Stamattina mi sono svegliata abbastanza presto per due motivi.
Il primo è che quando ho un giocattolo nuovo la mattina mi sveglio prima perché voglio usarlo e io volevo giocare un po' con le nuove matite prima di andare a danza.
Il secondo è che mi dovevo nutrire in modo giusto, perché temevo di accasciarmi.
In genere, quando so che devo (vedi? Invece dovrei dire voglio) andare a danza, il giorno prima non sgarro, che vuol dire che cerco di nutrire il mio corpo in modo adeguato. Se so che non vado, può anche essere tacabanda.
Ieri ho quasi digiunato, ma non era voluto. La mancanza di acqua ha sferzato un duro colpo alla mia già scarsissima volontà di procurarmi del cibo e talvolta cucinarlo sui fuochi che si chiamano fornelli.
È una cosa talmente noiosa per me che posso svolgerla solo se fila tutto liscio, ma al minimo intoppo mi arrendo senza ritegno.
La mancanza d'acqua è un intoppo più che minimo, quindi a parte la fantastica colazione (senza quella non sopravvivo) e una merenda pomeridiana molto frugale, non ho ingurgitato altro. Non sono le condizioni ottimali per affrontare una lezione di danza.
Ecco perché stamattina ho fatto colazione presto, poi ho usato le mie nuove matite e poi sono uscita prima per andare a lezione e ho preso anche un cappuccino.
Per precauzione mi ero portata dietro anche un bacio perugina, da ingurgitare di nascosto fra la sbarra e il centro. Invece non è servito, perché avevo talmente tanta energia che mi sentivo un leone e ho fatto una gran lezione. Ma l'avevo già sentito mentre andavo in bici e scavalcavo i ponti come se niente fosse.
Questo fatto dapprima mi ha stupito, ma poi ho trovato la spiegazione: mi ero nutrita dei colori che avevo usato, sia ieri che stamattina.
Se davvero è così, posso smettere di rompermi le scatole con la cucina e colorare tutto il giorno. Questa è la più straordinaria delle scoperte.
A proposito di colorare, facendo un passo indietro, fino allo stadio precedente, quello del disegno, ho capito perché mi piace così tanto.
Perché quando vedo un disegno, per complicato che sia, non mi sgomento, ma scelgo, di tutto il disegno, la linea da tracciare che mi piace di più e so che da quella linea, aggiungendo le altre, il disegno prima o poi giungerà a compimento. Il disegno più di ogni altra cosa mi insegna che si parte da un singolo tratto, e da lì non si deve fare altro che procedere, tratto dopo tratto.
Del resto il mio amico Leonardo lo aveva capito molto bene, lui che scomponeva la vita, la disegnava e così cercava di capirla.
Quindi non sono io che imparo a disegnare, ma è il disegno che mi insegna a vivere.
Comunque oggi mi nutrirò anche di cibo per la lezione di domani perché ci sono cose importanti che devo capire e oltre al corpo mi serve anche il cervello.
Lo so, a volte mi serve anche lui, anche se io preferirei lasciarlo sempre a casa, a riposo.
Il primo è che quando ho un giocattolo nuovo la mattina mi sveglio prima perché voglio usarlo e io volevo giocare un po' con le nuove matite prima di andare a danza.
Il secondo è che mi dovevo nutrire in modo giusto, perché temevo di accasciarmi.
In genere, quando so che devo (vedi? Invece dovrei dire voglio) andare a danza, il giorno prima non sgarro, che vuol dire che cerco di nutrire il mio corpo in modo adeguato. Se so che non vado, può anche essere tacabanda.
Ieri ho quasi digiunato, ma non era voluto. La mancanza di acqua ha sferzato un duro colpo alla mia già scarsissima volontà di procurarmi del cibo e talvolta cucinarlo sui fuochi che si chiamano fornelli.
È una cosa talmente noiosa per me che posso svolgerla solo se fila tutto liscio, ma al minimo intoppo mi arrendo senza ritegno.
La mancanza d'acqua è un intoppo più che minimo, quindi a parte la fantastica colazione (senza quella non sopravvivo) e una merenda pomeridiana molto frugale, non ho ingurgitato altro. Non sono le condizioni ottimali per affrontare una lezione di danza.
Ecco perché stamattina ho fatto colazione presto, poi ho usato le mie nuove matite e poi sono uscita prima per andare a lezione e ho preso anche un cappuccino.
Per precauzione mi ero portata dietro anche un bacio perugina, da ingurgitare di nascosto fra la sbarra e il centro. Invece non è servito, perché avevo talmente tanta energia che mi sentivo un leone e ho fatto una gran lezione. Ma l'avevo già sentito mentre andavo in bici e scavalcavo i ponti come se niente fosse.
Questo fatto dapprima mi ha stupito, ma poi ho trovato la spiegazione: mi ero nutrita dei colori che avevo usato, sia ieri che stamattina.
Se davvero è così, posso smettere di rompermi le scatole con la cucina e colorare tutto il giorno. Questa è la più straordinaria delle scoperte.
A proposito di colorare, facendo un passo indietro, fino allo stadio precedente, quello del disegno, ho capito perché mi piace così tanto.
Perché quando vedo un disegno, per complicato che sia, non mi sgomento, ma scelgo, di tutto il disegno, la linea da tracciare che mi piace di più e so che da quella linea, aggiungendo le altre, il disegno prima o poi giungerà a compimento. Il disegno più di ogni altra cosa mi insegna che si parte da un singolo tratto, e da lì non si deve fare altro che procedere, tratto dopo tratto.
Del resto il mio amico Leonardo lo aveva capito molto bene, lui che scomponeva la vita, la disegnava e così cercava di capirla.
Quindi non sono io che imparo a disegnare, ma è il disegno che mi insegna a vivere.
Comunque oggi mi nutrirò anche di cibo per la lezione di domani perché ci sono cose importanti che devo capire e oltre al corpo mi serve anche il cervello.
Lo so, a volte mi serve anche lui, anche se io preferirei lasciarlo sempre a casa, a riposo.
No comments:
Post a Comment