Wednesday, May 25, 2016

L'inglese.

Non è una novità che la talpa si sia messa in testa di imparare l'inglese. Questo proposito ultimamente l'ha portata anche a collezionare figurette in qua e là.
È altrettanto noto che, quando la talpa si mette in testa di fare qualcosa, l'universo si ingegni per favorire il suo apprendimento. Almeno lui pensa di favorirmi, ma naturalmente tra quel che pensa lui e quel che penso io può esserci una certa discrepanza. Lui esagera sempre, anche a proposito di discrepanze.
Stamattina, ad esempio, ha fatto aprire una voragine vicino a casa mia.
Cosa c'entra questo con l'inglese? C'entra c'entra.
Prima che mi rendessi conto che il mondo intorno a me stava sprofondando, qualcuno ha bussato alla mia porta. Era piuttosto presto perché la gente, chiunque fosse, si mettesse a bussare alle porte altrui, ma io a volte posso anche essere gentile, quindi mi sono affacciata da quassù e ho gettato un 'chi è?' giù dalle scale. 
I am... non ho capito il seguito. Chi mi stava bussando parlava inglese. Ho pensato che fosse la mia vicina, che parla tutte le lingue che non parlo io e volesse scherzare e così, scherzando scherzando, mi sono messa a parlare il mio inglese mentre scendevo le scale. Ma quando ho aperto non ho trovato lei, ho trovato una signora americana che cercava lei e aveva sbagliato porta. Indossava una specie di pigiama e aveva le mani nei capelli per la mancanza di acqua. Le ho chiesto se per caso vivesse in questo palazzo pure lei e l'ho informata che avrei chiamato il signor acquedotto e le avrei fatto sapere.
Io l'avevo scoperto che i miei rubinetti non sputavano acqua, ma invece di attivarmi avevo fatto un rapidissimo calcolo con il mio cervellino. Cosa posso fare senza acqua?
La colazione? sì. Sono salva.
Disegnare? Sì.
Usare il computer? sì
Scrivere? sì
Leggere? sì
Suonare la chitarra? sì.
Bene, la talpa non ha problemi.
Quindi se la signora americana non avesse bussato alla mia porta e poi la mia vicina non avesse cominciato a scrivermi e poi anche un'altra amica che dice di andare a lavarmi a casa sua, perché lei ha un pozzo, io forse sarei arrivata a sera senza sapere niente e andando avanti, un po' come avrebbe fatto Pippo.
Invece ho dovuto raccogliere informazioni, calarmi giù di un piano e andare dall'americana, che quindi abita nel mio palazzo anche se ne ignoravo l'esistenza, per dirle di stare tranquilla, che c'è solo un guasto. In inglese, però.
Lei è qui per studiare l'italiano, un'esperienza fantastica ha detto, doveva studiare ma voleva lavarsi il viso. Poi ha richiuso la porta con due mandate e è tornata al suo italiano.
Non importava che l'universo facesse franare un pezzo di città perché io esercitassi il mio inglese quando ero ancora mezza addormentata. 
Però il fatto che sotto di me una signora americana stia imparando l'italiano mentre io sto imparando l'inglese, riporta nello stabile un certo equilibrio. Ma a giudicare da come la signora fosse evidentemente sui libri già dall'alba, mi fa capire che l'equilibrio diverrà presto uno squilibrio a suo favore.
Non finisce qui.
Lo spettacolo di ieri sera era in inglese. Un sospettino mi era venuto quando fuori, prima di entrare, avevo notato svariati elementi stranieri.
Ci sarebbero stati i sovratitoli in italiano, se solo i miei occhi mi avessero permesso di leggerli, ma io e la mia amica eravamo in piccionaia e da lì era già tanto se vedevo il palcoscenico. Quindi a un certo punto mi sono detta 'talpa, basta cercare di leggere, tanto non vedi niente. Attiva il cervello e cerca di capire'.
Va bene. L'unico aiuto mi veniva dagli attori indiani che non andavano troppo veloci, che sembravano davvero sulle rive del ganga river, che raccontavano storielle e che alcune di queste le sapevo già, anche se non so perché e non ricordo assolutamente dove le avessi lette. È evidente che Peter Brook vive un periodo mistico della sua vita e porta in scena quasi la Bhagvad Gita.
Insomma, una voragine può avere ripercussioni diverse sulla città, così come uno spettacolo in inglese. Queste sono quello che ho ricevuto io e mi piacerebbe sapere che tipo di impatto abbiano avuto tali eventi sulle vite degli altri.
Io ne ho ricevuto prove impossibili per l'inglese.
Però intanto una piccola precauzione l'ho già presa.
Venerdì andrò a vedere un'opera, nello stesso teatro di ieri sera, che è piccolino, ma non abbastanza da permettermi di vedere da qualunque distanza e stavolta ho preso un palco che è praticamente sul palcoscenico.
Che tipo di sorprese potrò mai avere?
Ora cercherò di continuare la mia giornata come se niente fosse, alla maniera di Pippo e le cuffie sulle orecchie mi impediranno di sentire eventuali presenza inglesi fuori dalla porta.

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