Sunday, September 7, 2014

Talpa volontaria.

Da un po' di tempo mi capita di pensare che non ho mai fatto del volontariato.
Un pensiero vago, che però ogni tanto torna.
Al punto che quando ho saputo che cercavano persone per pulire le spiagge la mattina presto, quest'estate, ho pensato che mi sarebbe piaciuto e si trattava, tra l'altro, di un lavoro.
L'altro giorno ripensavo a questa storia del volontariato e siccome il mondo poi ci gioca con queste cose qui, mi ha proposto uno scherzetto e io ho abboccato.
Arrivo a casa, e nel controllare le mail ne apro una di quelle che generalmente butto via senza guardare.
Cercasi volontari per la salvaguardia delle tartarughe a Linosa. 
Senza porre neppure lo spazio di un minuto tra il pensiero e l'azione, anzi credo che il pensiero sia stato assente, tanto ormai credo che pensare sia piuttosto inutile, rispondo.
Mi presento, dico che di tartarughe non so nulla, che però potrei essere interessata.
Ero molto rilassata e pensavo che da lì avrei visto cosa succedeva e se mi si fossero spianati tutti i passi davanti ai piedini, avrei seguito questa traccia fin dove mi avesse portato.
Beh, la traccia si è disegnata più velocemente di quanto pensassi e in pratica se riesco a trovare un volo o un treno o un autobus che mi porti a lampedusa e poi a linosa, andrò ad occuparmi per una settimana di cinque tartarughe che si chiamano Mia, Ciccio, Gerardina, Osso e Respiro.
Dovrò avere un sacco a pelo perché a volte si dorme sulla spiaggia per monitorare la schiusa delle uova, nutrire le malcapitate e altre attività.
Loro mi danno un appartamento, io faccio il resto.
Si tratta anche di tartarughe ferite, quindi ci sta di dover mettere qualche cerottino. Ma il sangue mi dà noia e forse le tartarughe così grosse mi fanno anche paura. Ma ce l'hanno loro il sangue? E poi, se uno gli fa delle carezzine le sentono o è come accarezzare una persona dal tetto della sua casa?
Non so nulla di questa esperienza, ma credo che se andrà in porto, io continuo semplicemente a seguire la traccia, sarà una di quelle che si ricordano. Per un motivo o per l'altro.
Non ho paura, mi sento un'osservatrice.

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