Perché poi non ce l'ho mica fatta a non andare.
Stavo seduta sulla sedia tutta storta, perché un piede mi stava tutto fuori, in posizione di partenza.
Poi ho scritto un messaggio 'io non vengo, c'è maltempo, ci si vede domani'.
Risposta, 'va bene cara, a domani, comunque noi siamo qui'.
Come noi siamo qui? E le nuvole e la solidarietà al distacco e l'indifferenza necessaria a non farmi provare rammarico e il sentore di una comunione di incertezze e stasi e rinuncia?
Ri-risposta. 'però può darsi che prenda la bici e faccia un giro da quelle parti'.
Ri-ri-risposta. 'va bene carissima, ti aspettiamo'.
Mi aspettano. È da maleducati non andare.
In un tempo che non ricordo, perché è stato rapidissimo e inconsapevole, mi ero già infilata di nuovo il costume, avevo portato giù la bici e pedalavo. Nella fretta ho anche strappato dei volantini pubblicitari infilati nella porta che ho lanciato su per le scale. Mica avevo tempo da perdere io. Le nuvole, anche loro, lasciavano spazio al sole.
Arrivo giusto in tempo per vedere la mia unica compagna di corso presente partire con la vela, seguita dal pedalò.
Uffa. Punta di delusione e di vecchio scoraggiamento, tutta quella roba di me che sto cercando di eliminare e che ogni tanto fa capolino.
Scendo in spiaggia e loro sono sempre più lontani.
Sulla spiaggia non ci sono vele né altre tavole. Sob, io non ero prevista.
La me delusa, di cosa poi non si sa, visto che avevo fatto tutto da sola, si gira e fa per tornarsene a casa. Troppo tardi, troppo tutto.
Ma sul viottolo incontro la parentela dell'insegnante, nello specifico una sorella.
'Me ne vado, loro sono già partite'
'E allora? Prendi una tavola e vai anche te, ti riesce andare fin là sai? Vai, su'.
Caspita, mi riesce sì. Cosa vuoi che sia una baietta per me.
La delusa, la scoraggiata e la pallosa fanno una finaccia.
Prendo una tavola e la porto sulla spiaggia, poi prendo la vela, ma la tre e cinque però, poi vado da lei 'scusa, non trovo quell'affare che si avvita sulla tavola per...', 'dimmi il nome, come si chiama?', 'uhm...boh' 'il piede dell'albero' o piedino, non ricordo, comunque dopo l'interrogatorio me lo danno, lo avvito, nel frattempo è tornata una ragazza di Bergamo che vuole uscire anche lei e che mi aiuta a portare tutto in acqua e montare la vela e parto, da sola.
Alla domanda 'che vento è oggi?' che stavolta ho fatto io mi è stato risposto 'un non vento'. Mi pareva di essere Alice nel paese delle meraviglie. Perché diciamocelo, i professionisti sono dei gran pallosi. L'unico segreto per divertirsi davvero nella vita è rimanere sempre dei meravigliosi principianti.
Il vento c'era, ma non so quale, il mare era piatto, la tavola faceva la schiumina, io non solo sono arrivata fuori, talmente fuori che a un certo punto avrei voluto non fermarmi mai più e fare il giro del mondo, ma accidenti, una vocina a un certo punto mi ha detto 'Gulp! Dove sei? Guarda che poi devi tornare'.
Questa del non andare per paura di non saper tornare è una faccenda che mi disturba moltissimo.
Perché una delle maggiori acquisizioni della mia vacanza è stata 'talpa, mai far sì che il futuro, anche più prossimo, condizioni il tuo presente'.
Che vuol dire esattamente andare senza pensare a come farò a tornare, che un modo si trova sempre, perché la vita offre sempre soluzioni e quando dico sempre, intendo sempre, senza eccezioni. Questa acquisizione è vecchiotta, però, la so già da un bel po'.
