Ieri ho affrontato il viaggio interplanetario di ritorno.
La navicella spaziale non era pronta per il lancio, quindi la talpa ha dovuto attendere una mezz'oretta in più perché si attivasse e venisse sputata nell'atmosfera.
Però poi è accaduto.
Una volta atterrata ho potuto usare i normali mezzi di locomozione che si chiamano gallerie scavate o treni.
Ho mangiato un pezzo di pizza rischiando di perdere il treno perché avevo un quarto d'ora, ma dato il rientro da altro pianeta con parametri spaziali e temporali diversi, non riuscivo a calcolare i tempi. E quando dico non riuscivo intendo in senso letterale. Facevo i conti e non capivo se un quarto d'ora fosse lungo o corto e mi rilassavo mangiando.
Avevo un mal di testa lieve e continuo che mi ricordava la mia provenienza.
Non pensavo ad altro che alla possibilità di riuscire ad infilarmi nella lezione di yoga delle sei, a cui, è evidente, inizio ad attribuire poteri sicuramente superiori a quelli reali. Per questo vedevo in questa lezione l'unica possibilità di ripristino delle mie condizioni.
Il ritardo della navicella aveva messo molto a rischio la possibilità di farcela.
Ma non aveva fatto i conti con la determinazione della talpa.
Che si è precipitata a casa, ha lanciato le cose per le scale, si è cambiata alla velocità della luce, si è riprecipitata giù dalle scale, ha fatto una corsa in bicicletta urlando ai pedoni che si frapponevano fra lei e la lezione e facendoli scansare impauriti e in questo ha pensato che un campanello le sarebbe utile e è giunta lì sudata fradicia, ma giusto in tempo. Si è accasciata sul tappetino e avrebbe dormito volentieri, altro che lezione.
Ma in tal caso sarebbe dovuta rimanere a casa, invece era lì e la lezione iniziava.
L'ha fatta, scoprendo che il viaggio interplanetario rende l'energia tutta spezzettata, e che non basta una lezione a riannodarla, ma apporta un notevole contributo.
Ha scoperto anche che è più facile svuotare la mente, perché il desiderio di farlo e di essere qui e ora è maggiore.
Ha scoperto che essere su un pavimento terrestre in mezzo a sconosciuti può essere fantastico.
Ha scoperto che forse i problemi non esistono. È solo una questione di punti di vista.
Siccome per due notti era andata a dormire molto tardi, ha scoperto, ma lo sapeva già, che le piace fare la nanna presto e quindi alle nove e mezzo già dormiva.
E tutto è stato fantastico.
Perché, ma anche questo lo sapeva già, il mondo è suo amico.
La navicella spaziale non era pronta per il lancio, quindi la talpa ha dovuto attendere una mezz'oretta in più perché si attivasse e venisse sputata nell'atmosfera.
Però poi è accaduto.
Una volta atterrata ho potuto usare i normali mezzi di locomozione che si chiamano gallerie scavate o treni.
Ho mangiato un pezzo di pizza rischiando di perdere il treno perché avevo un quarto d'ora, ma dato il rientro da altro pianeta con parametri spaziali e temporali diversi, non riuscivo a calcolare i tempi. E quando dico non riuscivo intendo in senso letterale. Facevo i conti e non capivo se un quarto d'ora fosse lungo o corto e mi rilassavo mangiando.
Avevo un mal di testa lieve e continuo che mi ricordava la mia provenienza.
Non pensavo ad altro che alla possibilità di riuscire ad infilarmi nella lezione di yoga delle sei, a cui, è evidente, inizio ad attribuire poteri sicuramente superiori a quelli reali. Per questo vedevo in questa lezione l'unica possibilità di ripristino delle mie condizioni.
Il ritardo della navicella aveva messo molto a rischio la possibilità di farcela.
Ma non aveva fatto i conti con la determinazione della talpa.
Che si è precipitata a casa, ha lanciato le cose per le scale, si è cambiata alla velocità della luce, si è riprecipitata giù dalle scale, ha fatto una corsa in bicicletta urlando ai pedoni che si frapponevano fra lei e la lezione e facendoli scansare impauriti e in questo ha pensato che un campanello le sarebbe utile e è giunta lì sudata fradicia, ma giusto in tempo. Si è accasciata sul tappetino e avrebbe dormito volentieri, altro che lezione.
Ma in tal caso sarebbe dovuta rimanere a casa, invece era lì e la lezione iniziava.
L'ha fatta, scoprendo che il viaggio interplanetario rende l'energia tutta spezzettata, e che non basta una lezione a riannodarla, ma apporta un notevole contributo.
Ha scoperto anche che è più facile svuotare la mente, perché il desiderio di farlo e di essere qui e ora è maggiore.
Ha scoperto che essere su un pavimento terrestre in mezzo a sconosciuti può essere fantastico.
Ha scoperto che forse i problemi non esistono. È solo una questione di punti di vista.
Siccome per due notti era andata a dormire molto tardi, ha scoperto, ma lo sapeva già, che le piace fare la nanna presto e quindi alle nove e mezzo già dormiva.
E tutto è stato fantastico.
Perché, ma anche questo lo sapeva già, il mondo è suo amico.
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