Io credo che se tutti smettessero di
dire 'torna coi piedi sulla terra' avremmo pochissimi problemi. Primo
perché l'ultima cosa che bisogna fare è stare coi piedi sulla terra
e secondo perché la terra neppure esiste.
Io non ricordo che negli anni mi sia
stata detta proprio questa frase specifica, ma il senso di quel che
si cercava di inculcarmi era più o meno questo.
Seguire il mio cuore e la mia arte
comportava una lotta, a volte manifesta, a volte più sottile, come
le cosiddette polveri che aleggiano nell'aria ma che non si vedono.
Ma il messaggio di fondo era che quella
è roba fatta per giocare, per divertirsi. Il lavoro poi, quello
serio della vita, deve essere un altro. Con l'arte non ci mangi, sono
stronzate, è tutta roba inutile e così via.
Io ho lottato contro e quando fai così
pensi di averli sconfitti, sia gli scettici che i maledetti
condizionamenti che si stanno installando dentro di te. Anzi, di
quelli neanche ti curi, perché non ne sei consapevole.
Ma i condizionamenti sono gabbie
potenti, talmente potenti che se anche a un certo punto le sbarre non
hanno più il lucchetto e non c'è più nessuno lì fuori a fare la
guardia, tu ti ritrovi a tenerle su con le tue zampe e a non capire
che potresti anche essere libero. Anzi che sei libero e che nessuno
potrà mai ingabbiarti, a meno che tu non glielo permetta, perché non
c'è carceriere più tremendo di te stesso.
Allora succede che, anche se la vita,
in tutti i modi, non fa che dirti, ecco talpa, sei libera, puoi
creare e fare tutto quello che vuoi e puoi esprimere tutto il piacere
che desideri, io continuo a lottare contro impedimenti. Ma stavolta
sono inesistenti, sono io che li creo.
Perché quel che mi piace, per me, nel
mio computer programmato, è dietro, è nascosto, non può far parte
della vita, non può essere il mio lavoro e soprattutto non si può
svolgere in serenità e gioia, perché per assurdo, contro gli
antagonisti veri puoi sghignazzare, e alla fine provare la gioia
della vittoria, ma contro quelli che mi creo io no, perché non li
vedo e non li sento, ma mi tengono in gabbia.
Di fatto, mentre lottavo, ho perfino
seguito strade che non erano mie, perché per un tempo neanche breve,
ho pensato di poter fare la farmacista e questa, a riguardarla ora, è
pura follia. Ma a me pareva sensato, perché alla fine quella roba
lì, mentre pensi di essere contro, ti entra dentro.
Il fatto è che nessuno ti insegna che
non esiste al mondo maestro migliore di te. Io ne seguo molti di
maestri, reali e virtuali, li ascolto e ne ho bisogno, perché mi
indicano strade che a volte da sola non riuscirei a vedere e perché
ci credo nei maestri, ma so che l'unico vero maestro di me stessa
sono io, che ogni strada è diversa e solo io posso sapere qual è la
mia, a patto di volermi ascoltare e che solo se ascolto la mia guida
e il mio cuore potrò non sbagliare.
Poi, pare che la vita sia un lungo
percorso e che tutti gli ostacoli e le scelte, anche e soprattutto
quelli che vengono da chi ci accompagna, siano lì per un motivo.
Quindi alla fine vale tutto.
Ma è tempo che io abbatta i miei
condizionamenti. Dice che per i problemi bisogna trovare soluzioni
spirituali, che significa analizzare le emozioni che sono legate al
problema. E così il problema si dissolve.
Beh, intanto io il problema non vorrei
dissolverlo, ma risolverlo. Perché una cosa che si dissolve mi dà
l'idea di un brigante che si nasconde dietro a un masso, ti aspetta e
quando passi di lì ti salta addosso. Se lo risolvi lo fai fuori e
non ci pensi più.
In realtà non so bene, so che ieri mi sentivo molto scomoda, che stamattina però tutta
questa roba ce l'avevo molto chiara, perché ci sono momenti di
grande consapevolezza, in cui mi sembra tutto chiaro, però poi non
so bene cosa fosse così chiaro e cosa volessero dirmi quei momenti
lì, però so che da qualche parte ho capito qualcosa di importante.
Insomma, quando una cosa è vera la
riconosci e non dubiti.
Io voglio abbattere i miei
condizionamenti e dire mi piace mentre sento che mi scaturisce dal
profondo, perché ritrovare il piacere puro delle cose è uno stato
in cui vorrei soggiornare più a lungo possibile.
Io credo che ce la farò, ma è
possibile che mi ci voglia tutta una vita e non solo quella fisica.
E credo anche che questo post sia parecchio ingarbugliato, come lo è del resto tutta questa roba dentro di me.
No comments:
Post a Comment