Può capitare che si scopra che atteggiamenti, propri, che si pensava di aver superato e dimenticato, si ripresentino.
Che mi ripresentino una me che non mi piace granché.
Allora nasce il disappunto, lo sconcerto, la delusione.
Ma invece non è necessario che nasca tutto ciò. Perché i percorsi non sono mai inutili, non sono inutili i lavori che si fanno, specie quelli su se stessi e non si butta via nulla, nel bene e nel male.
Che vuol dire che si possono anche ripresentare comportamenti che credevo dimenticati e ai quali guardavo anche con un certo presuntuoso distacco, ma in realtà quel che cambia sono gli strumenti a cui posso avere accesso.
Scopro che il bauletto si è riempito di accessori nuovi e che basta aprirlo per trovare oggetti che mi fanno guardare al mondo e alle situazioni in un altro modo e che mi aiutano più di quanto pensassi, che mi fanno sentire più grande e più forte, che mi fanno dire 'beh talpa, mi piaci, non sei male per niente'.
E succede allora, che mentre sono in mezzo alla turbolenza e il bauletto si è aperto davanti a me e mi ha suggerito di prendere gli strumenti e usarli, perché così deve essere, altrimenti non avrebbe senso averli lì, un raggio di sole illumina tutto.
Perché per quanto là fuori tutto possa succedere, sempre è stato così e sempre sarà, perché non siamo padroni del mondo e di quel che succede, il sole resta lì, anche se coperto dalle nuvole, sai che è lì dietro.
Posso sentire i miei passi forti sulla terra e il mio cammino saldo, anche se non conosce direzione, perché importante rimane il percorso, e ogni singola impronta. Da qualche parte arriverò e forse non importa dove.
Perché io, in ogni caso, ci sono.
Esisto.
E non so se sia la verticale a fare tutto questo o Paperino, ma qualunque cosa sia, è la benvenuta.
Ma se ora non esco per andare a scrivere, tutti questi bei discorsi finiscono a gambe all'aria, questo è poco ma sicuro.
Che mi ripresentino una me che non mi piace granché.
Allora nasce il disappunto, lo sconcerto, la delusione.
Ma invece non è necessario che nasca tutto ciò. Perché i percorsi non sono mai inutili, non sono inutili i lavori che si fanno, specie quelli su se stessi e non si butta via nulla, nel bene e nel male.
Che vuol dire che si possono anche ripresentare comportamenti che credevo dimenticati e ai quali guardavo anche con un certo presuntuoso distacco, ma in realtà quel che cambia sono gli strumenti a cui posso avere accesso.
Scopro che il bauletto si è riempito di accessori nuovi e che basta aprirlo per trovare oggetti che mi fanno guardare al mondo e alle situazioni in un altro modo e che mi aiutano più di quanto pensassi, che mi fanno sentire più grande e più forte, che mi fanno dire 'beh talpa, mi piaci, non sei male per niente'.
E succede allora, che mentre sono in mezzo alla turbolenza e il bauletto si è aperto davanti a me e mi ha suggerito di prendere gli strumenti e usarli, perché così deve essere, altrimenti non avrebbe senso averli lì, un raggio di sole illumina tutto.
Perché per quanto là fuori tutto possa succedere, sempre è stato così e sempre sarà, perché non siamo padroni del mondo e di quel che succede, il sole resta lì, anche se coperto dalle nuvole, sai che è lì dietro.
Posso sentire i miei passi forti sulla terra e il mio cammino saldo, anche se non conosce direzione, perché importante rimane il percorso, e ogni singola impronta. Da qualche parte arriverò e forse non importa dove.
Perché io, in ogni caso, ci sono.
Esisto.
E non so se sia la verticale a fare tutto questo o Paperino, ma qualunque cosa sia, è la benvenuta.
Ma se ora non esco per andare a scrivere, tutti questi bei discorsi finiscono a gambe all'aria, questo è poco ma sicuro.
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