Io ho sonno.
Come si fa scrivere con questo sonno?
Poi le nuvole ora stanno sputando anche delle goccioline e è noto a tutti che con un tempo così viene voglia di infilarsi sotto una copertina e schiacciare un pisolino.
Stamattina sono andata a lezione, ma mi sa che avevo sonno anche lì o forse dopo tre giorni di chiusura, non delle finestre o della porta, ma delle energia in se stessi per poterle raccogliere e usare, poi è difficile tornare fuori. In realtà si tratta solo di pigra nullafacenza, ma raccontarmela è una delle mie specialità e il più delle volte mi salva la pelle, o almeno così penso io e quindi trovare giustificazioni alte alle più scadenti inclinazioni può essere molto utile.
Però ho lavorato sui capelli del mio personaggino, con scarsi risultati al momento, ma una ciocca oggi, una domani e alla fine si arriva a una capigliatura decente.
Poi ho cercato di comprare uno sgabello, senza riuscirci, per il momento, ma confido in un successo prossimo venturo. Che me ne faccio di uno sgabello? Al momento mi pare quasi di non poter vivere senza, perché voglio sovrastare il foglio, il computer, tutto, sono stufa di stare con le zampine appese al tavolo. Naturalmente anche questa è la spiegazione diciamo alta, quella bassa è che se non compro qualcosa non sono contenta e lo sgabello ora mi sembra irrinunciabile. Una volta acquistato non saprò neanche dove tenerlo e mi toccherà tenere aperta la botola della tana per farcelo stare tutto intero, ma questo problemuccio non mi fermerà.
Mica l'ho fatto poi l'esame per mister Thaddeus. Temo che dovrò ridurre la scalata ambiziosa che mi aveva animato all'inizio, come succede sempre e tornare indietro di un paio di scalini. Ma ho una giustificazione anche per questo naturalmente. Che è: ma chi se ne importa degli esami e di mostrare il risultato? La cosa più importante non è forse il risultato stesso, cioè che io impari? Mostrarlo o no è assolutamente secondario. Già. Appunto. Che io impari, il resto non conta. Per ora mi fermo a questa scalino e non intendo retrocedere neppure di un altro mezzo. Siamo quindi allo scalino imparo e non mostro, che ha in sé addirittura qualcosa di nobile. Molto bene. Purché impari però. Certo. Non l'ho già detto forse? Non mi piace ripetermi.
Però il sonno continua a farmi compagnia, come un fedele amichetto e siccome non posso passare la giornata su questo post sperando che la testa non mi caschi sulla tastiera, farò una bella cosa. Mi preparerò un bel tè. Magari con un po' di biscottini.
Uh, è tardi, sono le cinque e zero due, sono in ritardo di due minuti e per quando il tè sarà pronto saranno passati altri minutini, imperdonabile.
Devo andare.
Aggiornamento delle 17 e trenta circa.
Il tè è finito. Perché questi intermezzi durano così poco? Ho mangiato anche otto biscottini. Poi la confezione era finita, se no forse ne avrei mangiato anche qualche altro. A proposito del tè vorrei fare un raccontello. Un po' triste. Tempo fa, non poco per fortuna, il mio oroscopista di fiducia mi disse 'Cara talpa, il tè è quella strana bevanda che appena la metti nella tazza è troppo calda e se ti azzardi a berla ti ustiona, ma se vai nell'altra stanza e torni la trovi troppo fredda. Tu sei come quella tazza di tè, o troppo calda o troppo fredda, mai giusta, cara talpa'. Fine dell'oroscopo. Tra l'altro non specificava a quale distanza si dovesse trovare l'altra stanza perché il tè divenisse così freddo, perché io avrei voluto dirgli che nella mia tana invece c'è una possibilità che io, dalla stanza adiacente possa tornare in tempo utile per trovarlo della giusta temperatura. Lui non ha detto neanche quanto ci si dovesse trattenere di là perché il tè diventasse così freddo. Dalle sue parole sembrava quasi che il tè decidesse di raffreddarsi oltremisura, a qualunque distanza si trovasse la stanza e indipendentemente dal tempo di permanenza. Quasi che si offendesse, che si sentisse oltraggiato dall'abbandono e si raffreddasse all'istante imbizzito per l'allontanamento inopportuno dalla tazza.
Va da sé che io ora sto molto attenta a non farlo imbizzire il mio tè e dal momento in cui lo verso nella tazza non lo abbandono neppure per un secondo e gli tengo gli occhi puntati addosso.
Ma ogni volta che lo bevo quell'oroscopo mi torna in mente, quindi il mio oroscopista di fiducia, attentatore agli altrui tè e alla tranquillità delle talpe, da quell'oroscopo lo leggo meno volentieri. Lo leggo sempre però.
Aggiornamento dell'aggiornamento.
Oggi dovrei finire la riscrittura del talpa libro numero tre (almeno credo). Diciamo che mi mancano quattro pagine e per non finirlo mi ci dovrei impegnare parecchio, ma tutto è possibile. Però forse è anche per questo che ho sonno.
Che faccio, prendo un altro tè?
