A una lezione di yoga alle 9.30 del mattino ti aspetti di trovarci tre gatti o forse solo due, più una talpa. Invece arrivi lì e la sala è piena, come sempre.
Lì, nel palazzo della bellezza, tutti vogliono essere presenti.
Ma allora chi lavora?
Parlo di quei lavori dagli orari usuali.
Chiaro che i partecipanti alla lezione appartengono a categorie particolari. Artisti, studenti, stranieri e non saprei.
Tutto questo vuol dire che non sono sola come pensavo, ma che c'è una porzione di mondo, neppure troppo piccina, che gira come me, in ambiti privi di regole e per cui infilarsi in una lezione di yoga alle nove del mattino può essere una priorità.
E anche se sulla verticale non ho fatto molti progressi, forse perché in tal caso non avrei più motivo di andarci, sentir dire 'fermatevi in questa posizione e siate felici del punto che siete riusciti a raggiungere oggi. Ringraziate voi stessi per la pratica' e tutta questa roba zen, mi porta in una dimensione di puro piacere.
Perché io sono abituata a ben altra roba.
Tipo. 'Perché non riesci a mantenere i progressi fatti? Devi essere più concentrata. Se devi venire a lezione così è meglio se stai a casa. Avanti, salta!!!!! Ci vogliono più muscoli qui, sei troppo secca, sei troppo grassa, sei così sei cosà...' e giù piedi che sbattono sui pavimenti e urli e terrorismo.
Devi soffrire, è la parola d'ordine della danza.
Nello yoga ti dicono che non bisogna mai soffrire, anche mentre hai una gamba sulla testa e ti stai spezzando in due.
Va da sé che in quest'ultima attitudine si può avvertire una leggera ipocrisia, ma questa tendenza al piacere e al volersi bene, è un massaggio continuo.
Inoltre, ci sono posizioni in cui mi sento potente, una guerriera della luce, per dirla alla Coelho.
Il punto è che lo yoga è qualcosa che mi appartiene. È probabile che nella mia vita precedente facesse parte di me in maniera consistente.
Ma anche gli urli della danza mi appartengono.
Sono luoghi in cui porto tutta me stessa.
Comunque il mondo pullula di gente che non fa niente, o per dirla in un altro modo, che dedica il suo tempo a quel che forse conta davvero.
E questo mi fa sentire molto meglio.
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