Sunday, September 21, 2014

Non ce la posso fare.

Ero seduta al mio posticino sull'aereo semi vuoto, il che mi ha permesso di spostarmi al finestrino senza problemi e avrei perfino potuto spaziare per tutta la lunghezza dell'aereo, ma nelle prime file non c'ero mai stata e quindi sono rimasta lì.
A un certo punto ho sentito un certo fermento di gente che si spostava dalle mie parti e passeggeri che inizialmente sembravano separati e di provenienze diverse, improvvisamente interagivano.
Una gita, ho pensato, erano tutti sparpagliati e ora si sono riuniti.
E ho liquidato così la faccenda, dato che generalmente mi faccio gli affari miei, quando viaggio e non.
Poi in prima fila si è alzato uno, un bell'uomo dai capelli bianchi tutto sommato e la tipa accanto a me gli diceva che le foto erano venute malissimo perché le tremava la mano dall'emozione e lui le rispondeva con parole consolatorie. Era gentile, sorrideva e sembrava un po' il collante di questa compagnia, così ho pensato che fosse la loro guida turistica.
Quasi all'arrivo però, ho iniziato a pensare che il fermento fosse troppo, l'emozione incontenibile anche e la guida, ora in piedi accanto a me, iniziava a parermi vagamente conosciuta.
Mentre mi sforzavo la chiorbina qualcuno lo ha chiamato Claudio, e allora ho capito che era niente popo' di meno che Claudio Baglioni, che le signore erano in visibilio per lui, che una ha detto che era stato il viaggio più emozionante della sua vita e che mentre tutta questa gioia e felicità probabilmente ha tenuto in aria l'aereo e formato nuvole a forma di cuori e palloncini, io ero ignara di tutto.
E non bisogna sottovalutare il fatto che stavo leggendo un libro sullo sviluppo dell'attenzione.
Mi sa che proprio non ce la posso fare.
Mentre ritiravo il mio amato bagaglio, Claudio, come qui tutti lo chiamano affettuosamente, firmava autografi e si lasciava scattare fotelle.
Stasera in paese si mangia gratis e lui canta.
Ma tutto questo l'ho scoperto dopo.

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