Sunday, September 7, 2014

Gioco sporco.

Poi ce l'ho fatta, a scrivere, legandomi alla sedia.
Ma il sovvertitore, che io pensavo non avesse sentito le mie dichiarazioni (ingenua) si è messo subito all'opera e stavolta, siccome mi ha sentito decisa, è passato al gioco duro.
Ha cercato di neutralizzarmi fisicamente.
Prima mi ha fatto ricadere sulla tavola con tutte le costoline spiaccicate e lì per lì ho sentito un tale male che ho pensato che ce l'avesse fatta, a mettermi fuori uso.
Ma mi aveva sottovalutata.
Dopo un po' di ohi ohi, male male, accidenti accidentaccio, le costoline hanno ripreso la loro forma, io sono ripartita e il dolore è scomparso in fondo al mare.
Poi mi ha procurato un leggero mal di testa, lieve e fastidioso quel tanto che basta, anzi basterebbe a farti dire 'oggi non posso fare niente, mi ci vuole solo molto riposo'.
Ma anche qui, non ce l'ha fatta.
Perché io ero decisa a legarmi alla sedia, anzi al cuscino sul pavimento e così ho fatto.
Però ho ceduto alla molteplicità.
E non so dire se sia l'ultimo tentativo del sovvertitore di sabotarmi, che non potendolo fare tenendomi lontana dal lavoro, lo fa mentre sono lì legata e sudo e mi spremo la chiorbina.
Il fatto è che mi venivano fuori altre idee e mi partivano altre strade e continuare a ignorarle era più faticoso che seguirle.
Così, come per la lettura, lavoro su più fronti.
È un esperimento, non proprio voluto da una me cosciente.
Il risultato è che ho scritto per il pomeriggio intero e mi sono divertita. Inoltre, spazio fra progetti diversi e stili diversi e questo mi permette di esplorare senza aspettare mesi. E forse mi permetterà anche di mollare qualcosa che non funziona per seguirne una che invece funziona e sento di più. Insomma, moltiplica le mie possibilità.
Se sia una trappola poi, questo non so dirlo.
So che ho dovuto fare così e che al momento mi sembra meglio della stasi precedente.
Ora, per intanto, vado a sollevare la coppa.

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