Ero seduta al mio posticino sull'aereo
semi vuoto, il che mi ha permesso di spostarmi al finestrino senza
problemi e avrei perfino potuto spaziare per tutta la lunghezza
dell'aereo, ma nelle prime file non c'ero mai stata e quindi sono
rimasta lì.
A un certo punto ho sentito un certo
fermento di gente che si spostava dalle mie parti e passeggeri che
inizialmente sembravano separati e di provenienze diverse,
improvvisamente interagivano.
Una gita, ho pensato, erano tutti
sparpagliati e ora si sono riuniti.
E ho liquidato così la faccenda, dato
che generalmente mi faccio gli affari miei, quando viaggio e non.
Poi in prima fila si è alzato uno, un
bell'uomo dai capelli bianchi tutto sommato e la tipa accanto a me
gli diceva che le foto erano venute malissimo perché le tremava la
mano dall'emozione e lui le rispondeva con parole consolatorie. Era gentile, sorrideva e sembrava un po' il collante di questa compagnia, così ho pensato che fosse la loro guida turistica.
Quasi all'arrivo però, ho iniziato a pensare che
il fermento fosse troppo, l'emozione incontenibile anche e la guida, ora in
piedi accanto a me, iniziava a parermi vagamente conosciuta.
Mentre mi sforzavo la chiorbina
qualcuno lo ha chiamato Claudio, e allora ho capito che era niente
popo' di meno che Claudio Baglioni, che le signore erano in visibilio
per lui, che una ha detto che era stato il viaggio più emozionante
della sua vita e che mentre tutta questa gioia e felicità
probabilmente ha tenuto in aria l'aereo e formato nuvole a forma di
cuori e palloncini, io ero ignara di tutto.
E non bisogna sottovalutare il fatto
che stavo leggendo un libro sullo sviluppo dell'attenzione.
Mi sa che proprio non ce la posso
fare.
Mentre ritiravo il mio amato bagaglio, Claudio, come qui tutti lo chiamano affettuosamente, firmava
autografi e si lasciava scattare fotelle.
Stasera in paese si mangia gratis e lui
canta.
Ma tutto questo l'ho scoperto dopo.
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