In fondo non ci vuole niente, è come fare una rotonda con lo scooter.
La boa è in mezzo e ci devi girare intorno.
Tu arrivi, freni, orzi e viri, ovviamente senza rallentare, poi poggi poggi poggi poggi e vai via di poppa.
Facile.
Peccato che i freni sotto la tavola non ci sono, ho controllato e credo sia un difetto di quelle che prendo io. Incoscienti a darmela.
Peccato che la virata richiede un quarto d'ora e la boa nel frattempo si allontana e devi riavvicinarti a nuoto. Anche qui è ovvio che non hanno fissato la boa come si deve. Sprovveduti.
Peccato che quando finalmente la boa sta un po' ferma e io faccio la virata e poggio poggio poggio, la vela mi sbatte in acqua. Mi hanno dato una vela che non poggia. Questi qui sono da denuncia. Meno male che sono piuttosto conciliante.
Peccato che quando finalmente la tavola si mette di poppa e la vela è un triangolo a cui ci si appende e mi sembra davvero di essere paperino così e mi pare così rilassante che penso ci starebbe bene anche una poltroncina, la tavola si ferma, di un'immobilità tale che se ti ci metti a pensare non riesci a immaginarla. La sedia sotto il tavolo, a casa, è più mobile. E qui non so bene quale scherzo si inventino quelli lì perché accada una cosa simile, ma so che sono dispettosi.
L'insegnante, con la tavola sua, non truccata e complice di tutti gli altri, ci ha fatto vedere la manovra varie volte. Arriva e gira intorno alla boa quasi sfiorandola e poi riparte come una scheggia. Ma è ovvio, lei ha i freni, la boa gliel'hanno fissata, la sua vela poggia, e il mare e il vento si muovono quel tanto che basta. Così sarei brava anch'io.
Comunque oggi c'è regatina, quindi tornerò a casa con una coppa da mettere accanto alla medaglia, così faccio il completino.
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