Sunday, May 15, 2016

Una talpa posseduta.

Non comprerò mai più la tela cartonata.
Ecco l'ho detto, ho fatto la mia dichiarazione, quindi devo già prepararmi ad averne una decina in casa entro una settimana, perché questo è il modo in cui la parte ribelle di me si oppone alle dichiarazioni. Ma ormai il danno è fatto, andiamo avanti.
Quella che è qui, sul cavalletto, dietro di me, mi perseguita da mesi.
Perché mai ho comprato una tale trappola? 
È una trappola per me, per il colore che non si spande, che anche se lo ripassi mille volte rimane chiazzato, per il modo fastidioso in cui il pennello ci si impiglia, perché non conosco il motivo della loro esistenza.
Io l'ho comprata per un motivo molto semplice. Tempo fa mi saltò in testa di fare una tela multipla. Il soggetto? Il mio preferito, Paperino. Il tentativo, anche se non è mal riuscito, insomma non mi dispiace, non ha neppure avuto l'effetto strabiliante che mi aspettavo, ma va bene, non tutte le idee risultano valide come le avevo pensate. La base su cui queste tele saranno costruite è costituita da lei la tela cartonata, che oltre a fare tutte quelle cose che ho detto sopra, ha anche il brutto vizio di incurvarsi. Perché non ho usato una normalissima tela come base? Vai a capire. E perché non la butto via, non compro una tela e uso quella come base? Perché sono cocciuta, ho scelto lei, ci ho passato ore sopra, non minuti, e lei ora farà quel per cui è stata acquistata e lavorata. Perché non butto via una cosa su cui ho gettato quintali di sudore e di lavoro, ecco perché.
Il fondo che avevo fatto era celestino e non funzionava, ma per mesi non ho osato rimetterci le mani, fino a ieri che è stato un giorno strano perché mi sono svegliata posseduta, da chi non lo so, so solo che se dovessi fare una descrizione delle ore trascorse dalle nove circa alle tre del pomeriggio non potrei, ma alle ore quindici, quando sono tornata in me, la tela cartonata era diventata blu, la tana era tutta sottosopra come se fosse passato un tornado, le mie mani e il mio muso erano neri.
Inoltre, tempo fa avevo preparato due tele a olio per due disegni. Tali disegni, o almeno uno di essi, mi era saltato nella testa un giorno di svariati mesi fa, mentre mangiavo un panino dopo la lezione di danza, nel bar di fronte. Mi era spuntato così e poi l'avevo dimenticato, come spesso accade. In quel periodo, quindi parlo tipo di settembre o di ottobre, dei muratori stavano riparando il tetto della mia tana e io ero confinata in quello che chiamo studio blu e non potevo muovermi da lì, quindi avevo preso un album e fatto quel disegno, che è di una banalità sconcertante eppure a me dice qualcosa, ma ovviamente non so cosa. È quel disegno che ho riportato sulla tela ieri, più la sua diretta conseguenza su un'altra tela. Quindi alle ore quindici avevo fatto anche questi due disegni che erano lì fermi da mesi.
Oggi, finalmente, potrò costruire la tela composta su quel cartone colorato che mi fa imbizizire e smettere così di sbizzellarci, quindi è proprio una bella domenica.
Perché in alcuni giorni e non in altri, accadano delle cose, non saprei dirlo, ma credo che un motivo ci sia.

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