Monday, November 10, 2014

Il rientro.

Ieri ho affrontato il viaggio interplanetario di ritorno.
La navicella spaziale non era pronta per il lancio, quindi la talpa ha dovuto attendere una mezz'oretta in più perché si attivasse e venisse sputata nell'atmosfera. 
Però poi è accaduto.
Una volta atterrata ho potuto usare i normali mezzi di locomozione che si chiamano gallerie scavate o treni.
Ho mangiato un pezzo di pizza rischiando di perdere il treno perché avevo un quarto d'ora, ma dato il rientro da altro pianeta con parametri spaziali e temporali diversi, non riuscivo a calcolare i tempi. E quando dico non riuscivo intendo in senso letterale. Facevo i conti e non capivo se un quarto d'ora fosse lungo o corto e mi rilassavo mangiando.
Avevo un mal di testa lieve e continuo che mi ricordava la mia provenienza.
Non pensavo ad altro che alla possibilità di riuscire ad infilarmi nella lezione di yoga delle sei, a cui, è evidente, inizio ad attribuire poteri sicuramente superiori a quelli reali. Per questo vedevo in questa lezione l'unica possibilità di ripristino delle mie condizioni.
Il ritardo della navicella aveva messo molto a rischio la possibilità di farcela.
Ma non aveva fatto i conti con la determinazione della talpa.
Che si è precipitata a casa, ha lanciato le cose per le scale, si è cambiata alla velocità della luce, si è riprecipitata giù dalle scale, ha fatto una corsa in bicicletta urlando ai pedoni che si frapponevano fra lei e la lezione e facendoli scansare impauriti e in questo ha pensato che un campanello le sarebbe utile e è giunta lì sudata fradicia, ma giusto in tempo. Si è accasciata sul tappetino e avrebbe dormito volentieri, altro che lezione.
Ma in tal caso sarebbe dovuta rimanere a casa, invece era lì e la lezione iniziava.
L'ha fatta, scoprendo che il viaggio interplanetario rende l'energia tutta spezzettata, e che non basta una lezione a riannodarla, ma apporta un notevole contributo. 
Ha scoperto anche che è più facile svuotare la mente, perché il desiderio di farlo e di essere qui e ora è maggiore.
Ha scoperto che essere su un pavimento terrestre in mezzo a sconosciuti può essere fantastico.
Ha scoperto che forse i problemi non esistono. È solo una questione di punti di vista.
Siccome per due notti era andata a dormire molto tardi, ha scoperto, ma lo sapeva già, che le piace fare la nanna presto e quindi alle nove e mezzo già dormiva.
E tutto è stato fantastico.
Perché, ma anche questo lo sapeva già, il mondo è suo amico.


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