Ci ho provato a ritardare la fine, andando a rilento, ovviamente, ma non è servito a niente, cioè sì, a qualcosa è servito, a farmi fare un po' di sempre meritato panciolle, però anche scrivendo un paio di paroline al giorno alla fine ho dovuto accettare la realtà.
Però la talpa non è scema per niente, anche se non lo sa.
Una settimana fa, quindi in tempi non sospetti, avevo cominciato a scriverne un altro. Ma non sospetti per chi? Perché forse per qualcuno che abita qui dentro sospetti lo erano e come. Questa entità che chiameremo il Talpa Soccorritore, si è attivato alle prime avvisaglie.
Allarme allarme!!!
(lui ha una squadra di venti persone al suo servizio, che si è radunata all'istante nella writing room, che è il luogo da cui la talpa scova le idee, senza esserne consapevole, ovviamente)
Che succede?
Guardate le parole!
(c'è un baule con tutte le parole dentro. I venti si affacciano tutti insieme e molti si prendono a testate)
Sono quasi finite!!!
(urlano in coro)
È il motivo per cui vi ho radunato qui. Bisogna inventarsi qualcosa prima che finiscano perché se no lei frigna, si dispera e diventa insopportabile e dobbiamo sopportarla così per giorni e giorni.
(I venti annuiscono e cominciano a grattarsi la testa, perché anche se non vogliono sorbirsi una talpa frignona, di idee non ne hanno)
Allora?
(insiste il TS)
Boh...
(loro sono tanti solo perché ognuno dice una parola, ma pensano con una testa sola)
Come boh?
Boh...
Smettetela di dire boh. Lei ora canticchia tutta felice perché come al solito mica l'ha capito che sta finendo.
Certo che è proprio stordita.
(i venti si guardano piuttosto sconsolati perché vorrebbero lavorare per un soggetto più interessante)
Bando alle ciance, dovete inventarvi subito qualcosa.
Ma non ce l'abbiamo qualcosa ora, mica è come comprare le patatine, potrà pur stare un po' senza fare niente.
Lo sapete che ci sta sempre molto volentieri. Panciolle lo chiama lei, ma le piace solo quando ha da fare, se invece il libro le finisce si dispera e non riesce più a godersi il panciolle. In realtà credo sia proprio questo il motivo della sua disperazione, più che il libro, ma insomma, avete presenti i suoi piagnistei?
Eccome se ce li abbiamo presenti.
Volete sentirli?
No, no e poi no.
E allora non c'è altra soluzione che dare vita a un nuovo filone. Vanno infilate nuove parole nel filo che lei potrà tirare su.
Non ce le abbiamo.
Inventatele, questo è il vostro compito. Vi vengo incontro, bastano giusto le prime, tanto per qualche giorno è impegnata con l'altro, questo serve solo a evitare la crisi che si presenterà fra qualche giorno. E le prime parole le vanno sventolate davanti agli occhi per bene, perché è una talpa, presa da quell'altro, quindi se non facciamo così quando le vede? Anzi, le vanno messe proprio fra le zampe.
Ma poi, quando l'altro finisce e il baule di questo è quasi vuoto, come facciamo?
Non c'è da preoccuparsi, a quel punto lei ne avrà iniziato un altro e sarà così tranquilla che tornerà a dedicarsi ai suoi panciolle e noi avremo tutto il tempo.
Mah... ora ci pensiamo. Quante parole servono?
Ne bastano un centinaio per ora.
Cinque per uno quindi. Devono avere un senso?
No, non è necessario, basta che siano un po' allettanti, tanto ora ha l'altro e quando finirà sarà talmente contenta di avere questo appiglio che le sembrerà tutto fantastico.
Bene, cominciamo allora, che noiosa però. Quale baule usiamo?
Quello blu nell'angolo.
Va spolverato?
Non importa.
Uffa.
(E i venti si mettono al lavoro, buttando nel baule polveroso cinque parole a testa, più svogliati che mai, seduti sul pavimento, sbuffando. Dieci minuti dopo, tra uno sbadiglio e l'altro, hanno finito).
Finito. Come facciamo a fargliele vedere ora?
Legatele fra loro, poi prendete la prima e fate in modo che ci inciampi. È una credulona, non sarà difficile.
