Domani dovrei partire dall'isola che a volte c'è.
Uso il condizionale perché qui è d'obbligo, dato che come si sa, il motto è 'tutto è possibile'.
E soprattutto perché la nave attracca quando vuole lei. I locali dicono che è per le condizioni del vento, io dico perché l'isola non sempre si vede.
Nulla qui è reale e al tempo stesso tutto è più reale che ovunque.
Alla fine ho tirato su le tartarughe dalle vasche, anche se avevo dichiarato che non lo avrei mai fatto, perché il sovvertitore si è messo subito all'opera, ho perfino spinto l'antibiotico da un ago, ho pulito le vasche, ho annusato il loro mondo, che a volte è anche piuttosto puzzolente, le ho viste chiuse in una vasca e poi libere in mare, le ho viste mangiare e non mangiare, le ho viste calme e imbizzite.
Le ho viste, vissute toccate, loro e il mondo che si portano dietro e lo confermo, avrebbero tanto da dire. Anzi ce l'hanno.
E anche se si imbizziscono, sono animali calmi, che in condizioni avverse aspettano e stanno a guardare, perché capiscono che dibattersi non ha senso.
E può anche darsi che io sia così stupita da tutto perché non mi sono mai avvicinata tanto al mondo animale. Probabilmente neanche a quello umano.
Però una conferma l'ho avuta. Non potrei fare il veterinario e neppure il medico, perché intervenire con sicurezza su un altro essere per portare cure mediche non è cosa che mi si addica. A ognuno il suo.
Ma su tante cose devo ancora riflettere.
Intanto, devo vedere se riesco a partire domani.
Che per pensare c'è tempo. Come insegnano le tartarughe.
Uso il condizionale perché qui è d'obbligo, dato che come si sa, il motto è 'tutto è possibile'.
E soprattutto perché la nave attracca quando vuole lei. I locali dicono che è per le condizioni del vento, io dico perché l'isola non sempre si vede.
Nulla qui è reale e al tempo stesso tutto è più reale che ovunque.
Alla fine ho tirato su le tartarughe dalle vasche, anche se avevo dichiarato che non lo avrei mai fatto, perché il sovvertitore si è messo subito all'opera, ho perfino spinto l'antibiotico da un ago, ho pulito le vasche, ho annusato il loro mondo, che a volte è anche piuttosto puzzolente, le ho viste chiuse in una vasca e poi libere in mare, le ho viste mangiare e non mangiare, le ho viste calme e imbizzite.
Le ho viste, vissute toccate, loro e il mondo che si portano dietro e lo confermo, avrebbero tanto da dire. Anzi ce l'hanno.
E anche se si imbizziscono, sono animali calmi, che in condizioni avverse aspettano e stanno a guardare, perché capiscono che dibattersi non ha senso.
E può anche darsi che io sia così stupita da tutto perché non mi sono mai avvicinata tanto al mondo animale. Probabilmente neanche a quello umano.
Però una conferma l'ho avuta. Non potrei fare il veterinario e neppure il medico, perché intervenire con sicurezza su un altro essere per portare cure mediche non è cosa che mi si addica. A ognuno il suo.
Ma su tante cose devo ancora riflettere.
Intanto, devo vedere se riesco a partire domani.
Che per pensare c'è tempo. Come insegnano le tartarughe.
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