Wednesday, November 5, 2014

Le paroline appiccicate.

Oggi nella talpa city piove.
Fosse tutto qui non ci farei neanche caso, ma il punto è che non piove solo fuori ma anche nella casina e non un po'. Piove dal tetto come se ci fosse un rubinetto aperto. 
E anche se non voglio disturbare me stessa con questa roba qui, ogni tanto allungo un braccio per prendere qualcosa e lo infilo sotto l'acqua.
Quindi sono uscita, ma tanto sarei uscita lo stesso.
Ma la pioggia in casa mi fa l'effetto di quando per qualche motivo eccezionale non si andava a scuola.
Ho chiuso lo cucina, chiuso tutto e con la scusa che la casa non è agibile saltello nelle pozzanghere esterne.
Ma in questa specie di libreria in cui sono venuta a scrivere c'è una connessione che funziona, il che mi porta al cazzeggio totale.
Da qui, verso sera, saltellerò direttamente nella magnifica sala dello yoga.
Però a parte questa conversazione iniziale sul più o meno umido, c'era una cosa che volevo dire.
Io ho un cellulare touch, come quasi tutto il resto del mondo. E su questi dispositivi moderni per copiare si spinge ben benino come se si volesse penetrare dentro, le paroline si appiccicano sul dito e poi tu le appiccichi da un'altra parte.
Io spingo col dito indice e quando poi le riappiccico da un'altra parte è ovvio che usi lo stesso dito, perché le paroline sono lì.
Però accade anche un'altra cosa.
Che a volte quando vado a riappiccicare, mi appaiono paroline diverse da quelle appena raccolte, che magari avevo tappato nei giorni precedenti.
Oggi mi è successo e allora mi sono guardata il dito.
Ecco, apparentemente non c'è nulla, ma è ovvio che invece c'è molto più di quanto non sembri.
La domanda è, quanti miliardi di paroline ci sono, appiccicati sul mio ditino?
E c'è un modo per cancellarle?
E possono dare problemi, a lungo termine, tipo trasformarlo in qualcosa di diverso che non saprei prevedere?
E il mio dito, a questo punto, è o non è la parte più erudita del mio corpo?
E potrebbe condividere la sua conoscenza anche con altre dita, altre parti del corpo mio o di altri?
Va da sé che non è più un dito normale e che di questo bisogna prendere atto.

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