Però andavo e ero felice e mi sentivo matta, perché per stare nel vento bisogna diventare matti esattamente come lui e sarei stata disposta a entrare in un universo parallelo pur di non fermarmi.
Ma invece volevo anche rientrare.
Perché si doveva rientrare di bolina e io oggi ero nello spirito giusto per rientrare con le mie zampine, senza essere trainata.
E infatti non sono rientrata una, ma due volte, perché dopo la prima sono ripartita e andata ancora più fuori, perché ogni prova ha bisogno di conferme per capire che non è un caso e poi la mia insegnante, sulla tavola anche lei, mi ha guidato per rientrare. Ha capito che ci tenevo a bestia e ha detto 'bisogna rientrare sulla tavola'.
Sì, perché quando bisogna, bisogna.
E quando sono uscita dall'acqua mi faceva male la chiorbina e non capivo il perché, ma poi l'ho capito quando dal naso mi è uscita moltissima acqua. Mi era entrata tutta nel cervello e tutti e due, acqua più cervello, non ci stavano, quindi litigavano.
Perché naturalmente cado molto spesso, ma ormai risalgo a una velocità degna dei record di paperino.
E poi ho avuto anche un regaletto.
Perché la mia insegnante ci ha detto 'venite, che vi faccio un regalino' e siccome lei ha borse e cabina così piene di cose fantastiche che Mary Poppins in confronto nella sua borsa non aveva nulla, ha tirato fuori un paio di pantaloncini per me e un vestitino per lei.
Ecco, è una settimana che cerco dei pantaloncini per andare in mare senza trovarli e lei mica lo sapeva.
Ora ne ho un paio che non solo sono del colore della mia maglietta, ma sono da surfista vera e con questi indosso mi sento fichissima e a chi mi dice che l'aspetto non conta, ma conta la sostanza, io rispondo che non è vero per niente. Io con questi pantaloncini sono una super talpa, sia fuori che dentro.
E pensare che avevo deciso di rimanere a casa.
Ma da dove mi vengono queste idee malsane?
Stavo seduta sulla sedia tutta storta, perché un piede mi stava tutto fuori, in posizione di partenza.
Poi ho scritto un messaggio 'io non vengo, c'è maltempo, ci si vede domani'.
Risposta, 'va bene cara, a domani, comunque noi siamo qui'.
Come noi siamo qui? E le nuvole e la solidarietà al distacco e l'indifferenza necessaria a non farmi provare rammarico e il sentore di una comunione di incertezze e stasi e rinuncia?
Ri-risposta. 'però può darsi che prenda la bici e faccia un giro da quelle parti'.
Ri-ri-risposta. 'va bene carissima, ti aspettiamo'.
Mi aspettano. È da maleducati non andare.
In un tempo che non ricordo, perché è stato rapidissimo e inconsapevole, mi ero già infilata di nuovo il costume, avevo portato giù la bici e pedalavo. Nella fretta ho anche strappato dei volantini pubblicitari infilati nella porta che ho lanciato su per le scale. Mica avevo tempo da perdere io. Le nuvole, anche loro, lasciavano spazio al sole.
Arrivo giusto in tempo per vedere la mia unica compagna di corso presente partire con la vela, seguita dal pedalò.
Uffa. Punta di delusione e di vecchio scoraggiamento, tutta quella roba di me che sto cercando di eliminare e che ogni tanto fa capolino.
Scendo in spiaggia e loro sono sempre più lontani.
Sulla spiaggia non ci sono vele né altre tavole. Sob, io non ero prevista.
La me delusa, di cosa poi non si sa, visto che avevo fatto tutto da sola, si gira e fa per tornarsene a casa. Troppo tardi, troppo tutto.
Ma sul viottolo incontro la parentela dell'insegnante, nello specifico una sorella.
'Me ne vado, loro sono già partite'
'E allora? Prendi una tavola e vai anche te, ti riesce andare fin là sai? Vai, su'.
