei nostri zainetti e il suo saluto mi ha lasciato stralunata.
'Ciao allora e grazie per avermi fatto lavorare oggi, fosse stato per me non avrei fatto niente'.
Ecco, questo è un film che non si era mai visto e che mai avrei pensato di vedere. Qualcuno che mi ringrazia perché io, la talpa, l'ho spinta a lavorare.
Vuol dire che il mondo sta andando sottosopra e può darsi che c'entrino tutte quelle verticali che sto cercando di fare.
Non c'è altra spiegazione.
Comunque, sono piuttosto preoccupata.
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