Monday, November 17, 2014

Ieri, sedici novembre.

In una giornata piovosa cosa scopro?
Che una persona sconosciuta pare abbia acquistato una copia del mio libro.
Ieri. 
Di domenica.
È una cosa che mi riempie di.
Stupore.
Gioia.
Gratitudine.
Preoccupazione.
Tremore alle zampine.
E anche al cuore.
Senso di frenesia generale, non controllabile.
Ho la sensazione di dover fare qualcosa ma non so cosa. Perché probabilmente non c'è nulla che io debba fare, a parte continuare a fare la mia vita come sempre.
Ma non è mica così semplice.
Perché ieri una persona si è messa in testa di comprare un mio libro, che vuol dire che probabilmente ha acceso il computer, è andato sul sito, non so se ci sia finito per caso o sia andato lì di proposito, ma ha deciso di acquistarlo, pensando di spendere dei soldi per leggerlo, ha probabilmente usato una carta di credito, operazione non proprio immediata e ora aspetta che gli arrivi a casa per posta.
E io non so se sia felice, trepidante per l'attesa, o già pentito, o già dimentico dell'acquisto fatto, ma in ogni caso, lo ha fatto e fra qualche giorno una copia del mio libro entrerà nella sua casa 
Qualunque cosa accadrà, che gli piaccia, che non gli piaccia, che lo metta su una libreria o su un comodino o su un divano, che lo tenga o che lo bruci come fa Pepe Carvalho o che lo scaraventi dalla finestra dopo le prime pagine, lui avrà speso minuti della sua vita e soldi per acquistare una copia del mio libro.
Senza conoscermi.
Tutto questo mi commuove e vorrei anche restituirgli i soldi, solo perché uno che mi dà una gioia così grande non dovrebbe spendere danaro.
E perché è evidente che non sono una commerciante. E non faccio che dirmi che non l'ho riguardato, che il font è piccino, che costa troppo e che non è giusto che qualcuno paghi per comprare un mio libro.
E non so perché pensi così, perché io non faccio che spendere soldi per acquistare libri, quasi tutti i giorni e ne sono anche contenta.
Però ieri una persona ha acquistato il mio di libro, quello che ho scritto io e che ora sarà suo, e questo per me, oltre a essere meraviglioso, credo sia troppo.
Più di quanto riesca a immaginare.
Questo gesto segna una specie di prima e dopo.
In questo gesto c'è un universo intero e pensarlo tutto mi dà le vertigini.

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