Sunday, May 22, 2016

Effetti collaterali.

Eccomi qui, una talpa con dei pianeti e delle stelle all'attivo e una tale grandezza non può riempire i nostri occhi senza presentare degli effetti, subito, al mattino, al risveglio, depositati sul letto, su un piatto d'argento di una certa bellezza, come si trattasse del preludio alla colazione.
Se tali effetti possano essere definiti positivi o negativi non lo so, ma poiché alcuni dicono (non ricordo chi) che non si debba giudicare e appiccicare etichette, io farò così, perché i suggerimenti li prendo a prestito tutte le volte che mi fanno comodo.
Intanto ieri, proprio quando avevo acceso questo mio computer per mettermi a lavorare mi è giunta la proposta di un'amica per una giornata all'insegna della tacabanda che io ho prontamente raccolto, spegnendo tutto e preparandomi allegra all'uscita. Non un pensiero, un rimorso, un dubbio, un'oscillazione ha turbato la mia inclinazione verso la giornata di ozio, neppure più tardi nella giornata, o la sera, quando me la sarei aspettata, quando ti rendi conto che non hai fatto niente e ti senti un po' come Pinocchio. No, il naso è rimasto morbido e della sua lunghezza.
In questo senso di fermezza non possono non entrarci le stelle e il firmamento. Io sono certa che ci abbiano messo lo zampino.
E spero che TT sia abbastanza lontana da non sentirmi.

TI SENTO INVECE!!!!

E non urlare, zoticona.

Dicevo.
Della mia giornata a girellare ho anche una prova enorme che risiede qui, sul mio tavolo, davanti ai miei occhi e al mio computer. Trattasi di un vaso rosso con dei fiori lunghissimi dentro. Il vaso l'ho comprato nella gita, era tanto che lo volevo e i fiori li ho comprati in un locale dove si beve, si mangia, si ascolta musica dal vivo e si comprano anche fiori olandesi e piantine, perché non potevo accettare, dopo tale acquisto di vaso, di svegliarmi questa domenica e fare colazione senza un fiore davanti. Il risultato lo definirei perfetto.
Questi fiori li ho sistemati nella notte, era tardi, ma necessario e davanti a me c'era la luna, quindi li ho considerati un omaggio a lei.
E qui entro nel vivo della nostra osservazione al telescopio.
Nell'ordine è stato osservato Giove, La LUNA, (Marte), Saturno, di nuovo LA LUNA, di nuovo GIOVE.
Togliamoci subito le rogne. Quello fra parentesi, Marte, è stato così presentato (lo so che non si dovrebbe godere delle sfighe altrui, ma io ho goduto delle sue, lo ammetto)
'Questo è Marte. Ve lo devo dire, fra tutti è il più insignificante, una palletta messa lì, rossastra, che non sa di nulla'.
'L'ho sempre detto io'.
Ho replicato e mi sono voluta lanciare per prima, coraggiosa, alla sua osservazione. Gli ho lanciato un'occhiata veloce e indifferente.
'Insignificante', ho confermato soddisfatta. 'Prego, guardate'. E ho lasciato il posto e una sfilza di 'sì, insignificante'. 
Quando si dice la fortuna. E il capitolo marziano si è chiuso così, in modo veloce e indolore, anche senza la nuvoletta a coprirlo.
Tolto l'incomodo, la mia classifica è: LUNA, Saturno, Giove.
Anche se è duro fare una classifica.
Però la luna mi ha emozionato e mi ha fatto talmente tenerezza tutta raccolta in quell'oculare, con i suoi craterini, le sue ombre e la sua luminosità, che me la sarei portata a casa e non riuscivo a staccare l'occhio da lei. Poi ieri sera quando l'ho vista nella mia finestra ho capito che non c'era bisogno di portarmela a casa, perché in effetti ce l'avevo già e questo credo sia stato uno dei pensieri più rassicuranti che abbia partorito in tutta la mia vita.
Va da sé che dopo l'altra sera, non guarderò più alla luna con gli stessi occhi. Ora lei è davvero mia amica. E non è poco, quindi mi sento dentro anche un certo orgoglio, come di chi ha amicizie altolocate, ecco.
Giove, con i suoi satelliti allineati, come amici fedeli e le sue righe nere, ha qualcosa di magico. È bello, è elegante.
E Saturno col suo anello intorno, che sembra un giocattolino con cui tutti potrebbero giocare è stato fantastico. Se poi si pensa che tutti gli oroscopisti, quelli antichi, non il mio, lo considerano il pianeta che ti fa venire le paturnie e insomma, quando arriva lui sembra arrivi la peste, si capisce che le cose finché non si vedono non si possono capire. Perché quel pianeta con il suo anellino, così simpatico, non può fare del male a nessuno. Quindi io consiglierei a tutti gli oroscopisti di andare a guardarlo per un paio d'ore. 
Tutte queste cose si possono vedere nei video online, e libri e riviste saranno pieni di immagini di quel che ho visto l'altra sera, ma è roba che non ha nulla a che vedere col diretto contatto del mio occhio, seppur miope, e gli astri. È un'altra cosa, che non si può spiegare. Perché, come dicono i buddhisti, le esperienze non possono essere spiegate, si possono solo sentire e ognuno deve vivere la propria.
Questo significa guardare il cielo.
Un'altra cosa mi ha colpito. Che noi ci muoviamo, noi ci muoviamo moltissimo e non ce ne accorgiamo.
Ma quando il pianeta si ferma nell'oculare per un tempo limitatissimo e più lo ingrandisci, più sparisce veloce alla vista, ma non è lui che se ne va, siamo noi che ci stiamo allontanando, ecco, io mi sono sentita strana di fronte a questa cosa qui, al pianeta che si avvicina al bordo, lo taglia, e sparisce e vuol dire che io mi sto muovendo così velocemente mentre credo di essere fermissima, piantata.
Tutto è in movimento, tutto è vero eppure tutto è anche un'illusione. 
Io non mi sento più ferma.
So che mi sto muovendo, anche ora, con la mia tana e tutto il resto.
Ma l'effetto collaterale più straordinario che ho trovato su quel piatto ieri mattina è il proposito che mi è saltato nella testa e che mi ha stupito in modo tale che sono ancora sbigottita e credo lo rimarrò a lungo. Forse è per questo che me ne sono andata in giro tutto il giorno, per sfuggirgli.
Intendo coltivare l'arte della pazienza.
Lo scrivo così come si è presentato, anche se fa impressione.
Credo di avere inserito la parola arte per renderlo più accattivante, come fosse qualcosa di carino da coltivare. Non so quale di quei pianeti mi abbia lasciato questo bel regalino, ma un'ideuccia ce l'avrei. Potrebbe trattarsi proprio di quello insignificante che ha trovato il suo modo di vendicarsi, tanto che sia bizzoso è noto a tutti.
Comunque ci tengo a dire che in una delle sue avventure anche Paperino si mette in testa una cosa del genere e finisce a schifio, quindi non credo di dovermi preoccupare troppo.
Però un po' lo sono, lo confesso.

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