Friday, May 6, 2016

L'acquisto difficile.

La talpa ha poche certezze, ma una di queste è che le piace fare acquisti.
Perché allora non riesce a comprarsi un ipad?
Può sembrare problema da poco, invece tale pensiero mi tormenta, e si presenta con maggiore insistenza proprio quando cerco di cimentarmi in quelle pratiche impossibili che richiedono silenzio e concentrazione.
Così si manifesta.
Perché non lo compri? Eh? Perché? Sei l'unica al mondo a non averlo. Non ti pare vergognoso? Dove ti presenti senza un tablet? E poi che problema hai? Perché ti sei accanita proprio contro di lui? Che ti ha fatto? Eh? Non lo vedi che c'è un problema serissimo che puoi risolvere solo uscendo ora, subito, per recarti all'apple store e uscire da lì solo con la scatola sotto il braccio. (Ehm, veramente vorrei infilarlo nello zaino, sotto il braccio non mi piace) Va bene, mettilo dove ti pare, ma vai e non varcare la soglia senza. Non tornare qui a mani vuote, né va della tua reputazione, della tua dignità, della tua vita, di tutto.
Questa è una versione del tormento, ma se dovessi scriverle tutte non mi basterebbe un mese o un anno o un tempo infinito. Il concetto però è chiaro.
L'altro giorno sono entrata in quello store, non proprio decisa ad acquistare, ma con l'intento di sondare il terreno. C'erano due scolaresche che si erano appropriate di tutti i dispositivi a disposizione. Quando se ne è liberato uno, su cui ho messo le zampe, quelli accanto mi prendevano a spallate. Allora ho deciso di interpellare un addetto alle vendite, per il semplice fatto che loro riescono sempre a convincerti e io questo volevo, che un mago delle vendite mi facesse uscire da lì non con un ipad, ma con due o forse anche tre. 
Generalmente ce ne sono almeno una decina in giro, disoccupati, intenti a girarsi i pollici e con lo sguardo rapace a cacciare potenziali clienti, proprio come ero io. In quel momento, col mio sguardo ansioso e supplichevole, rappresentavo quel che ogni addetto alla vendita vorrebbe incontrare. 
Non ce n'era neanche uno. Guardavo, riguardavo e tutti quelli che avevo sempre visto sembravano essersi dileguati. Quei miseri due o tre, erano già occupati.
A un certo punto ne vedo uno, a un banco, libero, intento a fare delle operazioni su niente popo' di meno che un ipad. Mi dirigo su di lui come una freccia scagliata da un arco.
Lui mi guarda e sorride. Bene, è anche simpatico e cordiale, mi dico.
'In cosa posso aiutarla?' Chiede.
'Volevo sapere un po' di cose sugli ipad'.
Che poi in realtà non volevo sapere proprio niente sugli ipad, visto che sapevo già tutto. Cosa diavolo c'è da sapere su un ipad? Quel che volevo comunicargli era.
'Vorrei che lei mi convincesse ora, subito, a comperare uno di quegli aggeggi che ha in mano. È una questione di estrema importanza per me, se uscirò a mani vuote sarò marchiata a vita, capisce? Forse no, ma non importa, mi faccia comprare un ipad ora, mi convinca, la prego'.
'Mi dispiace, dice lui, ma deve cercare un addetto alle vendite, io sono dell'assistenza'.
E allora mi sono arresa. 
Non solo non trovavo nessuno che me lo volesse vendere, ma questo qui ne stava anche riparando uno sfasciato.
Io, i segni, proprio non ce la faccio a ignorarli.

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