Come si fa scrivere con questo sonno?
Poi le nuvole ora stanno sputando anche delle goccioline e è noto a tutti che con un tempo così viene voglia di infilarsi sotto una copertina e schiacciare un pisolino.
Stamattina sono andata a lezione, ma mi sa che avevo sonno anche lì o forse dopo tre giorni di chiusura, non delle finestre o della porta, ma delle energia in se stessi per poterle raccogliere e usare, poi è difficile tornare fuori. In realtà si tratta solo di pigra nullafacenza, ma raccontarmela è una delle mie specialità e il più delle volte mi salva la pelle, o almeno così penso io e quindi trovare giustificazioni alte alle più scadenti inclinazioni può essere molto utile.
Però ho lavorato sui capelli del mio personaggino, con scarsi risultati al momento, ma una ciocca oggi, una domani e alla fine si arriva a una capigliatura decente.
Poi ho cercato di comprare uno sgabello, senza riuscirci, per il momento, ma confido in un successo prossimo venturo. Che me ne faccio di uno sgabello? Al momento mi pare quasi di non poter vivere senza, perché voglio sovrastare il foglio, il computer, tutto, sono stufa di stare con le zampine appese al tavolo. Naturalmente anche questa è la spiegazione diciamo alta, quella bassa è che se non compro qualcosa non sono contenta e lo sgabello ora mi sembra irrinunciabile. Una volta acquistato non saprò neanche dove tenerlo e mi toccherà tenere aperta la botola della tana per farcelo stare tutto intero, ma questo problemuccio non mi fermerà.
Mica l'ho fatto poi l'esame per mister Thaddeus. Temo che dovrò ridurre la scalata ambiziosa che mi aveva animato all'inizio, come succede sempre e tornare indietro di un paio di scalini. Ma ho una giustificazione anche per questo naturalmente. Che è: ma chi se ne importa degli esami e di mostrare il risultato? La cosa più importante non è forse il risultato stesso, cioè che io impari? Mostrarlo o no è assolutamente secondario. Già. Appunto. Che io impari, il resto non conta. Per ora mi fermo a questa scalino e non intendo retrocedere neppure di un altro mezzo. Siamo quindi allo scalino imparo e non mostro, che ha in sé addirittura qualcosa di nobile. Molto bene. Purché impari però. Certo. Non l'ho già detto forse? Non mi piace ripetermi.
Però il sonno continua a farmi compagnia, come un fedele amichetto e siccome non posso passare la giornata su questo post sperando che la testa non mi caschi sulla tastiera, farò una bella cosa. Mi preparerò un bel tè. Magari con un po' di biscottini.
Uh, è tardi, sono le cinque e zero due, sono in ritardo di due minuti e per quando il tè sarà pronto saranno passati altri minutini, imperdonabile.
Devo andare.
Aggiornamento delle 17 e trenta circa.
Il tè è finito. Perché questi intermezzi durano così poco? Ho mangiato anche otto biscottini. Poi la confezione era finita, se no forse ne avrei mangiato anche qualche altro. A proposito del tè vorrei fare un raccontello. Un po' triste. Tempo fa, non poco per fortuna, il mio oroscopista di fiducia mi disse 'Cara talpa, il tè è quella strana bevanda che appena la metti nella tazza è troppo calda e se ti azzardi a berla ti ustiona, ma se vai nell'altra stanza e torni la trovi troppo fredda. Tu sei come quella tazza di tè, o troppo calda o troppo fredda, mai giusta, cara talpa'. Fine dell'oroscopo. Tra l'altro non specificava a quale distanza si dovesse trovare l'altra stanza perché il tè divenisse così freddo, perché io avrei voluto dirgli che nella mia tana invece c'è una possibilità che io, dalla stanza adiacente possa tornare in tempo utile per trovarlo della giusta temperatura. Lui non ha detto neanche quanto ci si dovesse trattenere di là perché il tè diventasse così freddo. Dalle sue parole sembrava quasi che il tè decidesse di raffreddarsi oltremisura, a qualunque distanza si trovasse la stanza e indipendentemente dal tempo di permanenza. Quasi che si offendesse, che si sentisse oltraggiato dall'abbandono e si raffreddasse all'istante imbizzito per l'allontanamento inopportuno dalla tazza.
Va da sé che io ora sto molto attenta a non farlo imbizzire il mio tè e dal momento in cui lo verso nella tazza non lo abbandono neppure per un secondo e gli tengo gli occhi puntati addosso.
Ma ogni volta che lo bevo quell'oroscopo mi torna in mente, quindi il mio oroscopista di fiducia, attentatore agli altrui tè e alla tranquillità delle talpe, da quell'oroscopo lo leggo meno volentieri. Lo leggo sempre però.
Aggiornamento dell'aggiornamento.
Oggi dovrei finire la riscrittura del talpa libro numero tre (almeno credo). Diciamo che mi mancano quattro pagine e per non finirlo mi ci dovrei impegnare parecchio, ma tutto è possibile. Però forse è anche per questo che ho sonno.
Che faccio, prendo un altro tè?
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