Devono avere un ordine?
Non importa, mettetele a caso, servono solo a salvarci dagli strepiti.
Però la talpa non è scema per niente, anche se non lo sa.
Una settimana fa, quindi in tempi non sospetti, avevo cominciato a scriverne un altro. Ma non sospetti per chi? Perché forse per qualcuno che abita qui dentro sospetti lo erano e come. Questa entità che chiameremo il Talpa Soccorritore, si è attivato alle prime avvisaglie.
Allarme allarme!!!
(lui ha una squadra di venti persone al suo servizio, che si è radunata all'istante nella writing room, che è il luogo da cui la talpa scova le idee, senza esserne consapevole, ovviamente)
Che succede?
Guardate le parole!
(c'è un baule con tutte le parole dentro. I venti si affacciano tutti insieme e molti si prendono a testate)
Sono quasi finite!!!
(urlano in coro)
È il motivo per cui vi ho radunato qui. Bisogna inventarsi qualcosa prima che finiscano perché se no lei frigna, si dispera e diventa insopportabile e dobbiamo sopportarla così per giorni e giorni.
(I venti annuiscono e cominciano a grattarsi la testa, perché anche se non vogliono sorbirsi una talpa frignona, di idee non ne hanno)
Allora?
(insiste il TS)
Boh...
(loro sono tanti solo perché ognuno dice una parola, ma pensano con una testa sola)
Come boh?
Boh...
Smettetela di dire boh. Lei ora canticchia tutta felice perché come al solito mica l'ha capito che sta finendo.
Certo che è proprio stordita.
(i venti si guardano piuttosto sconsolati perché vorrebbero lavorare per un soggetto più interessante)
Bando alle ciance, dovete inventarvi subito qualcosa.
Ma non ce l'abbiamo qualcosa ora, mica è come comprare le patatine, potrà pur stare un po' senza fare niente.
Lo sapete che ci sta sempre molto volentieri. Panciolle lo chiama lei, ma le piace solo quando ha da fare, se invece il libro le finisce si dispera e non riesce più a godersi il panciolle. In realtà credo sia proprio questo il motivo della sua disperazione, più che il libro, ma insomma, avete presenti i suoi piagnistei?
Eccome se ce li abbiamo presenti.
Volete sentirli?
No, no e poi no.
E allora non c'è altra soluzione che dare vita a un nuovo filone. Vanno infilate nuove parole nel filo che lei potrà tirare su.
Non ce le abbiamo.
Inventatele, questo è il vostro compito. Vi vengo incontro, bastano giusto le prime, tanto per qualche giorno è impegnata con l'altro, questo serve solo a evitare la crisi che si presenterà fra qualche giorno. E le prime parole le vanno sventolate davanti agli occhi per bene, perché è una talpa, presa da quell'altro, quindi se non facciamo così quando le vede? Anzi, le vanno messe proprio fra le zampe.
Ma poi, quando l'altro finisce e il baule di questo è quasi vuoto, come facciamo?
Non c'è da preoccuparsi, a quel punto lei ne avrà iniziato un altro e sarà così tranquilla che tornerà a dedicarsi ai suoi panciolle e noi avremo tutto il tempo.
Mah... ora ci pensiamo. Quante parole servono?
Ne bastano un centinaio per ora.
Cinque per uno quindi. Devono avere un senso?
No, non è necessario, basta che siano un po' allettanti, tanto ora ha l'altro e quando finirà sarà talmente contenta di avere questo appiglio che le sembrerà tutto fantastico.
Bene, cominciamo allora, che noiosa però. Quale baule usiamo?
Quello blu nell'angolo.
Va spolverato?
Non importa.
Uffa.
(E i venti si mettono al lavoro, buttando nel baule polveroso cinque parole a testa, più svogliati che mai, seduti sul pavimento, sbuffando. Dieci minuti dopo, tra uno sbadiglio e l'altro, hanno finito).
Finito. Come facciamo a fargliele vedere ora?
Legatele fra loro, poi prendete la prima e fate in modo che ci inciampi. È una credulona, non sarà difficile.
Devono avere un ordine?
Non importa, mettetele a caso, servono solo a salvarci dagli strepiti.
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