Sunday, May 29, 2016

La giusta misura.

Sto per finire di rileggere il terzo libro. E poi?
Non so molto cosa farne, perché mi rendo conto che arrivata a questo punto un certo disinteresse per la faccenda si impossessa di me.
La parte interessante è scriverli, vedere cosa viene fuori parola dopo parola e poi rileggerli per chiedermi ogni volta con stupore se sia stata proprio io a scrivere quella roba. A me piace la parte creativa, finita quella non so più cosa farne dei miei libri.
Credo che lo pubblicherò, ma ecco non sento mordente per questa fase.
Mi manca qualche piccolo particolare e poi è pronto.
Riscrivendolo ho scoperto anche una cosa. Che non può passare tutto questo tempo fra la scrittura e la revisione. Un po' va bene, ma troppo diventa controproducente. Anche lì, ci vuole la giusta misura. Da qui è nata la mia decisione di finire le revisioni entro questo anno, che vuol dire che a questa ne devono seguire altre tre piuttosto veloci.
Considerando che la velocità non è cosa che mi appartenga, non so come farò a mantenere questo proposito. Perché lo scopo di un proposito sarebbe mantenerlo. Tre revisioni dunque. Di roba non facile. Però ho appena detto che è la parte che mi diverte di più, quindi che problema c'è? Nessuno, appunto.
Però facciamo una classifica. La parte più bella in realtà è la scrittura, la nascita vera e propria, segue la riscrittura e qui non so se ci sia un ordine, ma forse sì, la prima meglio e poi lo sfavollamento progredisce andando avanti col numero, che in genere non supera il quattro. Per questo che rileggo oggi, ne ho fatte tre. 
La fase finale, pubblicazione, è la più noiosa, quella in cui la faccenda non mi interessa più e che mi porta a chiedermi oggi cosa li pubblichi a fare, in fondo chi mi obbliga? La risposta è un certo senso di completezza, come chiudere un cerchio. Però non sono sicura di questa risposta.
Diciamo che fra una decina di minuti dovrei aver finito e dopo aver provato un po' di pirouettes mi farò una doccia acqua permettendo, perché quassù non ce la fa ad arrivare in modo decente e poi uscirò. Destinazione andare a studiare una guida per Edimburgo, che è un viaggio che mi gira per la testa e quindi è ora che studi la faccenda per chiarirmi anche su questo fronte.
Poi tornerò nella tana e mi metterò a disegnare.
Oggi non saltello, piuttosto cammino pacata e forse mi sento un po' come Sara. 
Che a un certo punto sceglie di non stare più nelle giuste misure, perché stare nel mezzo, nell'equilibrio, in quello stato che per il Tao sarebbe la giusta posizione, in realtà potrebbe anche non esserlo. 

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