Caspita, mi riesce sì. Cosa vuoi che sia una baietta per me.
La delusa, la scoraggiata e la pallosa fanno una finaccia.
Prendo una tavola e la porto sulla spiaggia, poi prendo la vela, ma la tre e cinque però, poi vado da lei 'scusa, non trovo quell'affare che si avvita sulla tavola per...', 'dimmi il nome, come si chiama?', 'uhm...boh' 'il piede dell'albero' o piedino, non ricordo, comunque dopo l'interrogatorio me lo danno, lo avvito, nel frattempo è tornata una ragazza di Bergamo che vuole uscire anche lei e che mi aiuta a portare tutto in acqua e montare la vela e parto, da sola.
Alla domanda 'che vento è oggi?' che stavolta ho fatto io mi è stato risposto 'un non vento'. Mi pareva di essere Alice nel paese delle meraviglie. Perché diciamocelo, i professionisti sono dei gran pallosi. L'unico segreto per divertirsi davvero nella vita è rimanere sempre dei meravigliosi principianti.
Il vento c'era, ma non so quale, il mare era piatto, la tavola faceva la schiumina, io non solo sono arrivata fuori, talmente fuori che a un certo punto avrei voluto non fermarmi mai più e fare il giro del mondo, ma accidenti, una vocina a un certo punto mi ha detto 'Gulp! Dove sei? Guarda che poi devi tornare'.
Questa del non andare per paura di non saper tornare è una faccenda che mi disturba moltissimo.
Perché una delle maggiori acquisizioni della mia vacanza è stata 'talpa, mai far sì che il futuro, anche più prossimo, condizioni il tuo presente'.
Che vuol dire esattamente andare senza pensare a come farò a tornare, che un modo si trova sempre, perché la vita offre sempre soluzioni e quando dico sempre, intendo sempre, senza eccezioni. Questa acquisizione è vecchiotta, però, la so già da un bel po'.
Però andavo e ero felice e mi sentivo matta, perché per stare nel vento bisogna diventare matti esattamente come lui e sarei stata disposta a entrare in un universo parallelo pur di non fermarmi.
Ma invece volevo anche rientrare.
Perché si doveva rientrare di bolina e io oggi ero nello spirito giusto per rientrare con le mie zampine, senza essere trainata.
E infatti non sono rientrata una, ma due volte, perché dopo la prima sono ripartita e andata ancora più fuori, perché ogni prova ha bisogno di conferme per capire che non è un caso e poi la mia insegnante, sulla tavola anche lei, mi ha guidato per rientrare. Ha capito che ci tenevo a bestia e ha detto 'bisogna rientrare sulla tavola'.
Sì, perché quando bisogna, bisogna.
E quando sono uscita dall'acqua mi faceva male la chiorbina e non capivo il perché, ma poi l'ho capito quando dal naso mi è uscita moltissima acqua. Mi era entrata tutta nel cervello e tutti e due, acqua più cervello, non ci stavano, quindi litigavano.
Perché naturalmente cado molto spesso, ma ormai risalgo a una velocità degna dei record di paperino.
E poi ho avuto anche un regaletto.
Perché la mia insegnante ci ha detto 'venite, che vi faccio un regalino' e siccome lei ha borse e cabina così piene di cose fantastiche che Mary Poppins in confronto nella sua borsa non aveva nulla, ha tirato fuori un paio di pantaloncini per me e un vestitino per lei.
Ecco, è una settimana che cerco dei pantaloncini per andare in mare senza trovarli e lei mica lo sapeva.
Ora ne ho un paio che non solo sono del colore della mia maglietta, ma sono da surfista vera e con questi indosso mi sento fichissima e a chi mi dice che l'aspetto non conta, ma conta la sostanza, io rispondo che non è vero per niente. Io con questi pantaloncini sono una super talpa, sia fuori che dentro.
E pensare che avevo deciso di rimanere a casa.
Ma da dove mi vengono queste idee malsane?
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